Abbiamo aspettato per quasi cinque mesi l’arrivo della prima, vera, espansione di The Witcher III, mesi nei quali CDProject ha provveduto a rilasciare vari pacchetti aggiuntivi gratuiti e diverse patch, alcune davvero mastodontiche. Hearts of Stone si dimostrerà superiore ai pacchetti precedenti e sistemerà le magagne tecniche del titolo? Scopriamolo.
Cuore di pietra
Scaricati ed installati i circa 5GB, ci troveremo catapultati nuovamente all’interno dell’universo di gioco che già conosciamo e potremo decidere come affrontare questa nuova serie di quest. Sia che si continui da dopo la conclusione del titolo che ci si approcci all’espansione prima di aver completato il pacchetto base, vedremo apparire una nuova bacheca nella zona ad est di Novingrad, dove troveremo i primi indizi e le prime quest relative all’espansione. Come consigliato dagli sviluppatori, il livello necessario per intraprendere questi incarichi deve essere non inferiore al 30°, ma fidatevi, se sarete di livello maggiore non troverete gli scontri troppo semplificati. La nostra missione iniziale è molto semplice: andare nelle fogne di Oxenfurt per trovare ed eliminare un mostro che continua a mietere vittime. Da qui si dirama una trama articolata e ricca di colpi di scena, dove incontreremo qualche vecchia conoscenza, almeno per chi ha seguito la saga dagli albori, ossia il Signore Degli Specchi e Shani, un medico con cui Geralt ha avuto dei trascorsi. Oltre la main quest troveremo anche qualche nuovo incarico secondario, uno dei quali aggiunge un’interessante nuovo mercante, che approfondiremo poco più avanti nella recensione.
Cose nuove e cose vecchie…
Come dicevamo in apertura, quest’espasione si svolge all’interno della mappa di gioco già presente nel paccheto originale, modificandola e farcendola di nuovi punti di interesse, di qualche nuova bacheca e piccolo insediamento, ma non alterando la grandezza, già più che generosa della stessa. Al contempo, però, è stato aggiunto un nuovo mercante, con un’interessante funzione, che vi tornerà presto utile; stiamo parlando dell’incantatore, un simpatico individuo che incanterà i vostri oggetti inserendo alcune parole runiche, previo il possesso delle rune necessarie. Queste hanno tre gradi di potenza e gli effetti più disparati, che spaziano dal rendere l’armatura a prova di frecce, passando per potenziamenti che alterano intensità e potenza dei segni, o che vi aggiungono effetti collaterali. Purtroppo, le stesse parole non sono molte, e quelle realmente utili, almeno dal nostro punto di vista, sono poche e non tutte equipaggiabili simultaneamente. Altro limite imposto dagli sviluppatori consiste nella necessità di possedere le rune necessarie ad incantare gli oggetti, oltre che di un cospiquo investimento monetario per far si che il mercante stesso possa svolgere il suo dovere.
I bachi dello strigo
Arriviamo dunque a parlare degli aspetti che meno ci hanno convinto di questa e spansione, molti dei quali derivano direttamente dal titolo originale e qui troviamo peggiorati o ingranditi. A fronte di un aspetto tecnico e stilistico veramente impressionante, troviamo una flessione delle prestazioni del gioco dopo l’installazione delle ultime patch e di questo corposo DLC, tanto da spingerci a fare un ripristino integrità del database per riuscire a ridurre sia i tempi di caricamento, ora aumentati ulteriormente rispetto al pacchetto base, sia per aumentare la fluidità e diminuire i cali di framerate.
Oltre ai problemi di fluidità, abbiamo anche riscontrato diverse altre leggerezze nel titolo, cominciando con un bilanciamento non perfetto della difficoltà delle quest di questa espansione e la presenza di alcuni boss decisamente ostici, scontri contro molteplici nemci, frecce nemiche completamente troppo potenti e che colpiscono a distanze cosmiche ed ignorando completamente alberi e vegetazione. Insomma, un’espasione che, forse, necessitava di un po’ di tempo in più prima di essere immessa negli store, con una fase di pulizia e bilanciamento più precisa ed accurata.