Rilasciato lo scorso 23 settembre 2021, Diablo 2: Resurrected è un remake del titolo originale rilasciato originalmente nel lontano 2000 esclusivamente su PC.
Quando si sente parlare di Diablo 2 è impossibile non scattare sull’attenti. Il titolo di Blizzard è senza ombra di dubbio uno tra i più importanti per la compagnia, il quale ha consacrato il successo della saga vincendo anche il Game Of The Year nel suo anno di uscita.
Proposto per le console di attuale e scorsa generazione, il remake consente di provare, pad alla mano, uno dei titoli più importanti di Blizzard ad una nuova leva di giocatori. Un titolo estremamente longevo, con tantissime possibilità nello sperimentare Build sempre diverse e prepararsi a giocare alle difficoltà più avanzate, da sempre uno degli aspetti più importanti del brand.
Conclusa questa mia breve premessa, mettevi comodi e partite insieme a noi in questa nuova recensione di Diablo 2: Resurrected, il remake di uno dei giochi più amati del 2000!
Bentornato – o benvenuto – in Diablo 2!
La trama di Diablo 2: Resurrected non si discosta molto da quanto già visto nell’originale. La storia prosegue immediatamente dopo il termine del predecessore, quando il nostro eroe, sconfiggendo infine Diablo, provò ad intrappolarne l’anima attraverso la “Pietra dell’Anima”. Qualcosa però andò per il verso sbagliato, poiché Diablo, nullificando i nostri sforzi, riuscì a corrompere l’anima del nostro personaggio, rilasciando i demoni per tutta Sanctuary.
Con questa breve introduzione ha dunque inizio il nostro viaggio all’interno di Diablo 2: Resurrected. Un viaggio composto da ben 5 Atti, i quali ci vedranno fronteggiare non solo i boss classici, ma anche Diablo in persona ancora una volta.
Come capita spesso in questa tipologia di giochi non esiste una longevità media, poiché il tutto viene lasciato in mano al giocatore e al suo modo di approcciarsi ai videogiochi. Spetterà quindi a voi stessi decidere come muovervi, se investire i punti abilità in maniera adeguata per costruire una build, oppure se prendervi un attimo di pausa nel cercare equipaggiamento sempre più potente per voi e per il vostro compagno (qualora ne reclutaste uno in caso di bisogno).
Il tutto viene raccontato da un narratore esterno, accompagnato da numerose cutscene di fine atto. Queste ultime risultano essere davvero magistrali e curate sotto ogni minimo aspetto. Impossibile non evidenziare l’amore e la cura riposte da Blizzard sotto questo punto di vista.
Pronto a fronteggiare l’armata dei demoni?
Dal punto di vista del gameplay, Diablo 2: Resurrected mette a disposizione ben 7 personaggi utilizzabili. Infatti, questa nuova edizione include l’espansione “Lord Of Destruction”, la quale oltre ad includere il Druido e l’assassino come classe, aggiunge anche il quinto atto alla storia e tante altre migliore molto gradite. In ogni caso è anche possibile provare l’esperienza originale, potendo attivare o disattivare l’espansione a piacimento. Da Blizzard stessa arriva però il consiglio di mantenere l’espansione attiva, soprattutto se siete dei nuovi al brand.
Se siete dei giocatori alle prime armi, o soprattutto non avete mai giocato ad altri capitoli di Diablo, scelta la classe ed entrati nel mondo di gioco sarà normale rimanere spaesati e, allo stesso tempo, spaventati dalle meccaniche di gioco. Nulla è stato modificato in questa nuova edizione. Infatti, pad alla mano il titolo si presenta tale e quale a quanto proposto nell’originale del 2000.
Infatti, Diablo 2: Resurrected oltre a risultare un titolo estremamente divertente – soprattutto in coop -, è un titolo molto lento che richiede comunque una certa attenzione durante l’esplorazione, nel combattimento e nello scegliere attentamente quali abilità attivare. La costruzione di una build adeguata è fondamentale per le difficoltà avanzate, ma soprattutto la gestione dell’inventario sarà un altro dei perni da imparare a gestire.
Ebbene sì, la gestione dell’inventario in Diablo 2: Resurrected è uno degli aspetti fondamentali del titolo. Oltre ad essere molto limitato, non potrete espanderlo in nessun modo. Infatti, proseguendo nell’avventura sarà necessario decidere cosa portare con sé, partendo in primis dai “Talismani Superiori“, i quali occupano da un minimo di 1 ad un massimo di 4 blocchi ciascuno. Inoltre, anche le pozioni di Mana o di Vita saranno fondamentali. Durante le vostre esplorazioni vi capiterà di trovarne davvero tantissime.
È qui che entra in gioco il nostro “Forziere” personale, dove potremo depositare qualsiasi tipo di oggetti. In esso è presente una sezione “Personale” e tre sezioni “Condivise”, utili per prendere oggetti oppure oro accumulati con un altro personaggio.
Anche le armi hanno un ruolo fondamentale. Molte volte, nel raccogliere il loot, troveremo delle armi evidenziate in rosso con la scritta “Non Identificate”. Qui entrano in gioco altri due oggetti di estrema importanza, il “Portale Cittadino” e la “Pergamena di Identificazione“.
Con il primo oggetto è possibile creare in qualsiasi momento un portale diretto per il nostro hub centrale, per eventualmente recuperare vita, vendere oggetti in eccesso ed altro ancora. Oggetto molto utile in molti contesti, sta al giocatore decidere come sfruttarlo al meglio. La pergamena, invece, svela l’equipaggiamento non identificato, con possibilità di trovare armi ed armature di utilità differente. All’inizio possono apparire abbastanza macchinosi, ma pian piano diverranno sempre più automatici.
Parlando della crescita del personaggio, ogni qualvolta il nostro eroe salirà di livello potremo utilizzare 4 punti statistica, da investire in Forza, Destrezza, Vitalità o Energia. Molto importante è la scelta su cosa investire questi punti, dato che ogni classe è unica e richiede statistiche differenti per essere competitiva. Inoltre, avremo un punto abilità da investire in uno dei tre rami presenti. Selezionate sempre ciò che più vi aggrada, cercando comunque di specializzarvi al meglio per affrontare l’endgame.
Abbiamo apprezzato moltissimo anche la cura posta nell’esplorazione delle mappe e dei vari dungeon, proponendo zone sempre collegate tra loro attraverso grotte o sottopassaggi. Il tutto contornato dal tono cupo ed oscuro che contraddistingue lo stile di Diablo 2. Durante le nostre esplorazioni sarà fondamentale trovare i checkpoint di teletrasporto, comunemente conosciuti come “Waypoint“. Essi ci consentiranno di tornare in quella specifica zona in qualsiasi momento attraverso il nostro hub, dimezzando ed agevolando il viaggio.
Altra meccanica molto interessante consiste nel reset completo della mappa ogni volta che aprirete il gioco. Ogni cosa verrà azzerata, potendo esplorare nuovamente in cerca di tesori migliori e nemici da far fuori. All’inizio potrebbe dare fastidio ai più, ma con il tempo diverrà sempre più utile.
Se volessimo riassumere il tutto, è impossibile non fare i complimenti a Blizzard per il grandissimo lavoro svolto. Nonostante Diablo 2 sia un gioco che porta sulle proprie spalle ben 21 anni, nel remake sembra quasi rinascere nuovamente, ritornando ancora una volta il punto di riferimento in questo ambito.
Anche se in ambito gameplay il tutto è rimasto invariato, comprese le varie meccaniche sopracitate, abbiamo trovato un lavoro davvero eccellente. Un prodotto di cui difficilmente ci si potrebbe lamentare. Un titolo con una longevità estrema accompagnato da un tasso di sfida sempre appagante.
Avrà mai fine questo tormento?
Diablo 2: Resurrected arriva sulle console di attuale generazione con una risoluzione in 4K e 60fps per la modalità “Performance”, mentre nella “Quality Mode” avremo sempre una risoluzione in 4K ma con 30fps.
Dal punto di vista tecnico e grafico, il lavoro svolto da Blizzard è a dir poco perfetto, regalando una cura nei dettagli incredibile, soprattutto per i personaggi e nelle diverse ambientazioni proposte.
Di ottima fattura anche le OST, come anche il doppiaggio italiano che ci accompagnerà per tutto il gioco.