World War Z è il nuovo sparatutto cooperativo tratto dal romanzo di Max Brooks e dalla pellicola cinematografica di Paramount Pictures, che vede protagonista l’attore hollywoodiano Brad Pitt. Sviluppato da Saber Interactive e distribuito da Focus Home Interactive, World War Z è disponibile sugli scaffali di tutti gli store sia fisici che digitali dal 16 aprile per le versioni PlayStation 4, Xbox One e PC. Il titolo promette un’esperienza cooperativa survival non troppo distante dal re indiscusso Left 4 Dead o dall’apprezzato Killing Floor 2; l’idea del team di sviluppo è quella di proporre al pubblico di videogiocatori un prodotto che in nessun modo vuole essere fedele alle opere originali da cui trae il nome, ma la cui esperienza possa essere una delle più interessanti nell’ambito del parco titoli cooperativi a quattro giocatori. Grazie a un codice review, abbiamo potuto provare in modo approfondito World War Z e non vediamo l’ora di parlarvene in questa nostra recensione.
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World War Z: recensione dello shooter cooperativo di Saber Interactive!
“E’ la natura la miglior serial killer vivente!” Il mondo di World War Z non ha posto per i più deboli, divora o altrimenti verrai divorato da chi non è più umano, ma solo un essere in putrefazione bramoso di sangue e carne umana. Quello sviluppato da Saber Interactive è un titolo survival, che richiede la cooperazione tra i giocatori per riuscire a sopravvivere e fuggire da un territorio ostile governato da orde sterminate di infetti. Attraverso la cooperativa online infatti è possibile collaborare tramite il matchmaking con altri giocatori nei quattro episodi attualmente disponibili, ognuno di essi con ambientazione, personaggi e storie diversificate tra loro, ma ciò che non cambierà è l’obiettivo: sopravvivere. Non si tratta però di una sopravvivenza ad ondate, bensì è necessario compiere un determinato compito che permette di avanzare nello scenario proposto dove è imperativo farsi largo tra le orde di infetti che intralciano il passaggio. Quella proposta in World War Z è una trama completamente distaccata dagli eventi narrati sia dalla pellicola cinematografica di Paramount che dal romanzo scritto da Max Brooks; la produzione di Saber Interactive punta infatti ad essere un’esperienza cooperativa solida, che sappia proporre un alto livello di sfida e rigiocabilità. Gli sviluppatori hanno preferito un approccio narrativo differente dal solito, infatti è possibile approfondire la storia che aleggia su ogni personaggio giocabile attraverso la biografia, il cui video introduttivo permette di fare luce sulla caratterizzazione del protagonista.
Il titolo non impone il gioco online, infatti è possibile godersi la campagna in giocatore singolo, con tanto di compagni di squadra controllati dall’intelligenza artificiale il cui approccio cambierà a seconda delle vostre azioni. Parlando di longevità, possiamo affermare che l’esperienza cooperativa può essere consumata entro poche ore di gioco, ma la rigiocabilità viene determinata dal fattore della difficoltà. A seconda della difficoltà scelta, l’elemento survival di World War Z sarà più marcato; scegliendo una difficoltà più bassa, i giocatori avranno risorse in quantità abbondanti, mentre danni e infetti diminuiranno, aumentandola invece, si avrà l’effetto contrario. Da qui la collaborazione tra i giocatori sarà fondamentale, infatti è necessario gestire le risorse in proprio possesso per avere la meglio sulle ondate di infetti in arrivo, il coordinamento gioca un ruolo fondamentale per avere successo sulle massicce orde che tentano di sfondare le vostre difese.
World War Z propone un gameplay da third person shooter, con una componente cooperativa su cui si fonda il gioco insieme all’immancabile elemento survival che definisce l’intera produzione. Per combattere la guerra su larga scala contro gli infetti, Saber Interactive ha fornito un ampio arsenale a cui i giocatori possono attingere tra armi primarie, secondarie, pesanti e corpo a corpo, strumenti di morte che possono essere migliorati attraverso l’utilizzo dei crediti guadagnati nel gioco. A fare la differenza però sono le classi su cui si basa il gameplay, ben distinte tra loro, queste giocano un ruolo fondamentale per condurre la squadra verso la via della salvezza. Pistolero, Devastatore, Medico, Meccanico, Macellaio e Sterminatore, sono gli stili di gioco che ogni giocatore può assumere durante una partita attraverso la selezione delle classi, quest’ultime possono essere migliorate acquisendo nuovi talenti, il cui sblocco garantisce un bonus sia passivo che attivo ed avere accesso ad un determinato arsenale sin dall’inizio della partita. Una volta pronti, eccoci catapultati in un level deisign alla lunga ripetitivo, con situazioni che si ripetono più volte nell’arco di poche ore di gioco. Il momento clou di ogni missione è senza ombra di dubbio quando dovremo difenderci dall’orda, in cui è necessario intraprendere una controffensiva in pieno stile tower defense. Nei dintorni di un obiettivo da difendere troveremo utili strumenti di difesa come torrette fisse e automatiche, ma anche trappole elettriche e fili spinati, da poter piazzare secondo delle posizioni indicate dal gioco per rafforzare non solo la potenza di fuoco, ma anche il controllo della situazione poiché gli infetti saranno tutt’altro che pochi da affrontare. Una volta sistemate le difese entro il tempo concesso dal gioco, l’orda inizierà a fare irruzione verso la vostra posizione, da qui è necessaria un’organizzazione da parte dei sopravvissuti per gestire le varie diramazioni che l’orda intraprenderà pur di scarnificare qualsiasi essere vivente. L’orda in World War Z viene gestita da una buona intelligenza artificiale, che permette agli infetti di costruire, corpo su corpo, una piramide in grado di scavalcare ostacoli come muri e recinzioni, è dunque di vitale importanza abbattere la base che permette agli zombi di salire, rallentando così la loro corsa verso l’obiettivo. Il titolo si ispira fortemente a Left 4 Dead di Valve, tant’è che anche qui ritroviamo zombi speciali differenziati dalle loro capacità aggressive. Il Toro è uno zombi possente, la cui grande stazza gli permette di compiere delle cariche e di afferrare un singolo giocatore per poi strattonarlo finché non muore; il Predatore invece sfrutta un approccio puramente stealth nascondendosi dietro gli angoli, saltando addosso a un giocatore affonda i suoi denti nelle carni del sopravvissuto, in una morsa in cui il giocatore stesso, caduto vittima della sua trappola, è impossibilitato nel liberarsi da tale morto vivente e si ritrova obbligato a ricevere l’aiuto dei suoi compagni di squadra. Per ultimi ma non per importanza vi sono lo zombie gassoso, un essere munito di una tuta hazmat il cui gas sprigionato dal suo corpo putrefatto causa ingenti danni ai giocatori circostanti, mentre l’urlatore è colui che attraverso l’ausilio di un megafono, richiama a sé orde di zombi, complicando così una situazione che altrimenti poteva essere favorevole per i sopravvissuti.
E’ importante, soprattutto alle difficoltà più elevate, esplorare il più possibile le mappe di ogni missione, trovando degli ordigni esplosivi si ha accesso a delle risorse altrimenti normalmente non reperibili, utili soprattutto quando arriva il momento di difendersi da un’orda. Anche l’approccio stealth è di vitale importanza, specie dalla difficoltà difficile in poi, dove gli zombi aumentano così come i danni subiti; agire in modo silenzioso permette ai sopravvissuti di non attirare ulteriori attenzioni, risparmiando così le risorse già limitate di loro. World War Z vanta anche di un comparto multigiocatore appena soddisfacente, dove i giocatori si sfidano nelle modalità PvPvZ (Player Vs. Player Vs. Zombi), dove i giocatori si affronteranno nelle mappe tratte dagli scenari principali del gioco in scontri a fuoco dalla media-corta distanza. I due team protagonisti però dovranno fare attenzione agli zombi che invadono ad intervalli regolari la mappa di gioco, perché gli avversari non saranno l’unica minaccia da cui proteggersi durante la partita. Il comparto multigiocatore vede l’inclusione di diverse modalità, dal più comune deathmatch a squadre alle modalità ad obiettivi; inoltre i giocatori potranno competere online utilizzando le classi preimpostate dal gioco, quest’ultime, come nella cooperativa online, potranno essere migliorate attraverso l’acquisizione di nuovi talenti.
New York, Gerusalemme, Mosca e Tokyo, queste sono le città che siamo chiamati a difendere nel titolo di Saber Interactive; il team di sviluppo dello Swarm Engine ne ha fatto veramente tesoro, il cui impiego ha saputo proporre ambientazioni fedeli alla realtà, giocando molto sui dettagli e ciò che possiamo vedere oltre il territorio su cui possiamo mettere piede. Sfruttando l’impostazione di una mappa esplorabile piuttosto di un gettonatissimo mondo aperto, il team di sviluppo ha avuto modo di impiegare le risorse a disposizione lavorando minuziosamente sulla densità di dettagli il cui occhio umano può osservare su schermo; nonostante alcune sbavature sulle texture, possiamo dire che anche l’occhio ha la sua parte. Ciò che ci ha soddisfatto maggiormente è la realizzazione delle orde, i cui agglomerati incalcolabili di zombi riescono a non intaccare la stabilità del frame rate fissato a trenta fotogrammi per secondo, merito dell’engine di proprietà del team di sviluppo che è riuscito a non appesantire il gioco ulteriormente, soprattutto su PlayStation 4 Standard. Inoltre, anche i modelli dei personaggi sono stati realizzati con fattezze molto credibili, un po’ meno invece le animazioni che avrebbero meritato un pizzo di attenzione in più. Per quanto riguarda il feedback delle armi possiamo ritenerci soddisfatti nella modalità cooperativa, mentre per quanto riguarda il multigiocatore che vanta di buoni server, vi è uno sbilanciamento di esse, soprattutto per i fucili a pompa. Il titolo vanta di testi e menù in italiano, mentre il doppiaggio è puramente in inglese.