I Tie-In sono in gran voga in questi ultimi tempi, ma nella maggior parte dei casi ci si trova spesso davanti a prodotti scadenti o non all’altezza dell’opera originale. The Legend of Korra prende spunto dalla fortunata serie animata inserita nell’universo di ” Avatar” ( no, non gli avatar blu alti tre metri di Cameron NDR), che sta avendo un ottimo riscontro sul pubblico più giovane. La vera novità è che per realizzare questo Tie-In si sono scomodati niente di meno che i Platinum Games, famosissimo team che ci ha proposto, negli ultimi anni, due perle come Vanquish e Bayonetta. Vediamo se il loro tocco magioco si sente anche questa volta.
Serie americana, team orientale
Raramente capita che un team orientale si cimenti su prodotti e marchi provenienti dal territorio americano, sopratutto se tali marchi riguardano le serie animate, dove l’oriente primeggia senza ombra di dubbio. Difatto, la serie di Nickelodeon non è mai stata trasmessa in Giappone, mettendo non poco in crisi gli sviluppatori, ed il tutto lo si nota giocando, anche soltanto informandosi in rete su cosa tratti la serie televisiva originale.
Qui noi impersoneremo Korra, un’Avatar dotata delle capacità di controllare tutti gli elementi e di usarli a proprio vantaggio, e ci troveremo a girovagare per un mondo di gioco che richiama gli anni trenta a livello tecnologico, con divagazioni simil futuristiche tipiche del genere Steampunk, dove la tecnologia retrò e la fantascienza si fondono a creare un unico universo. Al contrario di quanto avviene nella serie televisiva, dove i vari cattivi che si susseguono non risultano mai banali, qui ci troveremo privati dei poteri da uno stregone, senza alcuna motivazione, ma solo perchè gli sviluppatori hanno deciso così, senza approfondirne le ragioni e senza che egli abbia uno scopo apparente. Ci troveremo quindi, dopo una fase iniziale dove combatteremo solo a mani nune, a dover recuperare il legame elementale con tutti gli elementi e a ristabilire e recuperare il nostro stato di Avatar per poter sconfiggere queste forze del male.
Gli spunti narrativi finiscono qui, e fungono solo da mero pretesto per farci affrontare otto livelli di gioco piuttosto in sequenza, senza mai sentirsi però partecipi delle vicende.
Low budget o DD?
Il titolo, disponibile solo in versione digitale, non si dimostra all’altezza degli altri lavori di Platinum sotto nessuno dei suoi aspetti cardine. Il combat system, da sempre marchio di fabbrica di Platinum, qui risulta abbastanza convulso e poco ispirato, per lo meno nelle fasi iniziali, migliorando gradualmente man mano che si avanza nell’avventura e si acquisiscono nuovi poteri e nuove mosse. Il sistema, che privilegia il combattimento focalizzato con un lock-on gestito non troppo bene, non si fonde bene con la struttura ad “arene” del gioco, dove percorreremo ampi spazi esplorativi per poi trovarci in uno spiazzo dove per poter proseguire dovremo sterminare tutto ciò che ci si para contro. Questa struttura si ripete per tutto l’arco dell’avventura, variando solo la tipologia di attacchi che potremo eseguire.
Anche i nemici non brillano né per varietà né per astuzia, riducendosi a quattro modelli riciclati all’infinito, con settaggi diversi a seconda del colore e dell’avanzamento dell’avventura. Neanche i boss risultano esaltanti ed anzi sono riciclati molteplici e molteplici volte durante tutto il titolo.
l design di ambienti e nemici, che riprende a grandi linee quello della serie tv, risulta troppo povero e spoglio, non risultando per nulla competitivo sull’attuale generazione di hardware e sfigurando anche se rapportato a molti degli esponenti del genere action nella scorsa generazione.
Si salvano la fluidità, ottima in tutti i frangenti, ed il combat system delle fasi avanzate, dove potremo intercambiare e scambiare i poteri durante una combo, potendo quindi alternare senza soluzione di continuità attacchi di acqua, terra, fuoco ed aria.
Un’eccessiva potenza di quest’ultimo elemento però ve lo farà preferire di gran lunga rispetto agli altri, andando a minare anche qui il risultato complessivo.
Varietà, questa sconosciuta
Infine, a penalizzare un titolo tutto sommato onesto, ci pensa una varietà che, sostanzialmente, non c’è. Tutto l’arco di gioco è una continua ripetizione della stessa struttura con cambi di location e, nelle fasi finali, cambi di nemici. Spezzano leggermente il ritmo le fasi di corsa, a bordo del nostro destriero (un enomre cane bianco) che si svolgono in zone predefinite e sono gestite alla Temple Ruins, ossia su binari. Pregevole invece l’inserimento della modalità Pro-Bending, dove ci troveremo a giocare ad una variante di Palla avvelenata, dove dovremo spingere indietro gli avversari azzerandone i punti ferita, per poi spingerli giù dal ring.