Nel 2022 Square Enix ha pubblicato un grande quantitativo di videogiochi, ma solo una ristretta manciata di titoli è riuscita a farsi valere in quella che é stata un’annata ricca di uscite importanti. Il 2023 per l’azienda nipponica sarà alquanto decisivo: non solo vi sarà l’arrivo del promettentissimo Final Fantasy XVI, ma sono in arrivo diversi titoli importanti tra cui Forspoken, che é approdato di recente su PlayStation 5 e PC. Realizzato da Luminous Production, team fondato per l’utilizzo esclusivo del Luminous Engine, l’ex Project Athia ha generato innumerevoli discussioni sulla sua qualità finale, generando un dibattito molto accesso.
Dopo la pubblicazione di una demo giocabile, il titolo ha generato non poco scetticismo tra i giocatori, imbastendo un pregiudizio su un gioco che invece ha molto da raccontare. Dopo averlo concluso su PlayStation 5, la considerazione che ho personalmente raggiunto finendo Forspoken é che alla fine ci troviamo dinanzi ad un titolo che é l’equivalente di una rosa con troppe spine. Il perché ve lo spiego in questa nuova recensione.
Forspoken, benvenuti ad Athia!
Frey Holland é una ragazza piuttosto problematica di New York, la giovane infatti ha regolarmente problemi con la legge e le sue visite al tribunale sono alquanto frequenti. Dopo l’ultimo arresto, le viene concessa un’ultima possibilità e viene condannata ai lavori socialmente utili, cosicché possa finalmente assumersi le sue responsabilità dopo tutti i reati finora commessi. Frey vive da sola a stento con la sua gatta Homer, che in tutto e per tutto é la sua unica famiglia: la ragazza fu abbandonata dai suoi genitori quando ancora era in fasce, ed ha vissuto la sua esistenza per espedienti. Tuttavia la sua vita assumerà una brutta piega e, mentre tenterà un ultimo ed atroce atto finale, la ragazza troverà un misterioso bracciale dorato, il quale all’improvviso la trasporterà in un altro mondo.
Qui la ragazza conoscerà Cuff, la misteriosa entità rinchiusa nel bracciale, ed insieme esploreranno Athia, il misterioso mondo in cui sono finiti entrambi. Dopo un lungo tragitto, il duo finisce nella cittadella di Cipal, l’ultimo baluardo dell’umanità di un mondo caduto in rovina, e sebbene l’accoglienza riservata non sia delle migliori, Frey deciderà grazie ai poteri magici ottenuti al suo arrivo di offrire il suo aiuto per fermare la “Rovina”, il fenomeno naturale che sta disseminando distruzione in Athia. Questo vasto mondo fantasy é governato dalle quattro Tantha, le protettrici del popolo ognuna delle quali ricopre un ruolo specifico nella società ideata da Forspoken, e sono ritenute come la principale causa della distruzione che circonda la gente di Cipal, divenendo così l’obiettivo primario di Frey prima di trovare un modo per tornare a casa. Ciononostante, la realtà dei fatti sarà molto diversa da quella narrata, e il viaggio di Frey e Cuff ne svelerà ogni tassello.
Il racconto di Forspoken é un alternarsi di alti e bassi. Difatti, alcuni elementi narrativi che compongono la trama vengono afflitti da uno storytelling alquanto traballante, incapaci di risaltare quelli che dovrebbero essere i momenti più importanti dell’avventura di Frey nelle terre di Athia. Anche i ritmi non sono di certo i più favorevoli: da un inizio lento ad uno svolgimento rapido e coinvolgente, fatto di nozioni di trama interessanti ed illuminanti, il tutto accompagnato dal rapporto suggellato tra i due protagonisti. Frey nei suoi dialoghi trasuda semplicità e adattamento, elementi che hanno segnato il suo spericolato quanto illegale stile di vita. Dopotutto, il suo personaggio é un delinquente che a malapena ha ricevuto una vera educazione, e ciò lo si nota nei suoi modi semplici e mediocri con cui affronterà alcune discussioni e problematiche. Cuff invece é l’esatto contrario della ragazza, tanto da sembrare un lord inglese a confronto del linguaggio sempre più “popolano” di Frey. Eppure Forspoken non narra solamente un racconto tipicamente isekai, ma parla anche della crescita e rivalsa di una persona che dai problemi è sempre fuggita, portandola ad una conseguente maturità ed accettazione di sè stessa.
E non occorrono di certo linguaggi danteschi o discorsi da premio Nobel per farlo: semplicemente quella di Forspoken é una storia raccontata con un linguaggio piuttosto contestualizzato e in linea con il suo personaggio di punta – che possa piacere o meno -, e indubbiamente per quanto alcuni passaggi possano risultare scontati, Ia trama di Forspoken cela al suo interno un mondo ricco di informazioni, con un world building che probabilmente meritava un’esplorazione più approfondita.
Le abilità magiche di Frey!
Quello di Forspoken é un gameplay tipico degli Action-rpg, con un sistema di combattimento decisamente coreografico e a tratti anche alquanto variegato. Frey ha a disposizione svariate magie appartenenti ad elementi diversi, alimentando così una componente ludica decisamente valida. In combattimento infatti la ragazza può usufruire di tutte le tecniche apprese tramite un semplice albero abilità, e scagliarle contro le temibili creature che popolano le lande di Athia. Il combat system può richiamare a tratti la componente shooter di un TPS: se con un tasto Frey può letteralmente sparare sassi, sfere infuocate o frecce acquatiche, con l’altro può invece utilizzare delle abilità secondarie piuttosto devastanti. La maga prediletta però può anche scatenare un’abilità ancor più potente dopo aver ricaricato una barra specifica, colpendo così un grande quantitativo di nemici con un singolo colpo. Le abilità di Frey possono essere scatenate senza alcuna remora, seppur le magie secondarie richiederanno una manciata di secondi per ricaricarsi. Il sistema di combattimento permette dunque a Frey di impiegare tutto il suo potenziale magico in un’unica battaglia, poiché il titolo metterà davanti diverse schiere di nemici con le loro rispettive debolezze, invitando così il giocatore non solo a variare le magie in utilizzo, ma di potenziare anche tutti gli elementi. Le magie possono essere migliorate non solo acquistando tramite l’albero abilità le versioni migliorate, ma anche completando delle sfide attivabili solo nei vari rifugi sparsi per la mappa di gioco. Queste sfide richiederanno di completare delle specifiche azioni durante le fasi di combattimento ed esplorazione, spingendo dunque il giocatore a sfruttare il massimo potenziale delle magie. Anche il sistema della schivata risulta decisamente coreografico, seppur non risulti incredibilmente preciso come il sistema di contrattacco, che in alcune situazioni torna decisamente utile. I combattimenti, giocati a difficoltà normale in alcune occasioni sono stati alquanto impegnativi soprattutto nelle fasi più avanzate del gioco: i nemici in alcune occasioni possono essere spietati nei nostri confronti, tant’é che sarà alquanto semplice subire dei colpi mentre gestiremo un altro combattimento.
Il mondo di Athia é ricco di punti d’interesse da visitare e, al contrario di una millantata “vuotezza”, ciascuna delle attività messe a disposizione offre sempre un vantaggio per Frey. Tra missioni secondarie, dungeon, scontri su larga scala e continue ricompense, ogni anfratto cela sempre un motivo per essere visitato, insieme ad un buon quantitativo di nemici che vagano per le lande di questo mondo fantasy. Il tutto ovviamente passa per un’esplorazione alquanto scorrevole per merito di un sistema parkour solido. Grazie alla magia infatti la ragazza può muoversi con fluidità e rapidità negli ampi paesaggi che caratterizzano Athia librandosi persino con spettacolari acrobazie, e, grazie ad alcune abilità acquisite, può addirittura scalare le pareti rocciose e muoversi sull’acqua. Un sistema di movimento che rende l’esplorazione un’attività semplice e immediata, un fattore apprezzabile soprattutto considerate le generose dimensioni della mappa di gioco. Pad alla mano Forspoken riesce ad intrattenere abbastanza: il suo gameplay è sicuramente l’elemento più riuscito, merito soprattutto del combat system e del parkour, mentre le attività secondarie, seppur numerose, risultano essere un mordi e fuggi per potenziare ulteriormente Frey. Tuttavia, dietro alle missioni secondarie – dette anche Deviazioni – si celano delle storie che vale la pena esplorare.
Un titolo non proprio next-gen
Nonostante le diverse lance spezzate in favore del suo gameplay, il problema più tangibile di Forspoken riguarda il comparto tecnico e grafico. In particolar modo, sembra che il Luminous Engine sia ancora difficile da sfruttare al pieno delle sue potenzialità, tant’é che non solo i modelli di personaggi ed edifici risultano poco dettagliati, ma in generale la risoluzione delle texture mi é parsa alquanto bassa. Il problema lo si nota soprattutto durante la prima porzione della storia, dove Frey viaggerà in una regione desertica e prevalentemente rocciosa. Tuttavia la situazione migliora, seppur di poco, nelle aree successive e ricche di vegetazione, dove l’estetica contribuisce a restituire un colpo d’occhio soddisfacente. Infatti se c’é una nota positiva in Forspoken e nel suo comparto visivo, quella è indubbiamente la direzione artistica che, compensando agli increduli limiti tecnici del titolo sviluppato su PlayStation 5, riesce ad imporre dei paesaggi affascinanti da esplorare, soprattutto grazie al suo sistema di parkour. Nonostante ciò, anche le prestazioni lasciano spesso e volentieri a desiderare: neppure in modalità performance il titolo riesce a mantenere un frame rate stabile e fluido. Gli effetti particellari invece sono ben fatti: nel momento in cui Frey scaglia le magie acquatiche od infuocate queste si esprimono attraverso degli effetti altamente riusciti, rendendo visibile persino ogni particella con cui sono formati. Il tutto si esprime attraverso una fedeltà decisamente azzeccata. Infine vi é un comparto sonoro piuttosto standardizzato: la colonna sonora non eccelle particolarmente e il doppiaggio – rigorosamente in lingua originale – mi é parso tutto sommato buono, tuttavia la localizzazione italiana talvolta non riesce a restituire lo stesso impatto di alcuni giochi di parole espressi in inglese, risultando così leggermente distaccato dal significato del parlato.