ATTENZIONE: il seguente testo contiene spoiler sul gioco in esame e sul manga Naruto di Masashi Kishimoto.
Quando alcuni mesi fa, leggermente in ritardo rispetto agli addicted, ho terminato Naruto Shippuden Ultimate Ninja Storm 4, ancora prima di leggere direttamente gli ultimi volumi del manga, una frase galleggiava solitaria nella mia testa: “è finito Naruto, e mo che faccio?”.
Quello del ninja del Villaggio della Foglia per me è stato uno dei fumetti più avvincenti che abbia mai letto. Certo è questione di gusti, ma al pari di opere come Dragon Ball, One Piece o Hokuto no Ken (giusto per fare qualche esempio), merita di rientrare nell’Olimpo dei fumetti da leggere almeno una volta nella vita. Il problema è però trovare qualcosa che possa essere altrettanto degno di accompagnarci successivamente nella lettura, nella visione dell’anime, ed ovviamente anche nel gioco delle trasposizioni videoludiche.
Non ho ancora trovato risposte sensate a quella domanda, ma CyberConnect2 e Bandai Namco ci hanno fortunatamente dato qualcosa per resistere durante questa ricerca, ovvero un’espansione che ci porta a fare la conoscenza in campo videoludico di Boruto e Sarada, che come forse saprete da altre vie, sono i figli dei due protagonisti precedenti, Naruto e Sasuke, rispettivamente nati dall’unione che un po’ tutti attendevamo con Hinata e Sakura.
Narrativamente parlando, questi nuovi capitoli della storia sono tratti dal film dedicato appunto all’arco di Boruto ed alla nuova generazione di ninja. I vecchi protagonisti sono cresciuti, e sono ormai degli adulti presi da impegni che forse non avrebbero mai immaginato di dover affrontare. E’ una storia visibilmente più odierna, che mette in risalto caratteristiche lampanti appartenenti alle nuove generazioni, come il tendere ad essere molto dipendenti dalla tecnologia, o di come cerchino sempre delle scorciatoie per raggiungere il proprio obiettivo. Ma non è solo questo. La storia di Boruto è anche quella di un ragazzino che ha un rapporto conflittuale con il proprio padre, e che ben presto si ritrova combattuto tra il volerlo allontanare dalla propria vita e la necessità di attirare la sua attenzione, cercando di ricevere da lui un qualsiasi riconoscimento o un minimo motivo di orgoglio per quel figlio a cui non dedica mai del tempo.
Quella dopo l’ultima guerra dei ninja, è quindi una trama diversa, che si differenzia dal ciclo che l’ha preceduta per alcuni versi forse non proprio lampanti, ma che fa capire quanto si somiglino le generazioni di padri e figli, anche quando all’apparenza non sembrano avere nulla in comune. In poche parole, quella di Boruto è una storia degna di quelle di suo padre, che ovviamente, grazie all’impegno del maestro Kishimoto, riesce a farci provare ancora un’infinità di emozioni.
Essendo in realtà solo un DLC, è quasi normale che a livello tecnico non vi siano sostanziali differenze di gameplay. Ed è proprio per questo motivo che sorvoleremo questo lato nella nostra prova, rimandandovi per queste informazioni, alla recensione scritta ai tempi dal nostro buon Loris qui sulle pagine di PlayStationZone.
Non possiamo esimerci però dal constatare che, esteticamente parlando, i nuovi personaggi sembrano essere stati creati con i sacri crismi, senza mostrare quasi mai il fianco con texture male accostate o con animazioni poco convincenti. L’unica pecca, se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, è il desync, che imperversa in maniera a volte anche troppo eccessiva.
Per quel che riguarda la longevità invece, il titolo/DLC, offre solo una manciata di incontri nella main quest della nuova modalità, La Leggenda di Boruto (circa undici, accompagnati un numero nettamente maggiore di intermezzi narrativi), ma cerca di sopperire a questo aspetto tramite le già note missioni secondarie. Come nel titolo in versione vanilla infatti, oltre alle missioni che fanno proseguire la trama principale, ne incontreremo altre di minore importanza che saranno l’espediente per farci fare qualche incontro in più, e per far conoscere al giocatore, casomai non ne fosse già a conoscenza, piccoli episodi del passato dei principali protagonisti. Tra queste missioni secondarie, torna la lista di incarichi che ogni ninja dovrebbe completare, qui rinominata “I dieci incarichi di Baruto”, che vi costringeranno a passare un po’ di tempo nel Villaggio della Foglia, aiutando compagni e cittadini bisognosi di una mano.
Le parti che più ci hanno allietato però, dobbiamo ammettere che sono quelle atipiche per un picchiaduro, ed ovvero i quiz ed i minigame delle bandiere che i nostri eroi affrontano per completare due fasi del loro esame da chunin. Sono comunque espedienti per giustificare parti della trama, ma che se ben dosate, spezzano la monotonia degli scontri e danno qual piccolo valore aggiunto che in titoli come questi si tende a non aspettarsi. Per il resto invece c’è poco con cui esaltarsi, perché suppur il titolo di base sia indiscutibilmente un ottimo gioco, il DLC si porta dietro gli stessi identici difetti, ivi inclusi la monotonia e la tediosità di alcune missioni secondarie, che in alcuni casi richiedono un numero eccessivo di incontri quasi del tutto inutili, e che sembrano essere stati inseriti solo per allungare il brodo.
Avremmo sperato chiaramente in qualcosa di più longevo (ma con le giuste motivazioni), che potesse giustificare anche il costo del singolo DLC, che a nostro avviso è leggermente eccessivo se paragonato a quanto effettivamente offerto dal pacchetto. A conti fatti in pratica, è forse consigliabile la versione retail per chi non ha ancora giocato a Naruto Shippuden Ultimate Ninja Storm 4, in quanto comprende, oltre al titolo vanilla ed al DLC Road to Boruto, anche tutti i DLC rilasciati nel tempo per l’ormai immancabile season pass.