Fist of the North Star: Lost Paradise – Recensione

In sostanza, Fist of the North Star: Lost Paradise è attualmente la migliore esperienza videoludica ispirata a Hokuto no Ken. Nonostante una trama poco intrigante, il gameplay compensa alle mancanze del titolo, questo grazie anche alla forte presenza di attività e contenuti secondari che sono un marchio di fabbrica di Yakuza Studio. I fan dell'opera di Buronson e Tetsuo Hara non possono farsi sfuggire questa produzione nonostante le problematiche sopracitate.

Dopo la release giapponese, Hokuto ga Gotoku arriva in occidente col nome di Fist of the North Star: Lost Paradise, disponibile dal 2 ottobre in esclusiva PlayStation 4. Il titolo, sviluppato dal talentuoso team di sviluppo Ryuga Ga Gotoku Studio (conosciuto in occidente col nome di Yakuza Studio), richiama l’attenzione di tutti coloro che negli anni 80′, sul canale Italia 7 Gold, attendevano con trepidazione i nuovi episodi di Ken il Guerriero.
L’opera di Buronson e Tetsuo Hara ha segnato il genere shonen dell’animazione giapponese, divenendo fonte d’ispirazione per molte serie di successo che dominano oggi tale industria. Nonostante l’opera cartacea ed animata abbiano riscosso un enorme successo, quella ludica non ha avuto ancora la stessa fortuna ed oggi, con la collaborazione tra SEGA e Yakuza Studio, abbiamo tra le mani un prodotto molto promettente e che vuole offrire l’esperienza definitiva del sessantaquattresimo successore della scuola divina di Hokuto. Per sapere se tali promesse sono state mantenute, non vi resta che leggere la nostra recensione.

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Recensione della nuova iterazione videoludica di Hokuto no Ken!

Quando venne annunciato che Fist of the North Star: Lost Paradise sarebbe stato sviluppato dal team Yakuza Studio, sin da subito ci siamo immaginati cosa aspettarci all’interno del titolo e la nostre aspettative sono state mantenute.
Gli eventi narrati in questa nuova produzione avvengono dopo la sconfitta di Shin, meglio conosciuto come l’uomo che ha sconfitto Kenshiro dopo avergli inferto le sette cicatrici sul petto. Dopo tale scontro, il protagonista vaga nel deserto fino ad imbattersi in una città chiamata Eden: il luogo è avvolto da una cupola e difeso dalle mura presidiate dalle guardie, che hanno il compito di mantenere sotto controllo l’entrata della città per evitare che dei malintenzionati vi possano accedere. Una volta entrati all’interno delle mura, Ken indaga sul luogo fino a venire a capo di alcune informazioni molto importanti, a tal punto da scoprire che la sua amata Yuria si trova proprio in quella città.
La narrazione del titolo segue la stessa formula della serie Yakuza, i personaggi ci vengono presentati seguendo lo stesso stile della serie incentrata sulla mafia giapponese, per non parlare della struttura a capitoli che il titolo propone; la storia, infatti, è ambientata all’interno della città cupola di Eden, che nasconde un terribile segreto che attira le attenzioni di Raoh e Thouzer.
Il titolo, però, propone una trama poco accattivante rispetto alla controparte animata e cartacea, rischiando addirittura di deludere i fan dell’opera di Buronson e Testuo Hara: per buona parte del tempo dobbiamo interagire con i vari abitanti del luogo per raggiungere un determinato obiettivo imposto dalla main quest, o dobbiamo effettuare inutili giri che allungano il percorso da seguire. La trama, dunque, risulta essere l’anello più debole del titolo, a causa soprattutto dei protagonisti di questo nuovo contesto che non hanno ricevuto una degna caratterizzazione rispetto a quelli che ormai conosciamo da oltre trent’anni.

Fist of the North Star: Lost Paradise

Se la trama non dovesse soddisfare il vostro palato, ci pensa comunque il gameplay del titolo a darvi alcune soddisfazioni. Strutturato come un action mousou, Fist of the North Star: Lost Paradise riprende fortemente le meccaniche viste in Yakuza, proponendo un combat system da rissa che si mescola allo stile dell’Hokuto Shinken.
Oltre che a menare le mani con i soliti calci e pugni, si aggiungono anche le tecniche della scuola dell’Orsa Maggiore, quest’ultime attivabili con la pressione del tasto cerchio quando un avversario è stordito, scatenando una mossa segreta che attiva una sequenza Quik Time Event da eseguire tempestivamente, così da infliggere maggiori danni ai poveri sventurati. Tali mosse possono essere sbloccate con la progressione del personaggio, che viene strutturata sui livelli ed ottenimento dei punti esperienza; man mano che si avanza con l’avventura si ottengono alcuni punti abilità che possiamo utilizzare nei quattro alberi dedicati alle abilità, ognuno dei quali migliora un determinato aspetto del personaggio. Possiamo potenziare salute e attacchi, la Seven Star Gauge – la heat mode di Yakuza in poche parole – e sbloccare nuove abilità da utilizzare in tale stato, nuove tecniche speciali ed infine i talismani del destino.
Quest’ultimi, equipaggiabili quattro per volta, offrono dei bonus o eseguono abilità speciali al momento dell’attivazione: il talismano di Yuria, ad esempio, permette a Ken di entrare nella heat mode per circa 6 secondi, dandoci così la possibilità di portare a termine più velocemente uno scontro. I talismani possono essere potenziati presso il Bazaar, ed ogni potenziamento diminuisce il cooldown necessario per riattivare il potere assegnato; sempre in questo luogo è possibile creare altri talismani, grazie ad un basico sistema di crafting, con i materiali raccolti nella Wasteland.
Ad aggiungere un po’ di pepe al combat system ci pensano le Deathcry, sbloccabili con l’avanzare della storia. Queste altro non sono che delle esecuzioni istantanee che potete eseguire premendo sempre il tasto cerchio del pad al momento giusto; la mossa attivata risulta essere molto utile contro i nemici di grossa stazza, soprattutto nelle fasi più avanzate del gioco.
Il livello di sfida si accentua nella modalità Hard ed Extra Hard, in particolare quest’ultima elimina l’opzione “Continua”
permettendo di ricaricare solo il salvataggio e non il chekcpoint qualora si dovesse arrivare al Game Over. Inoltre, tutte le attività del gioco possono essere affrontate anche nella modalità “Endless Eden”, che svolge la funzione di Premium Adventure, che si aggiunge al “New Game Plus”, disponibile una volta completata la storia.

Fist of the North Star: Lost Paradise

I contenuti secondari presenti sono un marchio di fabbrica del team di sviluppo. Fist of the North Star: Lost Paradise presenta un’ottima densità di attività da fare al di fuori della main quest; il nostro Kenshiro può esibirsi come bartender o manager del night club di Eden, oppure vestire i panni di un dottore per curare i malati della città, il tutto attraverso un contesto molto demenziale.
Tra le tante cose, gestire il night club non è molto semplice: dobbiamo tener conto della salute delle hostess e, in seguito, delle richieste dei clienti; se quest’ultimi dovesser creare problemi all’interno del locale, possiamo intervenire per placare la minaccia.
Alle attività secondarie seguono i mini giochi, tra questi spiccano quelli del casinò della città, in cui possiamo giocare ai vari black jack, poker e roulette; per i più nostalgici sono invece presenti i cabinati dei vari Space Harrier, Out Run e, addirittura, il primo Hokuto no Ken.
Ad affiancare questi mini giochi vi è il Colosseo, dove si possono affrontare varie sfide di combattimento all’interno dell’arena. Non manca inoltre la completation list, con i vari obiettivi da completare e le missioni secondarie.
Eden, a grandi linee, richiama la Kamurocho della serie Yakuza, con varie attività secondarie che ha da offrire e la possibilità di passare dal giorno alla notte attraverso il nascondiglio. Ad aggiungere maggiore profondità all’esplorazione vi sono le Wastelands, una grande area desertica che possiamo esplorare a bordo del nostro veicolo. Questa, oltre a proporre alcuni luoghi secondari da esplorare come la prigione di Cassandra, ci permette di raccogliere materiali utili per il crafting, senza contare la possibilità di sbloccare nuove gare da affrontare col nostro bolide, personalizzabile. Il veicolo, infatti, può essere potenziato a dovere: sbloccando nuovi pezzi, possiamo raggiungere con maggior facilità alcuni luoghi inaccessibili. Inoltre, durante il nostro tour tra le dune, dobbiamo tener d’occhio il nostro serbatoio in quanto la benzina può terminare; a tal proposito vengono in nostro soccorso alcuni checkpoint disseminati nella mappa, dove oltre a salvare la partita possiamo fare rifornimento. Il sistema di guida è molto arcade e piuttosto semplice, la nostra vettura, oltre ad essere dotata di un pilota con cui non bisogna scherzare, è dotata di un turbo che possiamo utilizzare in qualsiasi momento.

Fist of the North Star: Lost Paradise

Nonostante l’utilizzo dell’apprezzatissimo Dragon Engine, il comparto grafico del titolo non è molto entusiasmante. Le animazioni facciali raggiungono l’apice dell’espressività solamente nei filmati chiave della storia; tale comparto, inoltre, viene caratterizzato da uno stile Cel Shading che va incontro allo stile dei disegni originali dell’opera.
Il titolo offre un frame rate molto fluido e stabile, questo grazie al sacrificio di una maggiore cura nei dettagli degli ambienti e degli NPC, mentre i personaggi principali sono stati riprodotto fedelmente nei loro modelli 3D, ispirati ai lungometraggi della serie realizzati più recentemente.
Quello che abbiamo apprezzato maggiormente tra le impostazioni di gioco, è la possibilità di scegliere la quantità di sangue che viene visualizzata su schermo: se inserirete il parametro “normale”, la dose di sangue a schermo rispecchia i canoni della serie originale.
Come ogni gioco del team Yakuza Studio, il titolo offre solo una localizzazione inglese per la versione globale, mentre il doppiaggio può essere cambiato dall’inglese a quello originale, con l’unica eccezione per Kenshiro che è doppiato da Takaya Kuroda, nonché voce di Kazuma Kiryu nella serie Yakuza.

GUIDE TROFEI

Matteo Murri
Matteo Murri
Appassionato di videogiochi e anime sin da tenera età, il suo primo videogioco fu Super Mario 64 per Nintendo 64, col tempo si affezionò alle console di Sony partendo appunto dalla prima Playstation. Oggi è un cacciatore di trofei su Playstation 4, predilige gli sparatutto, i titoli di corse e i picchiaduro, ma gioca veramente di tutto!

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In sostanza, Fist of the North Star: Lost Paradise è attualmente la migliore esperienza videoludica ispirata a Hokuto no Ken. Nonostante una trama poco intrigante, il gameplay compensa alle mancanze del titolo, questo grazie anche alla forte presenza di attività e contenuti secondari che sono un marchio di fabbrica di Yakuza Studio. I fan dell'opera di Buronson e Tetsuo Hara non possono farsi sfuggire questa produzione nonostante le problematiche sopracitate.Fist of the North Star: Lost Paradise - Recensione