Dopo tanta attesa e tanto hype, abbiamo finalmente avuto il piacere di mettere le mani sulla versione finita di Destiny 2, diretto sequel del suo predecessore uscito nel 2014 sviluppato da Bungie in collaborazione con Vicarious Visions e High Moon Studio.
Chi ha già giocato al suo predecessore sa benissimo che questo nuovo capitolo non porta novità di particolare spessore, è stata praticametne adottata la formula “cavallo vincente non si cambia”, ma rimane sempre un titolo validissimo da giocare, seoprattutto se in compagnia di un amico o all’interno di un vero e proprio clan.
Dopo tante battaglie eccoci quindi pronti con la nostra recensione, per spiegarvi cosa ci è piaciuto e se con Destiny 2 la software house è riuscita a correggere gli errori del passato.
La trama del nuovo titolo Bungie è stata curata di più rispetto a quanto giocato nel precedente capitolo. Non vogliamo raccontarvi nulla a riguardo, preferiamo lasciarvi scoprire da soli ciò che vi aspetta, ma come sicuramente sapete la storia narrata, che ci porta nuovamente alla conquista della Luce, parte un anno dopo gli eventi della crisi della “SIVA”, quando “L’Ultima Città” viene attaccata dalla “Legione Rossa”, comandata da Dominus Ghaul.
Per portare avanti il nostro compito dobbiamo viaggiare su nuovi pianeti, tra cui troviamo Titano, Nessus, Io e Terra, che si presentano a noi come aree enormi rispetto alle mappe viste nel primo capitolo. Secondo Bungie, infatti, ogni zona in questa nuova avventura è due volte più grande rispetto a quelle viste nel passato.
Recensione di Destiny 2, titolo sviluppato da Bungie che introduce alcune piccole novità rispetto al precedente capitolo.
Novità introdotta sono le “Sfide”, una serie di compiti che se completati ci ricompensano con alcune monete da conservare fino al raggiungimento del level cap. Una volta arrivati al livello 20, possiamo scambiare queste monete con gli Ambasciatori di ogni pianeta, che in cambio ci consegnano gli “Engrammi”, scrigni cristallini contenenti armi ed equipaggiamenti rari e potenti.
Per arricchire ancor più la proposta ludica di questo titolo, Bungie ha introdotto le “Missioni di Pattuglia” e i “Settori Persi”, missioni secondario che una volta portate a termine, e sconfitto il boss di turno, ci danno la possibilità di aprire uno scrigno contenente oggetti utili per potenziare il nostro personaggio.
Per affrontare le nostre avventure, Bungie ci dà la possibilità di scegliere tra le tre classi già viste nel primo Destiny, Stregone, Titano e Cacciatore, che vanno ad arricchirsi con alcune sottoclassi da sbloccare in-game, la maggior parte delle quali introdotte con l’ultimo DLC uscito per il precedente capitolo, I Signori del Ferro.
Tra voi lettori, probabilmente c’è chi non ha alcuna esperienza con questo titolo, pertanto ci teniamo a precisare le caratteristiche base di ogni classe. Il Titano, considerato dalla community la miglior classe in quanto la più bilanciata, ha la capacità di evocare una barriera dietro cui proteggeri dai nemici, utile anche per ricaricare l’arma; il Cacciatore invece, grazie alle sue sottoclassi, è considerato un abilissimo pistolero ed arciere. Infine abbiamo lo Stregone che funge da supporto per il team, in quanto ha la capacità di evocare un pozzo di Luce che rigenera in fretta la salute o aumenta il danno delle armi.
Le nuove Sfide, Missioni di Pattuglia e i Settori Persi si aggiungono ai già conosciuti Assalti e Incursioni.
In Destiny 2, ovviamente, non potevano mancare gli Assalti, missioni da svolgere in team da quattro giocatori e che, una volta sconfitto il boss finale, ci danno la possibilità di ricevere ricompense di un certo livello, con Engrammi in grado di droppare anche le rarissime armi Esotiche. Tornano anche le Incursioni, caratteristica chiave del primo capitolo; si tratta delle missioni più difficili da affrontare, che richiedono un alto livello di equipaggiamento contraddistinto da un tot di punti Luce (ogni oggetto indossato aumenta la quantità di questi punti in base alla sua potenza). Ad oggi, però, Bungie non ha ancora inserito il matchmaking per questi Raid, pertanto risulta impossibile trovare compagni per cimentarsi in queste sfide, a meno che non facciate parte di un team o avete un gruppo organizzato di amici.
Ritorna anche il “Crogiolo”, ossia il multiplayer, che porta con sé alcune novità interessanti dal punto di vista del gameplay, mentre le modalità di gioco sono rimaste invariate.
Da ora le competizioni online si svolgono tra team composti da quattro giocatori e L’HUD in-game mostra chi ha attivato la Super Carica (la mossa speciale di ogni classe) e chi ha preso le munizioni pesanti, utili per utilizzare le armi distruttive.
Destiny 2 sbarca su console con una risoluzione di 1080p a 30fps, sulla “classica” PlayStation 4. I possessori di PlayStation 4 Pro dovranno invece avere un po’ pazienza per render giustizia alle potenzialità di questa console in quanto Bungie, con una patch, implementerà sia il supporto HDR che la risoluzione 4K, al momento non disponibili.
Nonostante questo, il titolo si comporta già molto bene sotto il profilo tecnico, e sin dai primi minuti di gioco possiamo notare una cura nei dettagli perfetta sotto ogni aspetto. Si nota un salto in avanti rispetto a quanto visto nel primo capitolo della serie, nulla di eclatante sia ben chiaro, ma quel poco che basta per dare un risalto maggiore a tutto ciò che viene mostrato a schermo. Il framerate risulta essere granitico, anche nelle battaglie più concitate in cui la frenesia fa da padrone.
Infine, tutto ciò che riguarda l’audio. La soundtrack, emotiva come quella del primo capitolo, riesce a regalare al giocatore un senso di epicità e a farlo immedesimare di più in battaglia. Inoltre, un doppiaggio in italiano ben sincronizzato e chiaro completa il quadro tecnico.
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