Kingdom Hearts 3: ReMind – Recensione

Kingdom Hearts 3: ReMind si mostra come un contenuto scaricabile dalle grandi potenzialità, rimaste purtroppo inespresse per colpa di scelte non proprio convincenti. Sia chiaro, parliamo di un contenuto destinato a riempire una porzione di storia praticamente assente dal gioco base, facendo storcere il naso ai fan più fedeli dell’opera di Tetsuya Nomura. Ad aggravare il tutto è il costo di ReMind che supera addirittura quello del gioco base, il quale viene venduto (nei periodi di sconti soprattutto) ad un prezzo decisamente inferiore rispetto ai 29,99€ del DLC. Tant’è che ReMind propone un ammontare di ore di gioco di circa tre ore, una longevità decisamente scarsa che non rende onore alla cifra spesa per accaparrarsi il contenuto. Contenuto che, inoltre, aggiunge pressoché poco in termini ludici, mentre la trama trova riscontro in una sequela di filmati addirittura riutilizzati. Nonostante un inizio promettente, scandito da alcune cutscene fondamentali che aggiungono informazioni, l’avventura prosegue in un susseguirsi di combattimenti già vissuti, a cui non avrebbe di certo guastato una piccola variazione. Nemmeno i problemi fondamentali che hanno penalizzato la battaglia al Cimitero del Keyblade sono stati risolti e, di certo, non bastano gli sforzi compiuti nella seconda parte di ReMind per dare un reale valore effettivo al DLC, le cui aggiunte principali arrivano tramite un aggiornamento gratuito.

Kingdom Hearts 3 si arricchisce con l’arrivo di un nuovo contenuto scaricabile a pagamento, intitolato “ReMind”, diverso dalla classica edizione Final Mix che ha contraddistinto il gioco base dalla versione definitiva dei primi due capitoli numerati della serie. Lo scopo del DLC è quello di far luce su alcuni avvenimenti non narrati della battaglia al Cimitero del Keyblade, collocandosi dopo la sconfitta di Xehanorth, nel gioco base, ed il finale accompagnato dal main theme del gioco. Come ha fatto Sora a salvare Kairi? Cosa gli è successo? Risposte che sono finalmente arrivate con un anno di ritardo. Eppure, così come i Final Mix un tempo arricchivano l’esperienza di un capitolo della saga, ReMind introduce invece quello che è (per molti) un contenuto tagliato dal gioco base, ossia il vero finale di Kingdom Hearts 3. Siamo sicuri che sia così? Sicuramente, ad accendere gli animi è il prezzo di tale contenuto, 29,99€ per l’edizione base e 39,99€ per gustarsi anche il video concerto della tappa ad Osaka del World of Très. Un prezzo non indifferente per un contenuto scaricabile, indipendentemente dal titolo e dai contenuti sviluppati al suo interno. Nemmeno il sottoscritto è rimasto pienamente soddisfatto dall’operato svolto sul gioco base, ed ha riposto le proprie speranze in un DLC, metodo che egli stesso detesta come filosofia di supporto post-lancio. Già i videogiochi costano tanto, se poi dobbiamo frammentarli in pacchetti acquistabili separatamente, per cifre astronomiche, la passione diventa un lusso che non tutti possono permettersi.

Ma chiudiamo questa parentesi e torniamo al nocciolo della questione: ReMind, che cos’è effettivamente? È un contenuto tagliato e reintegrato con un pagamento extra all’interno del gioco? Il tentativo di riscrivere un finale molto discutibile per il grande pubblico? Oppure la risposta alle tante lamentele fatte su gameplay, trama e difficoltà del titolo?
A conti fatti, dopo aver passato la bellezza di quindici ore nuovamente in compagnia di Sora, ci ritroviamo ora con un mix di sensazioni che non possono lasciarci indifferenti. La questione non è legata al prezzo del contenuto, che già di per sé non si giustifica da solo, ma su tutte le aspettative che avevamo, le quali sono state (quasi) soddisfatte. Sia chiaro, non ci aspettavamo sicuramente un miracolo, ma possiamo assolutamente affermare che Kingdom Hearts 3: ReMind riserva dei contenuti narrativi e ludici abbastanza validi. Il perché ve lo spiegheremo in questa nostra recensione.

Kingdom Hearts 3 ReMind: un tentativo disperato di salvare Kairi!

ReMind trova spazio tra la partenza di Sora ed il finale scandito dalla versione orchestrale di Simple and Clean, facendo luce sulla criptica conclusione del gioco base. Il viaggio dell’eroe del keyblade, per salvare Kairi da una terribile fine, si protrae tra i cuori dei sette guardiani, in modo tale da poter raggiungere la ragazza grazie all’utilizzo del potere del risveglio, il quale si rivela essere un’arma a doppio taglio per il nostro protagonista. Sora, determinato a salvare la sua amica/amata, è pronto a sacrificarsi: non bastano gli avvertimenti di Re Topolino, di giovane Xehanorth e neppure del Chirity nel Mondo Finale a fermarlo. Una decisione che non lascia spazio a ripensamenti, ciò che succederà andrà accettato. Una sorta di viaggio del tempo, il quale esplorerà nuovamente la battaglia del Cimitero del Keyblade sotto una luce differente. Sora, però, sarà poco più che uno spirito e, entrando nei cuori dei suoi amici, potrà vivere gli scontri sotto un punto di vista differente. Questo contenuto scaricabile a pagamento mette ai ripari alcune scelte scellerate di level design del gioco base, trovando un escamotage bello e buono per far rigiocare quei determinati scontri senza farlo pesare troppo. La possibilità di poter scegliere, in alcuni casi, chi utilizzare tra Sora e l’amico coinvolto, aggiunge un po’ di pepe ai combattimenti. L’allettante possibilità di poter utilizzare altri personaggi durante la grande battaglia resta però confinata all’interno dell’episodio.

Nonostante la grande quantità di filmati, i quali hanno ricevuto delle piccole migliorie grafiche, alcune gravi pecche narrative non sono state risolte, prima tra tutte la fastidiosa interruzione dello scontro ad ogni boss sconfitto. In questo caso, avremmo preferito vedere un cambio di rotta per la narrazione degli eventi nel Cimitero del Keyblade, nonostante la maggiore enfasi con cui sono stati caratterizzati alcuni scontri. Il succo del DLC arriva verso le battute finali, con due scontri significativi avvalorati da un’esecuzione sicuramente più appetibile. Soprattutto quello con il maestro Xehanorth, con la possibilità di affrontarlo utilizzando Kairi. Sostanzialmente non vi sono grandi aggiunte nell’episodio ReMind, poiché tutto ciò che viene mostrato rimane ad ogni modo confinato al suo interno. Persino l’area extra di Scala ad Caelum potrà essere rivisitata solamente rigiocando il DLC. Ciò fa storcere non poco il naso, poiché le fondamentali aggiunte al gioco sono state effettuate con l’update 1.07, con l’introduzione dei keyblade Portafortuna e Lontano Ricordo, giusto per citarne alcuni. ReMind “riscrive” in parte gli eventi della Guerra del Keyblade, raggiungendo la stessa identica conclusione della storia principale, continuando però fino ad avanzare oltre il cosiddetto “sipario”.

“Ho degli strani pensieri ultimamente”

Data la sua suddivisione in episodi, eccoci finalmente al tanto osannato Limitcut, un contenuto destinato a soddisfare i fan in cerca di una sfida in Kingdom Hearts 3. L’episodio prende piede a Radiant Garden, esattamente dopo gli eventi dell’avventura principale del gioco. In cerca di qualche indizio su dove possa trovarsi Sora, Riku, insieme allo schieramento Final Fantasy composto da Leon, Aerith, Yuffie e Cid, accedono a un computer collegato con il castello, il quale ha generato dei data sui membri della vera Organizzazione XIII assieme ad un avatar di Sora. Dietro una scusa narrativa, ecco riproposto un modello di gameplay fortemente ispirato a Kingdom Hearts 2 Final Mix, con una versione decisamente migliorata di ognuno dei membri affrontati al Cimitero del Keyblade. Ogni combattimento, oltre a risultare più arduo a qualsiasi difficoltà giocata, punta tutto sulla spettacolarità dei pattern, mettendo alla prova le abilità del giocatore sul parata e schivata degli attacchi. Anche la gestione delle fusioni gioca un ruolo determinante durante lo scontro, Limitcut si è mostrato come un episodio divertente da giocare, regalando soddisfazioni ludiche dopo la sconfitta di ogni singolo boss. Sia chiaro, la sua durata è pressoché ridotta a un totale di un’ora, ma la sua longevità può essere determinata dalle abilità e dalle strategie attuate dal giocatore. Il peggio, però, arriva con l’Episodio Segreto, il quale sigla la conclusione effettiva di questo contenuto aggiuntivo di Kingdom Hearts 3. Si tratta appunto del finale, scandito da un’ardua boss fight la cui difficoltà si annovera tra i grandi boss segreti della saga come l’Uomo misterioso o Volontà Residua. Una boss fight senza ombra di dubbio appagante, la quale impegnerà maggiormente l’eroe del keyblade in una sfida accattivante, tanto da meritarsi un posto di tutto rispetto tra le sfide più impegnative della saga.

Infine, troviamo anche una discreta attività endgame per Kingdom Hearts 3: ReMind. In primis, le due modalità “foto e presentazione” permettono ai giocatori di sbizzarrirsi in vari modi, sfruttando la propria fantasia in scatti esibiti nelle varie ambientazioni di gioco, riproposti come scenari appena esplorabili. Attraverso un tool non troppo dettagliato, è possibile dare vita a delle vere e proprie scene, liberando quell’animo da fotografo nascosto in ognuno di noi. La modalità Presentazione permette di realizzare un collage personalizzabile con alcuni scatti, accompagnando il tutto con una delle cinque OST momentaneamente disponibili. Infine, a completare il tutto, troviamo il Menù Premium. Se la modalità Critica non dovesse aver soddisfatto il vostro piacere della sfida, questo menù farà proprio al caso vostro. Attraverso una serie di modificatori, che possono facilitare o complicare ulteriormente l’avventura, i giocatori possono ripetere interamente la propria esperienza, sia quella proposta dal DLC che quella del gioco base. Le penalità sono davvero interessanti, aggiungendo una maggiore rigiocabilità a Kingdom Hearts 3.

GUIDE TROFEI

Matteo Murri
Matteo Murri
Appassionato di videogiochi e anime sin da tenera età, il suo primo videogioco fu Super Mario 64 per Nintendo 64, col tempo si affezionò alle console di Sony partendo appunto dalla prima Playstation. Oggi è un cacciatore di trofei su Playstation 4, predilige gli sparatutto, i titoli di corse e i picchiaduro, ma gioca veramente di tutto!

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Kingdom Hearts 3: ReMind si mostra come un contenuto scaricabile dalle grandi potenzialità, rimaste purtroppo inespresse per colpa di scelte non proprio convincenti. Sia chiaro, parliamo di un contenuto destinato a riempire una porzione di storia praticamente assente dal gioco base, facendo storcere il naso ai fan più fedeli dell’opera di Tetsuya Nomura. Ad aggravare il tutto è il costo di ReMind che supera addirittura quello del gioco base, il quale viene venduto (nei periodi di sconti soprattutto) ad un prezzo decisamente inferiore rispetto ai 29,99€ del DLC. Tant’è che ReMind propone un ammontare di ore di gioco di circa tre ore, una longevità decisamente scarsa che non rende onore alla cifra spesa per accaparrarsi il contenuto. Contenuto che, inoltre, aggiunge pressoché poco in termini ludici, mentre la trama trova riscontro in una sequela di filmati addirittura riutilizzati. Nonostante un inizio promettente, scandito da alcune cutscene fondamentali che aggiungono informazioni, l’avventura prosegue in un susseguirsi di combattimenti già vissuti, a cui non avrebbe di certo guastato una piccola variazione. Nemmeno i problemi fondamentali che hanno penalizzato la battaglia al Cimitero del Keyblade sono stati risolti e, di certo, non bastano gli sforzi compiuti nella seconda parte di ReMind per dare un reale valore effettivo al DLC, le cui aggiunte principali arrivano tramite un aggiornamento gratuito.Kingdom Hearts 3: ReMind - Recensione