Le avventure piratesche hanno da sempre incantato generazioni e generazioni. Dal film “The Goonies” del 1985 (causa della distruzione del VHS di famiglia) al romanzo per ragazzi “L’isola del tesoro” di R. L. Stevenson, fino ad arrivare ai giorni nostri con la saga cinematografica di “Pirati dei Caraibi”. Anche nel settore videoludico non sono mai mancate, basti pensare al buon vecchio Monkey Island o al più recente Sea of Thieves. Diversi generi, ma tutti con lo stesso scopo: farci rivivere le fantastiche avventure ambientate nei Sette Mari, ricche di sensazionali bottini ma anche piene di terribili pericoli e creature nascoste. Tutto questo è proprio quello che ci propongo i ragazzi di 3DClouds con il loro nuovo progetto.
King of Seas è un action RPG con grafica isometrica, esclusivamente single player e ambientato in un mondo piratesco generato proceduralmente, caratterizzato da un ciclo giorno/notte e dal meteo dinamico. Distribuito da Team17 e sviluppato da 3DClouds, studio italiano già noto per “Xenon Racer” e “All Star Fruit Racing“, arriverà digitalmente su console il 25 maggio e ci delizierà con un titolo ambizioso ed innovativo. Bando alle ciance, issiamo le vele e partiamo verso questa nuova avventura!
Lunga vita al Re dei Sette Mari!
All’inizio della nostra avventura piratesca avremo la possibilità di scegliere tra due personaggi, Marylou o Luky, rispettivamente i figli del Re dei mari. La scelta del personaggio utilizzato non influenzerà in alcun modo la trama, ma bensì permetterà di vivere la storia da due punti di vista differenti, permettendoci di andare oltre le 20 ore di gioco necessarie per il completamento (o più se si sceglie una difficoltà maggiore, il gioco conta ben 5 tipi di difficoltà).
Raggiunta la maggiore età il nostro protagonista viene incaricato di partire per una consegna. Ormai lontani dal nostro castello cadiamo vittima di un complotto, venendo accusati della morte del Re. Braccati, attaccati dalla Marina Reale ed infine creduti morti, veniamo salvati da un piccolo gruppo di pirati che, oltre a farci dono di una nave, farà di noi un vero e proprio pirata. Senza dilungarmi troppo sulla trama, che ho trovato a tratti un po’ scontata ma assolutamente godibile, lo scopo principale del gioco sarà, con l’aiuto dei nostri salvatori, fare luce su chi ha ucciso nostro padre.
Una vita da pirata
È importante specificare che, seppur impersoneremo un singolo personaggio, in tutte le ore di gameplay utilizzeremo esclusivamente la nave, di cui possiamo deciderne la velocità grazie all’utilizzo delle vele. Non potremo mai toccare terra ferma. La mappa, sbloccabile presso i cartografi, è caratterizzata da vaste distese di mare con piccoli o medi isolotti, i quali si ripetono in maniera piuttosto anonima, e da tratti decisamente più “vuoti”, la cui interazione si limita esclusivamente al raccogliere eventuali materiali (segnalati da un leggero bagliore). Avrei preferito che le città e le isole fossero più movimentante, magari con qualche NPC a movimentare la situazione.
A queste si aggiungono alcune isole o città su cui sarà possibile attraccare. Oltre a fungere da salvataggio, in esse si potrà interagire, grazie ad un menù piuttosto semplice, intuitivo e lineare, con le varie attività presenti su tutte le città:
- Carpentiere: dove sarà possibile riparare la nave, completare l’equipaggiamento o addirittura acquistare una nuova nave. Si contano 5 tipi di nave acquistabili, ognuna con le sue statistiche;
- Banca: Dove sarà possibile lasciare gli oggetti o gli equipaggiamenti che non vogliamo tenere nell’inventario;
- Mercato: Dove poter acquistare e rivendere le mercanzie. La caratteristica di quest’ultimo è che per ogni mercato visitato troveremo una maggior disponibilità di una certa merce e mancanza di un’altra, con conseguente aumento o riduzione nel prezzo di vendita. Starà quindi a noi commerciare in modo intelligente.
- Taverna: Dove sarà possibile, sotto pagamento, reclutare i pirati che faranno parte della nostra ciurma. Inoltre, vi è una bacheca dove saranno elencate le missioni secondarie e, talvolta, vi possono essere anche degli indizi su alcune zone di interesse.
Un mare ricco di pericoli
Il vasto mondo di King of Seas è abitato da molti pericoli. Oltre alla Marina Reale e ai Cacciatori di Pirati che ci daranno la caccia, negli abissi si nasconde il Kraken, di cui però vedremo sempre e solo un tentacolo. Quest’ultimo sparirà dopo averci attaccato. La posizione del Kraken è facilmente prevedibile ed aggirabile, poiché un vortice ne segnala la posizione. Purtroppo, le sue apparizioni non sono cosi frequenti, davvero un peccato!
Oltre al mitologico Kraken non potevano mancare le navi fantasma, le quali ci daranno un bel po’ di filo da torcere nonostante la quantità generosa di loot che ne guadagneremo. Infatti, combattere contro un capitano fantasma ci permetterà di ottenere un’anima dannata. Quest’ultima, se portata allo sciamano del “Tempio delle stelle”, ci permetterà di ripristinare i punti talento. Infatti, la componente ruolistica è sicuramente rappresentata dalla presenza di un albero dei talenti, il quale si divide in tre categorie ricche di abilità (ben 48) potenziabili fino a 5 volte:
- Navigazione: relativa alle statistiche della nostra nave, come ad esempio la salute delle vele o la velocità;
- Battaglia: relativa a tutta la componente dei danni inflitti o subiti;
- Voodoo: relativa alla durata e/o danno delle abilità;
Il dettaglio che maggiormente ho apprezzato è la presenza dei fenomeni atmosferici, i quali possono essere anch’essi un pericolo per la nostra nave. Infatti, come già anticipato, è presente un meteo dinamico. A giornate splendenti si contrappongono temibili temporali, i quali possono causare danni alla nostra imbarcazione, oltre che a rallentarla ed a ridurne drasticamente la visibilità. Da notare anche la presenza dei vulcani, che possono eruttare da un momento all’altro causando ingenti danni alla nostra nave.
A solcare i mari di King of Seas sono presenti tre diverse fazioni:
- Pirati;
- Marina Reale;
- Mercanti.
Scontrarsi con le fazioni nemiche ci permetterà di ottenere del loot, il quale spazia dal materiale, rivendibile nei diversi mercati o utile alle quest, agli equipaggiamenti per la nave. La nostra imbarcazione, infatti, è composta da diverse parti, e sarà possibile equipaggiare diverse varietà di vele, cannoni, polena, scafo etc. a cui si aggiungono le oltre 20 abilità presenti. Ognuna di queste presenta delle statistiche ben precise, con addirittura alcune limitazioni nell’equipaggiamento esclusivo per alcune imbarcazioni.
Il sistema di combattimento è alquanto intuitivo ma strategico. Per ottenere la vittoria bisognerà tener conto di diversi fattori, come ad esempio il vento e la velocità di manovra. Oltre ad attivare alcune abilità, è possibile utilizzare tre diversi tipi di palle di cannone, azionando quelli di destra con R1 e quelli di sinistra con L1. Ognuna di queste danneggerà una parte della nave, alcune le vele, riducendone drasticamente la velocità, altre la ciurma, causando l’abbassamento del cooldown dei cannoni, ed infine lo scafo, causando l’affondamento della nave. Infine, in basso a sinistra sono mostrate ben 3 barre atte ad identificare l’integrità della nostra imbarcazione.
L’intera esperienza di gioco è ricca di quest secondarie, di ben tre diverse difficoltà, che ho però trovato alquanto ripetitive. Perfino i dialoghi con gli npc, o gli npc stessi, si ripetono quasi costantemente. Le subquest si dividono principalmente in due tipi di missioni: le consegne, in cui ci verrà affidato un carico da consegnare, oppure di combattimento, in cui occorrerà affondare un nemico. Queste ultime non saranno affatto semplici, poiché non basterà essere di livello superiore per vincere. La vittoria o la sconfitta si baserà esclusivamente sulle nostre capacità e reattività.
King of Seas è ricco di attività secondarie, le quali renderanno il gioco più longevo e rigiocabile. Oltre alle citate quest secondarie, sono presenti altre attività come la pesca, con oltre 30 varietà di pesci che ci permetteranno di guadagnare molto denaro con la loro vendita, e la caccia al tesoro. Queste ultime vengono attivate quando si trova una mappa del tesoro nel loot di uno scontro, dovendone seguire gli indizi fino al tesoro sommerso. Decisamente le mie preferite.
Avanzando nell’avventura sarà anche possibile conquistare i porti nemici, potendo quindi espandere il dominio dei pirati. Per farlo occorrerà distruggere i forti. Inutile dire che la loro distruzione non sarà affatto semplice, soprattutto perché , una volta attaccati, le truppe nemiche arriveranno in aiuto. Fortunatamente anche noi saremo affiancati dai nostri alleati pirati.
Chi vuole un boccale di Grog?
Dal punto di vista della direzione artistica, pur non avendo osato molto (considerando il solo anno di sviluppo), King of Seas ricorda molto Sid Meier’s Pirates e Sea of Thieves, soprattutto per l’utilizzo di colori molto sgargianti. Ho apprezzato particolarmente anche l’utilizzo di un design cartoonesco per le vignette dei dialoghi e dei personaggi stessi, le quali mi hanno rilanciato nelle vecchie avventure grafiche della LucasArts.
Da lodare sicuramente è la rappresentazione del mare e dei solchi riprodotti sull’acqua al passaggio delle navi, specialmente durante le tempeste. Allo stesso modo la cura riposta nei dettagli delle imbarcazioni, i quali però saranno visibili appieno esclusivamente zoommando.
Ad accompagnarci per l’intera avventura troviamo un sound design non troppo presente ma assolutamente delizioso e ben caratterizzato, a cui si aggiunge una colonna sonora non troppo ricca ma ben utilizzata, la quale ci saprà accompagnare in tutte le ore di gameplay.
King of Seas è privo di doppiaggio ma è interamente localizzato in italiano, sia per i menù che nei dialoghi. È possibile, inoltre, scegliere ben 10 altre lingue disponibili.
I caricamenti sono estremamente veloci e non ho riscontrato alcun calo di frame, bug o glitch invalidante. Se proprio dovessi trovare un difetto, talvolta sono stata costretta ad aprire e chiudere il menù prima di poter riparare la nave.