Vi ricordate quando, nell’ormai lontano 1997, vi radunavate a casa di un amico per insultarvi a suon di Micro Machines digitali sulla prima PlayStation? Beh, Koch Media e Codemasters hanno pensato di portarci di nuovo in quelle situazioni, in cui si sfreccia su tavoli da biliardo, giardini, spiagge ed altri insoliti paesaggi, questa volta però su PS4. Il compito di Micro Machines World Series è infatti quello di farci scendere la lacrimuccia della nostalgia quando, pad alla mano, cerchiamo di schiacciare con un martello gigante o di abbattere con un missile la macchina dell’avversario. Purtroppo però questo ritorno al passato non è andato proprio come previsto e, a conti fatti, siamo di fronte ad un “restauro” che poteva avere molte più potenzialità da sfruttare. Nella nostra recensione vi spieghiamo il perchè.
A dir la verità, la prima comparsa delle Micro Machines nel mondo videoludico risale a qualche anno prima, al 1991, quando, sfruttando l’onda del successo nel mondo dei giocattoli, Codemasters rilascia un omonimo videogioco per SEGA Mega Drive. Già da quell’anno si era intuito il potenziale di questo titolo in termini di multiplayer e SEGA decise di associare alla cartuccia del gioco anche due porte aggiuntive per i pad. Grazie alla formula semplice del gameplay il divertimento era assicurato ed estremo ma, probabilmente, una struttura simile non avrebbe riscosso troppo successo se paragonata alla tecnologia e all’intrattenimento proposti nei giorni nostri…ripeto, probabilmente.
Per questo motivo Micro Machines World Series ha avuto l’ingrato compito di cambiare puntando dritto verso la direzione dell’online, un cambiamento che considerato il genere potrebbe essere appropriato ma, in questo caso, non è stato supportato da una produzione degna di nota.
Dalle gare dedicate a determinati tipi di mezzi, come quelle proposte nei titoli del passato che vedevamo sfidarsi monoposto, carri armati ed altri veicoli di un solo genere per volta, si è passati ad un’ammucchiata generale. Il giocatore, infatti, non deve far altro che selezionare il circuito su cui giocare ed il veicolo da utilizzare ed il gioco è fatto, peccato però per la scarsa quantità proposta. Eh si, il vero tallone d’Achille di questa produzione forse è proprio questo, la poca scelta in termini di contenuti che spaziano solamente tra 10 tracciati e 12 veicoli, facendo percepire un senso di monotonia dopo alcune (non troppe) sessioni di gioco.
Micro Machines World Series: la recensione di un titolo che porta i ricordi nel passato
I veicoli, oltre alla personalizzazione delle skin e di altre piccolezze di poco conto, non godono del giusto bilanciamento che si rende necessario nelle gare “miste” proposte. Dopo alcune partite ci si rende conto di come alcuni mezzi riescono con facilità ad avere la meglio sugli altri e, per riuscire a competere, il cerchio della scelta si restringe ad un numero ancor più ristretto di modelli che, tra l’altro, non necessitano di particolare esperienza per essere manovrati a dovere. Questo tecnicismo si perde anche a causa dei tracciati che, a causa di level design troppo semplice, non mettono il giocatore di fronte a situazioni caratterizzate da quel giusto livello di difficoltà in grado di rendere la sfida interessante.
Insomma, le armi sono forse l’unica scappatoia a nostra disposizione per dare un po’ più di brio alle gare ma, a conti fatti, Micro Machines World Series mostra tutto il suo materiale dopo poche gare.Nonostante questi cambiamenti poco graditi rispetto al gameplay del passato, il passaggio all’età moderna riesce comunque a trasmettere i suoi lati positivi. Essere sempre in competizione con persone reali, trovate con un matchmaking sempre veloce, rende ogni gara un combattimento intrigante dal punto di vista dell’imprevedibilità. E’ presente anche una componente IA abbastanza competitiva che entra in gioco solo nel caso in cui non si riesce a trovare un numero di giocatori tale da occupare tutte le posizioni in gara. Come sempre, resta la possibilità di giocare con gli amici in locale ed è possibile partecipare ad eventi settimanali con regole sempre diverse.
Ovviamente la modalità principale resta la “gara”, che permette lo sblocco di varie leghe, che viene affiancata dalla modalità “eliminazione”, competitiva come le sfide del passato, e “battaglia”, un po’ troppo confusionaria per poterne godere a pieno.Poco da dire sull’aspetto tecnico, ben realizzato sotto ogni punto di vista, dal framrate sempre granitico ai colori sgargianti dei circuiti, che mantengono l’originale ed apprezzata estetica del passato. Aspetto che ovviamente è stato mantenuto nel tempo è la classica visuale dall’alto (leggermente angolata da un lato) grazie alla quale si ha un’ottima visibilità su tutta l’area che ci circonda senza inficiare sulla gestione del veicolo.
Anche le macchinine sono state realizzate in modo accurato facendo fede ai modellini originali degli anni ’90. La possibilità di sbloccare nuove skin per la personalizzazione dei nostri mezzi è sicuramente un punto di forza per incitare il giocatore a progredire nel titolo.