Ancora una volta Bandai Namco e Shonen Jump collaborano per deliziare il vasto pubblico dei videogiocatori con un nuovo picchiaduro crossover, dove tutti i personaggi della nota rivista giapponese che tratta manga ed anime si riuniscono in un unico prodotto che prende il nome di Jump Force. Il titolo sviluppato da Spike Chunsoft arriva su PlayStation 4, Xbox One e PC dopo una campagna marketing convincente, preparando il pubblico al gioco con annunci dei vari protagonisti che popoleranno ed attualmente popolano il folto roster combattenti. Le premesse trasmesse sin dal suo annuncio non potevano essere che alte, soprattutto per l’influenza che gli anime e manga stanno avendo sul mondo dei videogiochi: basti pensare che il 2018 di Bandai Namco ha visto la pubblicazione di ben otto titoli tratti dalle serie più popolari pubblicate sullo Shonen Jump, rappresentando la maggioranza dei giochi distribuiti dalla compagnia giapponese durante l’anno che ormai ci siamo lasciati alle spalle.
Grazie ad un codice promozionale fornitoci da Bandai Namco, abbiamo potuto provare ed approfondire Jump Force, ma prima di tuffarvi nel vivo della recensione vi invitiamo ad approfondire quelli che sono stati i trascorsi tra Shonen Jump e Bandai Namco grazie al nostro speciale curato dal nostro Carlo Garofalo.
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Tutti uniti per la battaglia: la recensione di Jump Force!
I cosiddetti mondi Jump entrano in collisione per qualche strana ragione con quello reale, dove i personaggi degli anime e manga coinvolti assumono sembianze umane abbandonando quella forma bidimensionale a cui eravamo abituati. Nonostante ciò i veri protagonisti siamo noi, un essere umano a cui viene donata una seconda occasione dopo che la nostra vita è stata strappata dal celeberrimo Frieza; da questo riscatto inizia la nostra avventura, dopo aver creato un io virtuale attraverso un editor ben fornito. Una volta creato il nostro protagonista, siamo pronti a salvare il mondo dall’imminente catastrofe insieme a Goku, Naruto e Rufy, nonché i massimi esponenti del gioco e della Shonen Jump.
La nostra avventura ha inizio e prosegue con evidenti problemi di fondo, tra cui la incredibile monotonia con cui si sviluppano gli eventi. Possiamo riassumere la modalità storia di Jump Force con un semplice “schema”: all’avanzare di ogni capitolo avremo l’ingrato compito di liberare i nostri amici dalla sottomissione dei cubi Umbras oppure di combattere contro i “venom” creati da questi fantomatici cubi, il tutto intervallato da filmati poco accattivanti, privi di qualsiasi tipo di doppiaggio ed animazione facciale, lasciando spazio ad una mania di ventriloquismo che affligge ogni personaggio presente. La storia tenta di proporci dei colpi di scena e tradimenti inaspettati senza alcun mordente, lasciando in disparte qualsiasi tipo d’interessamento da parte del giocatore, ormai divorato dal ventriloquismo e banalità dei dialoghi presenti nel gioco.
Alcuni personaggi vengono riproposti in una versione che non rende giustizia ai caratteri con cui gli stessi sono stati caratterizzati nelle loro opere originali, primi tra tutti Light Yagami e lo shinigami Ryuk, protagonisti indiscussi della serie Death Note che giocano un ruolo quasi esterno, tra bene e male. Anche i personaggi inediti, disegnati dal maestro Akira Toriyama, svolgono un ruolo che li porta ad essere i principali villain della Jump Force, quest’ultimi però non hanno ricevuto alcun tipo di caratterizzazione per renderli degni di tale ruolo, un’occasione sicuramente sprecata per chi ha dato vita a personaggi come Frieza e Cell in Dragon Ball.
La maggior parte dei dialoghi proposti sono privi di doppiaggio ed animazioni facciali e labiali, impedendo in questo modo ogni tentativo di immersione del giocatore, ormai estraneo alla storia che inutilmente si tenta di raccontare. Insomma, Jump Force riunisce sotto un unico grande tetto i manga più popolari degli ultimi anni, proponendo un roster combattenti che stuzzica l’interesse dei nuovi e vecchi appassionati, rispolverando alcuni cult dell’animazione giapponese. La trama in un picchiaduro raramente viene sviluppata come punto focale della produzione e Jump Force ne è un chiaro esempio, proponendo un qualcosa di assolutamente dimenticabile e realizzato con estrema superficialità che accompagnerà i giocatori per una buona fetta di ore di gioco che il titolo ha da offrire.
Il combat system è l’anello più debole di Jump Force, colpa di un gameplay poco profondo che limita l’esecuzione delle combo con la semplice pressione di due tasti, mentre è possibile eseguire delle proiezioni con l’utilizzo di un semplice comando. Ad aggiungersi agli attacchi normali e potenti sono le mosse speciali, attivabili con la pressione contemporanea di due pulsanti e che scatenano un attacco potente; inoltre, ritroviamo la meccanica del risveglio già vista in altre produzioni pubblicate da Bandai Namco, che potenza per un breve lasso di tempo tutti gli attacchi del combattente. Lo spezzaguardia in Jump Force è un elemento più unico che raro: in posizione di parata i personaggi sono completamente immuni a qualsiasi tipo di attacco, ma grazie all’utilizzo della proiezione è possibile illudere le difese nemiche, scaraventando in aria l’avversario.
Il sistema di movimento non è del tutto fluido e le animazioni hanno una rigidità estrema nell’esecuzione dei consueti attacchi fisici, tant’è che risulta difficile talvolta realizzare anche una normale combo. Ad aggiungersi a un combat system poco curato, vi sono vari oggetti utili e le “abilità J” per aumentare le potenzialità della squadra attraverso dei bonus passivi, ed è possibile potenziare anche le tecniche del nostro avatar attraverso l’ausilio di modificatori.
L’editor proposto in Jump Force permette la creazione di un Io virtuale unico grazie agli elementi fisici e cosmetici presenti in game, quest’ultimi reperibili nei pressi di tutti i negozi dell’hub di gioco suddiviso in varie aree dove Rufy, Goku e Naruto ci accolgono con i rispettivi team. Presso i negozi, inoltre, è possibile migliorare i modificatori e le abilità J, aumentandone così gli effetti; l’hub di gioco, per quanto vasto, ha veramente poco da offrire oltre alle missioni, negozi ed infine battaglie online. L’interattività con gli altri giocatori è pressoché minima o quasi inesistente, limitandosi ad una comunicazione attraverso emote o messaggi preimpostati.
Per chi è in cerca di una sfida, oltre al matchmaking online, vi sono le missioni libere catalogate per una difficoltà sempre più crescente, fino a raggiungere il rango esperto, in cui è necessario ottenere una valutazione S per aggiudicarsi le migliori ricompense disponibili. Tuttavia, il titolo si mostra povero di contenuti, proponendo una ripetitività assoluta nel gameplay nonostante la presenza di un roster combattenti composto da ben quarantadue personaggi provenienti dalle tante serie animate che compongono Shonen Jump.
L’esecuzione tecnica di Jump Force è una delle peggiori attualmente in circolazione, colpa anche dei caricamenti lunghi e troppo frequenti sia nelle interazioni con i menù di gioco che nei filmati che riguardano la storia principale. Inoltre, il titolo propone una regia pessima afflitta dalla mancanza di animazioni facciali e doppiaggio per i personaggi coinvolti, quest’ultimi realizzati con dei modelli 3D che lasciano il tempo che trovano. Anche l’esecuzione di queste animazioni lascia a desiderare, mostrando una vera e propria legnosità che influenza l’utilizzo di alcuni comandi a causa di un leggero input lag.
Il titolo non è esente da cali di frame rate nelle fase più concitate e ciò che ci ha colpito maggiormente – e negativamente – sono ulteriori cali che si fanno sempre più frequenti in alcuni filmati di gioco, talvolta anche in alcuni caricamenti.
Graficamente il titolo sfrutta un’Unreal Engine, che riesce a proporre dei campi di battaglia davvero niente male grazie all’unione dei mondi Jump con alcuni elementi derivanti da quello reale, tra cui alcuni monumenti sparsi per il mondo; queste arene vengono però viziate da alcune texture non proprio convincenti.
Una nota positiva va a favore delle esecuzioni delle mosse speciali, che riprendono a piene mani alcune delle scene più iconiche da cui sono tratte.
Il titolo provato su una PlayStation 4 Standard soffre di cali di frame rate anche nell’hub di gioco, nel momento in cui si è collegati ai server i tempi di caricamento di alcuni NPC sono piuttosto lunghi rispetto a quanto ci si dovrebbe aspettare.
Anche il comparto audio lascia a desiderare, con colonne sonore passabili ed effetti audio privi di qualsiasi spettacolarità; doppiaggio completamente assente nella maggior parte dei filmati di gioco in favore di una comunicazione tra personaggi attraverso una sorta di telepatia. In sostanza, avremmo voluto vedere una maggiore attenzione anche nella realizzazione tecnica del gioco, che fa acqua da tutte le parti.