Ys: The Oath in Felghana – Recensione

Ys: The Oath in Felghana è un ottimo titolo, capace di coinvolgere tanti giocatori grazie alla sua immediatezza e al ritmo frenetico dei suoi combattimenti. Di contro non è sicuramente un gioco dalla storia particolarmente innovativa e nemmeno molto longevo se comparato ad altri del suo genere, visto che possiamo stimare la sua durata in circa quindici ore, ma può senza dubbio regalare momenti di divertimento.

Storia e longevità: 7,0
Gameplay: 8,5
Caratteristiche Tecniche: 7,0
Sonoro: 6,5

Piattaforma: Psp
Genere: Action- GDR
Sviluppatore: Falcom
Distributore: Xseed games
Produttore: Konami
Data rilascio: 02/11/2010
Target: 3+
Giocatori: 1
Versione: PAL
Sito Ufficiale: n/d

Ys:  The Oath in Felghana è l’ultimo episodio della fortunata serie di grd, sviluppato per PSP. Si tratta per la precisione di un remake di Ys III: Wanderers, con molti cambiamenti sia grafici che di gameplay, che l’hanno trasformato in un action rpg con visuale dall’alto e combattimenti in tempo reale.

Che succede a Felghana?
Ys: the Oath in Felghana, segue le avventure di due amici, Adol e Dogi, che si ritroveranno a far visita al paese natale di quest’ultimo, Redmont. Da quando, otto anni prima, Dogi ha lasciato la sua terra molte cose sono cambiate drasticamente e purtroppo non in meglio: orde di mostri si sono riversate nelle vicinanze della cittadina, ci sono sempre più insistenti voci che un vulcano, a lungo inattivo, possa risvegliarsi da un momento all’altro, e il nuovo nobile che amministra queste terre vessa i cittadini con pesanti tasse.  A mano a mano, Adol e Dogi, capiranno che tutti questi avvenimenti sono in qualche modo connessi…

Uno sguardo al gameplay
Appena sbarcati sulle coste di Felghana saremo introdotti al sistema di combattimento. Questo si basa su un tasto per gli attacchi con l’ arma primaria e un altro per evocare magie (previo ritrovamento degli appositi bracciali magici). Il nostro eroe Adol può spostarsi liberamente nell’ambiente, anche saltando tra piattaforme e utilizzare una versione potenziata dei suoi attacchi, chiamata Boost, una volta riempita l’apposita barra. Non ci sono oggetti curativi – solo l’energia magica si ristabilisce col tempo – ma i mostri sconfitti lasceranno cadere vari power-up : si va dalle classiche monete a incrementi delle statistiche temporanei. Ma il vero punto forte del gioco sono le battaglie con i boss: combatteremo demoni giganti, spaventosi draghi e così via e ogni volta avremo bisogno di una strategia ben precisa per batterli, premere i tasti a casaccio ci porterà solo ad un veloce game over.

Tecnicamente parlando
Il restyling grafico è senza dubbio ben riuscito: gli ambienti 3D sono ben realizzati e il tutto gira senza incertezze o rallentamenti di sorta. Stessa cosa si può dire per gli effetti di luce, soprattutto quelli delle magie. Nella media anche il sonoro, con un buon doppiaggio per i personaggi principali. Le nota dolente si può riscontrare in una certa ripetitività degli ambienti e delle situazioni: troppo spesso ci ritroveremo a vagare per i labirintici dungeon, molto simili tra loro, sconfiggendo molti nemici che non vi offriranno una grossa resistenza. Altra assenza abbastanza inspiegabile per un titolo di questo genere è la mancanza di un qualsivoglia tipo di mappa, cosa che renderà spesso difficile l’esplorazione.

GUIDE TROFEI

Antonio Loparco
Antonio Loparcohttps://www.playstationzone.it
Videogiocatore sin da piccolo, ho iniziato ad addentrarmi nel mondo videoludico con Amiga600. Pian piano ho provato varie piattaforme fino all'acquisto della prima PlayStation che è rimasta da sempre la mia console preferita.

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Ys: The Oath in Felghana è un ottimo titolo, capace di coinvolgere tanti giocatori grazie alla sua immediatezza e al ritmo frenetico dei suoi combattimenti. Di contro non è sicuramente un gioco dalla storia particolarmente innovativa e nemmeno molto longevo se comparato ad altri del suo genere, visto che possiamo stimare la sua durata in circa quindici ore, ma può senza dubbio regalare momenti di divertimento.Ys: The Oath in Felghana - Recensione