Trinity Trigger – Recensione

Trinity Trigger è un action-rpg che richiama i grandi classici JRPG degli anni novanta, riproponendo atmosfere che si potevano respirare in titoli come la serie dei Mana. Indubbiamente, avere uno staff veterano che ha lavorato a grandi titoli come Chrono Trigger permette al titolo di FuRyu di ambire a diventare una piccola perla, che perde tuttavia la sua lucentezza a causa di ingenuità di design e meccaniche di gioco. Sicuramente è un titolo che nel suo piccolo riesce a intrattenere, merito soprattutto della sua semplicità nel proporre storia e gameplay.

Durante la crescita del mercato nipponico videoludico, sono emersi diversi titoli ispirati all’epoca d’oro degli anni novanta. In quegli anni, numerosi sviluppatori emergenti che lavoravano per le case di produzione già affermate, come Square Soft, Enix, SEGA, Nintendo e così via, sono riusciti a costruire un proprio nome grazie a titoli di successo che hanno segnato un’era. Oggi, quei medesimi autori tornano in qualità di veterani dell’industria attraverso piccoli progetti, riportando in auge una visione del videogioco figlia di quegli anni. Negli ultimi tempi, abbiamo visto produzioni come I Am Setsuna, Lost Sphear e CrossCode riesumare quella filosofia attraverso avventure coinvolgenti, che si conquistavano di diritto il titolo di perla videoludica.

Trinity Trigger, il nuovo action-rpg di FuRyu ripercorre quelle orme, il cui team di sviluppo è formato da identità piuttosto importanti della storia del JRPG. Membri chiave dello staff come Noboteru Yuuki, coinvolto nello sviluppo di Chrono Trigger e Trials of Mana, Hiroki Kikuta che ha lavorato su diversi capitolo della serie dei Mana come compositore e Atsuko Nishida, character designer di Pokémon, ripropongono in Trinity Trigger quella nostalgia canaglia in una formula svecchiata e più intrigante per il mercato moderno. Grazie a un codice review fornito da Marvelous Europe, vi parlo del nuovo gioco di FuRyu in questa nuova recensione.

Trinity Trigger recensione: un action-rpg ispirato ai JRPG degli anni novanta!

La storia prende piede nel mondo di Trinita, dove è in atto la guerra tra gli dei dell’ordine e quelli del caos, dove è in gioco l’equilibrio naturale delle cose. Tuttavia, la battaglia tra queste divinità avviene tra guerrieri scelti, i quali sono destinati a scontrarsi di epoca in epoca per determinare il controllo del mondo. Un fato che interesserà due bambini del regno di Stahl, capitale di Trinita, i quali verranno separati alla nascita in circostanze misteriose. Passano gli anni e Cyan, un giovane avventuriero, parte per un nuovo viaggio dalla sua casa situata nel pacifico villaggio di Woodroost. Incaricato a visitare le rovine vicino la città, il ragazzo si scontrerà con alcune creature che infestano il misterioso luogo, e dopo aver raggiunto un altare situato al suo interno, egli incontrerà uno spirito di nome Flamme, il quale gli farà dono di un potere e lo affiancherà nella battaglia contro un mostro che presidia nelle rovine, dandogli un grande supporto durante lo scontro.

Dopo il duello, Cyan e Flamme tornano a casa, e il ragazzo viene intercettato da una ragazza di nome Elise, la quale, chiederà al giovane avventuriero di fermare la guerra tra gli dei. Ciò che viene spiegato al ragazzo è che lui è stato scelto dagli dei del chaos per combattere al loro servizio contro l’araldo scelto dagli dei dell’ordine, e prima di tale avvenimento, dovrà visitare i vari santuari Arma per diventare sempre più forte. Anche Elise, che si rivela essere un oracolo, viene accompagnata da una strana creatura simile a Flamme, Firn, scoprendo la natura di tali esseri: essi sono i Trigger, compagni che supportano alcuni guerrieri in battaglia donando a loro dei poteri speciali. Compresa l’entità della situazione, Cyan ed Elise partiranno in un viaggio nel mondo di Trinita per mettere fine all’eterno conflitto divino ribellandosi a un destino che sembra essere già scritto, il tutto con l’aiuto di Zantis, terzo protagonista il quale si metterà a disposizione in qualità di cavaliere per adempiere alla missione di proteggere Cyan da qualsiasi minaccia.

Il racconto di Trinity Trigger respira quelle che sono le atmosfere della serie dei Mana, narrando le vicende di Cyan e compagni in uno sviluppo piuttosto classico e lineare. Durante il viaggio, il trio si imbatterà in diversi personaggi e storie, interagendo con esse e risolvendo i problemi di ogni luogo visitato, il tutto perseguendo un percorso di crescita di Cyan come guerriero designato dagli dei. Il titolo dunque riprende quelli che sono i canoni narrativi dei grandi classici del JRPG, rievocando una leggera nostalgia della figura mitologica del combattente predestinato. Ciò che si può apprezzare della sua storia, sono i colpi di scena e le rivelazioni che arriveranno verso le fasi avanzate del racconto, che nella sua interezza si è mostrato semplice e anche leggermente banale.

Ciò che personalmente non ho apprezzato del titolo è la sua conclusione: se è vero che sigla la fine di un capitolo della vita di Cyan, il quale vive all’oscuro della sua vera identità, ciò che ho percepito alla fine del viaggio è l’assenza di una reale conclusione, come se mancasse un pezzo importante del puzzle che narra le vicende di Trinita. Nonostante tale amarezza, la storia di Trinity Trigger si mostra leggera e stimolante, la quale si espande tramite le numerose side quest che approfondiscono alcuni dei personaggi incontrati tra formidabile trio.

Come accennato poc’anzi, Trinity Trigger è un action-rpg, il quale si serve di un sistema di combattimento alquanto essenziale per imbastire le sue meccaniche di gioco. In particolar modo, mi sono trovato davanti un titolo isometrico il cui combat system pone degli spunti interessanti sulla personalizzazione della build di ciascun membro del party, ma che all’atto pratico non propone meccaniche extra che possono in qualche modo approfondire ulteriormente l’aspetto ludico del gioco. In particolar modo, ogni combattimento si riduce in un button smashing, in cui basta semplicemente cambiare arma per soverchiare i nemici che si affronteranno. Cyan, Elise e Zantis oltre ai loro rispettivi Trigger, possono fare affidamento sulla bellezza di otto armi divise in short, mid e long range. La loro utilità non solo si basa alla debolezza del nemico che si affronta in battaglia, ma anche allo sblocco di alcuni passaggi nelle mappe. Il sistema di combattimento per quanto essenziale sia, propone alcuni elementi utili in battaglia. Il primo è indubbiamente il Weapon Aura, che per un breve lasso di tempo potenzierà la potenza dei nostri attacchi, i quali sono persino personalizzabili. Ogni arma infatti può essere personalizzata inserendo negli appositi slot gli attacchi Trigger, abilità potenziabili che possono essere eseguite in combo. Ciascuna arma inoltre possiede un’abilità unica, il Trigger Strike, che altro non è un attacco più potente del solito. A completare la parte offensiva del sistema di combattimento troviamo infine il Trinity Impact, un’abilità speciale che richiede il potere di tutti e tre i protagonisti per eseguire un devastante attacco esplosivo, il quale spesso e volentieri rappresenterà una manna dal cielo per le boss fight più ostiche. Durante i combattimenti, bisognerà fare attenzione alla stamina, la quale renderà i nostri attacchi più efficaci: senza di essa si farà soltanto del solletico ai nemici.

Ciò che invece ho trovato alquanto scomodo è l’utilizzo degli Manatite. Questi speciali ciondoli, che si potranno acquistare o craftare presso Limme, una tenera coniglietta umanoide, potenziano le capacità combattive e di supporto di ciascun personaggio, con effetti benefici piuttosto allettanti. Dall’aumento di attacco, difesa e punti salute, a tassi d’ottenimento di denaro, materiali e punti esperienza maggiorati, questi gioielli sono estremamente importanti poiché vanno a costituire la build dei protagonisti. Tuttavia, l’impostazione dei Manatite è legata ad ogni singola arma, e lo stesso oggetto non può essere equipaggiato su più armi per importare gli stessi benefici. Dunque, si è costretti a realizzare più copie dello stesso oggetto affinché un personaggio possa ritrovare la sua build su ciascun’arma in proprio possesso. Questo rende tale aspetto piuttosto macchinoso e complesso, poiché sarebbe bastato basare tale personalizzazione sui personaggi che sulle armi, dando così anche un senso di progressione più reale. Tuttavia, durante gli scontri è possibile personalizzare in tempo reale l’arma in utilizzo, o cambiarla istantaneamente tramite la ruota delle armi, così da poter passare da una build all’altra in un battito di ciglia.

Durante la fase esplorativa è possibile imbattersi in un grande quantitativo di nemici, i quali hanno le proprie debolezze e starà all’utente intuirle. La loro sconfitta ricompenserà il giocatore con diversi materiali, reperibili soprattutto esplorando le varie mappe di gioco. Casse, minerali, rocce, vegetazione, sono elementi che celano al loro interno oggetti utili per il crafting, il quale permetterà di risparmiare grosse quantità di liba, la valuta di gioco, in acquisti. Tale sistema non pone ulteriori evoluzioni, tuttavia andando avanti con la storia e completando le missioni secondarie si potranno sbloccare nuove ricette, così da poter creare item sempre più avanzati. Nelle città e vicino i santuari, si troveranno dei teletrasporto per viaggiare da un punto all’altro di Trinita, e in questi punti d’interesse è possibile potenziare le armi, così da rendere le loro abilità sempre più efficaci. L’esplorazione passa tramite le mappe strutturate a mo’ di percorso: ogni dungeon infatti ha diverse uscite che sbloccano altre aree esplorabili, tuttavia la loro struttura risulta alquanto confusionaria, alimentando un fastidioso backtracking che indubbiamente poteva essere ridotto notevolmente con alcuni piccoli accorgimenti. Spesso e volentieri infatti mi sono ritrovato a confondere più volte la strada a causa di ramificazioni poco chiare dei percorsi, poiché buona parte delle mappe sono state disegnate in maniera poco chiara e che di certo non aiutano con l’orientamento. Questo aspetto penalizza soprattutto il tracking delle missioni, la cui assenza di ulteriori indicatori non facilità di certo il loro compimento. In termini di QOL il titolo pecca sotto tanti aspetti, in particolar modo sarebbero bastati alcuni piccoli accorgimenti per rendere in certi momenti l’esperienza meno frustrante, seppur il titolo si lasci giocare senza troppe complicazioni. Tuttavia, l’uso di oggetti in battaglia risulta alquanto scomodo poiché l’apposita ruota è stata stratificata in più sezioni, risultando così deleterio e inutile.

Su PlayStation 5 Trinity Trigger è alquanto definito e gira fluidamente, merito soprattutto di un comparto grafico non proprio eclatante. In primis i modelli poligonali dei personaggi e degli elementi di scena non sono pregni di dettagli, alcune texture risultano piuttosto spigolose e approssimative, ma la visione d’insieme risulta perlomeno convincente. Infatti la direzione artistica aggiunge un apporto utile alla bellezza di alcuni paesaggi, rendendo l’esplorazione in determinate occasioni alquanto gradevole. Per quanto concerne il bestiario dei mostri, in Trinity Trigger vi è una varietà accettabile, soprattutto se si prende in considerazione la durata di 15 ore per completare la storia con tanto d’esplorazione accurata. Ciò che non convince è l’interfaccia, povera di stile con i parametri vitali dei personaggi posti nella parte bassa dello schermo, nonostante si possano apprezzare gli artwork che ritraggono i personaggi del party. Un punto a favore va alla colonna sonora, che richiama indissolubilmente le atmosfere della serie dei Mana, con brani realizzati appositamente per ogni ambientazione del gioco. Il titolo gode del doppiaggio sia in lingua originale che in inglese, con localizzazione anglosassone. Tuttavia, nel momento in cui ci sono delle cutscene animate, i sottotitoli vengono a mancare e se si gioca in lingua originale, sarà difficile comprendere i dialoghi di tali scene.

GUIDE TROFEI

Matteo Murri
Matteo Murri
Appassionato di videogiochi e anime sin da tenera età, il suo primo videogioco fu Super Mario 64 per Nintendo 64, col tempo si affezionò alle console di Sony partendo appunto dalla prima Playstation. Oggi è un cacciatore di trofei su Playstation 4, predilige gli sparatutto, i titoli di corse e i picchiaduro, ma gioca veramente di tutto!

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Trinity Trigger è un action-rpg che richiama i grandi classici JRPG degli anni novanta, riproponendo atmosfere che si potevano respirare in titoli come la serie dei Mana. Indubbiamente, avere uno staff veterano che ha lavorato a grandi titoli come Chrono Trigger permette al titolo di FuRyu di ambire a diventare una piccola perla, che perde tuttavia la sua lucentezza a causa di ingenuità di design e meccaniche di gioco. Sicuramente è un titolo che nel suo piccolo riesce a intrattenere, merito soprattutto della sua semplicità nel proporre storia e gameplay.Trinity Trigger - Recensione