Resident Evil 2 Remake – Recensione

La dedizione e cura certosina di questo prodotto rende onore al leggendario capitolo della saga. Il mix perfetto che tutti stavano aspettando. Insomma, siamo di fronte ad uno dei miglior RE e in generale al miglior Remake mai fatto, puntando effettivamente nuovi standard di qualità per tutti i lavori di ristrutturazione negli anni a venire. Capcom, con questo Resident Evil 2 Remake, ha saputo finalmente imboccare la strada giusta e non può non meritarsi un clamoroso ringraziamento per un gran ritorno ai fasti di un tempo.

Resident Evil ha rappresentato fin dal suo primo esordio, nel lontano 1995, un punto di riferimento per il genere survival horror dell’intera produzione videoludica. La saga di Biohazard vanta una corposa quantità di titoli, tutti più o meno collegati da vicende o personaggi che hanno segnato i giocatori nel corso degli anni. Nonostante il tessuto narrativo sia incentrato sempre agli eventi della Umbrella Corporation, il colosso farmaceutico di Raccoon City, Capcom è riuscita a tirar fuori capitoli molto diversificati tra loro. Siamo passati dai primissimi, con comandi tank a telecamera fissa, al rivoluzionario sistema più action in terza persona di Resident Evil 4, per finire poi con un ritorno al survival con Resident Evil 7 che ha stravolto il tutto, adottando una perfetta sintonia prima persona – VR. Anche le console di riferimento non sono sempre state le stesse, segno che Capcom ha voluto sempre sperimentare e tastare il terreno prima di raggiungere il mix perfetto delle sue S.T.A.R.S.

La nostra recensione di Resident Evil 2 Remake per PS4!

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A conti fatti però Resident Evil 2 è considerato ancora oggi dai fan forse il capitolo che ha colpito di più, ma le sue meccaniche obsolete lo rendono oggi un titolo difficile da digerire per via di un gameplay ormai passato a miglior vita.  Ebbene, Capcom ha accontentato i fan e ha rimesso a lucido la sua gemma più preziosa, da far ammirare anche a chi per forza di cose non ha potuto giocare all’originale uscito nel lontano 1998. Resident Evil 2 remake sarà riuscito nella sua impresa? Scopriamolo insieme nella nostra recensione.

La REinterpretazione

Il nome “Remake” non presente nel titolo risulta in parte una giusta mossa da parte della Capcom in quanto il lavoro svolto è molto di più se paragonato a tutti i gli altri remake usciti sul mercato. Lo scheletro di questa creatura è rimasto pressocché intatto all’originale, sia in termini di trama che di struttura, ma le novità sono il punto forte di questa produzione. Gli sviluppatori sono riusciti nel loro intento, e cioè accontentare i fan di vecchia data e al contempo rendere fruibile un caposaldo degli horror alle nuove leve senza snaturare il tutto, anzi renderlo ancora più bello di quanto si possa ricordare.

Resident Evil 2 Remake - Recensione

Ci ritroviamo nel 1998 in una Raccoon City devastata dagli esperimenti della Umbrella Corporation, sfuggiti di mano dai laboratori segreti trasformando in zombi ogni singolo cittadino, o quasi! L’opzione iniziale tra il vestire i panni di Leon S. Kennedy, giovane recluta della R.P.D., o Claire Redfield, studentessa universitaria e sorella di Chris, ci riporta all’emblematica scelta tra il dover inserire il CD1 o il CD2 nella nostra cara PS1. Complice l’introduzione capirete ben presto il motivo, che seppur reinterpretata in modo più coerente e realistica rende onore al passato. Superato il prologo entreremo nel cuore di Raccoon City, ovvero nella stazione di polizia, emblema della città e della serie Biohazard in generale. L’impatto visivo al suo interno, condito da una scenografia leggermente diversa, rende i fan appagati sotto due punti di vista, ovvero il riconoscimento delle storiche sezioni del gioco e il sapore del nuovo. Questo senso di dualismo ci accompagnerà fino alla fine e riguarda ogni sua parte, dai filmati, ai personaggi, agli enigmi e a tutto quello che vi circonda. Non mancheranno inoltre intere sezioni esclusive, ambientazioni nuove inserite per l’occasione, che vanno ad amalgamarsi perfettamente nel contesto dei personaggi secondari cui avremo modo di utilizzare, anche se per una porzione limitata dell’intera durata della storia.

Resident Evil 2 Remake - Recensione

Il vero REmake

Riproporre il gameplay vecchio stile, viste le sue meccaniche troppo rigide, era fuori discussione e infatti tutto il sistema di movimento e mira è stato modernizzato riprendendo a piene mani la telecamera in terza persona con una libertà di movimento completamente aperta, a 360°. Il sistema di mira è leggermente diverso dal solito e contribuisce ad aumentare la tensione in modo indiretto, complice un mirino a schermo che stabilizza il centro solo se immobili, quindi muoversi mentre state mirando renderà i vostri colpi meno precisi. Sarete voi quindi a dosare gli spostamenti solo quando effettivamente ne avrete bisogno.
Aggiungete una scarsa quantità di risorse, tra munizioni ed erbe, e ben presto non vi sentirete più al sicuro neanche negli spazi più aperti. Il fattore survival è più marcato di quello horror, tant’è che la tensione e paura sarà proprio dovuta alla mancanza di sicurezza che avvertirete nelle varie sezioni del gioco, ancora più marcata nella difficoltà Estrema in cui salvare necessiterà trovare i famosi nastri di inchiostro, da usare nelle macchine da scrivere.

Resident Evil 2 Remake - Recensione

Il menù dell’inventario e gli oggetti completamente visionabili in ogni angolazione sono una parte fondamentale della risoluzione degli enigmi articolati in modo più che realistico, basti pensare che alcuni suggerimenti non li troverete soltanto nei documenti sparsi in giro ma anche sui fondali stessi, scritti su una lavagna, un muro o altre parti di scenario. Il level design infatti è una parte importante che immerge il giocatore in ambienti densi di particolari. Esplorare le zone, anche negli antri più nascosti, paga sempre in termini di ricompense, che possono variare da oggetti consumabili a parti di modifiche per il nostro equipaggiamento, passerete quindi molto tempo ad osservarvi intorno per non tralasciare nulla di utile e prezioso sulla vostra strada.

Resident Evil 2 Remake - Recensione

L’immersione e il realismo che si respira è quindi molto alto e anche le sole animazioni di movimento lo rendono tale. Correre o camminare influirà molto sui nemici, alcuni più sensibili ai rumori altri meno, e la scelta di una o l’altra andatura potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte. I pericoli inoltre possono annidarsi dietro ogni angolo o porta: ebbene si gli zombi potranno spuntare ovunque e starà a voi crearvi delle vie di fuga sicure, uccidendo i nemici o semplicemente usando delle assi di legno per bloccare le finestre. Uccidere uno zombi non è l’unica soluzione, potete in alternativa azzopparli o lasciarli “non” morenti strisciare sul pavimenti dopo aver usato una granata o altro del vostro inventario. Il tutto viene memorizzato anche se vi allontanate da una zona completamente diversa per poi tornare indietro sui vostri passi, il che rende sensato lo sforzo di aver sanificato o messo al sicuro particolari zone della mappa.

Resident Evil 2 Remake - Recensione

Completare la vostra prima partita vi porterà via una buona decina di ore, dato variabile in base alla difficoltà scelta all’inizio. Questo però non vuol dire aver terminato il gioco del tutto, infatti per sbloccare il vero finale dovrete intraprendere una partita 2 con il personaggio che non avete scelto all’inizio, percorrendo in linea di massima le stesse vicende ma con un punto di vista e strade differenti, che ben si amalgamano con l’intreccio narrativo. Siamo di fronte quindi al vero e proprio scenario A e B proposto nell’originale Resident Evil 2 data la scelta arbitraria a inizio gioco di poter usare Leon o Claire. Aggiungete una smodata quantità di sbloccabili di ogni tipo, che variano dai classici bozzetti a intere modalità di gioco (che non stiamo qui a elencare per non rovinarvi la sorpresa) potete immaginare quanta carne al fuoco abbiamo tra le mani.

Il RE degli Engine

Abbiamo avuto modo di giocare Resident Evil 2 soltanto sull’ammiraglia PRO quindi non sappiamo dirvi le differenza con la console “liscia”. Dal punto di vista tecnico non possiamo che lodare ogni singolo fattore. Le animazioni ed espressioni facciali, sia dei personaggi principali che dei secondari, sono a dir poco eccellenti, gli attori scelti poi incarnano perfettamente lo stile originale. Il doppiaggio in italiano risulta di ottima fattura per la media odierna, anche se l’inglese rimane comunque una spanna sopra, che condito da un audio strepitoso non possiamo che consigliarvi di giocarlo con delle buone cuffie o un impianto 7.1. La quasi totale assenza di una colonna sonora di sottofondo esalta il senso di angoscia e solitudine che viene fuori dai rumori contestualizzati all’interno dell’ambientazione, i passi dei nemici e il suono delle porte che si aprono uniscono l’utile al dilettevole.
Il frame rate è un granitico 60 fps e rende l’esplorazione e le fasi combattive fluide e piacevoli da giocare. Il comparto grafico è un’altra vetta di eccellenza con una risoluzione che si avvicina molto ai 4k, insieme ad un’effettistica delle illuminazioni e particelle a dir poco stupefacente fanno dell’impatto visivo un punto di forza.
Anche la fisica fa il suo sporco lavoro, gli zombi reagiscono in modo molto differente in base a dove vengono colpiti, perdendo anche gli arti se insistete a sparare sullo stesso punto e di conseguenza cambiando le animazioni di movimento. Senza gambe un nemico può solo strisciare (o zoppicare nel caso sia partito il solo piede), oppure se amputate le braccia non potranno afferrarvi; anche la luce ha una sua fisicità dato che se puntate la torcia di fronte agli zombi essi rimarranno accecati temporaneamente.
Insomma, sembra essere tutto perfetto, ma come ogni cosa ci sono dei compromessi, piccolezze se paragonate al resto, come ad esempio la riduzione dei frame dei nemici in lontananza e qualche texture leggermente slavata. Nel complesso l’ottimizzazione è stata fatta con cognizione di causa e l’impatto generale rasenta la perfezione visiva, segno che l’engine proprietario di Resident Evil già rodato nel 7° capitolo calza a pennello con i survival horror.

Con il remake del primo e ora del secondo Resident Evil, Capcom ha ufficialmente iniziato a REsuscitare le sue creature più mostruose. Per chiudere perfettamente il cerchio ora non ci resta che aspettare il terzo capitolo, Nemesis, e il Code Veronica X. Ma prima di sognare ad occhi aperti dobbiamo rimanere con i piedi per terra per sfuggire di nuovo all’incubo di Raccoon City con il buon Leon e Claire.

GUIDE TROFEI

Antonio Loparco
Antonio Loparcohttps://www.playstationzone.it
Videogiocatore sin da piccolo, ho iniziato ad addentrarmi nel mondo videoludico con Amiga600. Pian piano ho provato varie piattaforme fino all'acquisto della prima PlayStation che è rimasta da sempre la mia console preferita.

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La dedizione e cura certosina di questo prodotto rende onore al leggendario capitolo della saga. Il mix perfetto che tutti stavano aspettando. Insomma, siamo di fronte ad uno dei miglior RE e in generale al miglior Remake mai fatto, puntando effettivamente nuovi standard di qualità per tutti i lavori di ristrutturazione negli anni a venire. Capcom, con questo Resident Evil 2 Remake, ha saputo finalmente imboccare la strada giusta e non può non meritarsi un clamoroso ringraziamento per un gran ritorno ai fasti di un tempo.Resident Evil 2 Remake - Recensione