Gli spunti per i prodotti innovativi latitano di questi tempi ed è sempre un piacere trovare dei titoli che, quantomeno, ci provano. Don’t Starve rientra in questi titoli innovativi e che provano a proporre nuove idee. Noi ci siamo presi tutto il tempo necessario ad approfondire quello che, di primo impatto, sembrava un gioco di sopravvivenza come molti altri e siamo qui per darvi il nostro parere con la nostra recensione.
Un titolo apparentemente inacessibile…
Il primo impatto con Don’t Starve è di quelli spiazzanti; non ci viene spiegato nulla e ci troviamo immersi in questo mondo, dallo stile molto dark, senza sapere minimamente cosa possiamo o dobbiamo fare per proseguire. Le prime ore e le prime partite vi vedranno morire nei modi più strani possibili, ma vi permetteranno di capire le meccaniche molto profonde dietro ad un titolo sostanzialmente molto semplice a livello concettuale. Lo scopo principale del titolo è sopravvivere, utilizzando quanto l’ambiente ci fornisce, permettendoci di cibarci, di costruire attrezzi e strumenti di varia natura, in un sistema di gioco che contempla una moltitudine di variabili veramente spaventosa, costringendoci a mediare tra lo stazionare in un dato luogo ed il continuare a spostarci. Tutto ciò che il titolo ci mette a video è interattivo, in un modo o nell’altro, e starà a noi capire come sfruttare ogni materiale, se affrontare o meno animali e nemici più o meno agguerriti e pericolosi, se piazzare trappole o coltivare piccoli orticelli, sempre con l’incognita della casualità totale con la quale viene generata ogni singola partita.
Oltre a questo, avrete altro a cui pensare, ossia alla salute mentale del vostro personaggio, selezionabile tra una pletora di ben 9 personaggi, sbloccabili sopravvivendo ed acquisendo punti esperienza, ognuno dotato di capacità e caratteristiche peculiari. La salute mentale di cui sopra viene pesanetemente influenzata da ciò che facciamo, da cosa mangiamo e da come ci comportiamo, andando a cambiare direttamente la nostra percezione del mondo che ci circonda, portandolo dall’essere una rivisitazione in toni dark del mondo di gioco fino ad arrivare ad un mondo popolato di spettri e creature demoniache, dove perfino un piccolo coniglio diventa un essere brutto e malato. La notte è la principale causa dell’abbassamento della nostra salute mentale, dalla quale dovremo difenderci costruendo focolari e torce.
Ultimo parametro inconsueto che dovremo considerare è la fame, un nemico letale in questo titolo, sopratutto durante l’inverno. Ebbene si, oltre allo scorrere dei giorni, avremo anche lo scorrere delle stagioni che cambieranno radicalmente le risorse a nostra disposizione. Saremo costretti a razionalizzare ogni singola fonte di cibo e a ponderarne bene l’utilizzo, visto che non sempre ciò che ci sazia ci mantiene lucidi o ci mantiene in salute.
Un mondo in continua evoluzione
Il mondo di gioco ed i personaggi sono le due variabili più importanti presenti in questo titolo: come dicevamo, proseguendo e sopravvivendo si guadagnano punti esperienza che ci permettono di sbloccare nuovi avatar, con caratteristiche e debolezze peculiari. Si parte dal protagonista, che non soffre di particolari debolezze e matura una folta barba con lo scorrere dei giorni, cosa che ci tornerà utile per poter assemblare diversi oggetti; si passa poi da una giovane ragazza piromane, completamente immune al fuoco e dotata di una piccola torcia infinita, ad altri personaggi che non sto a illustrarvi per non rovinarvi la sorpresa. All’avvio di una nuova partita potremo scegliere, oltre al protagonista, anche come dovrà essere generato il mondo di gioco, andando ad interagire su una pletora di variabili veramente consistente, che passano dalla presenza delle varie risorse alla durata delle stagioni e delle giornate, permettendoci addirittura di disattivare completamente alcune variabili per renderci la vita decisamente più semplice. Di contro tali modifiche possono aumentare o diminuire l’esperienza che accumuliamo, rendendo magari inutile un’intera partita, se non per le scoperte che si faranno durante la sua prosecuzione.
Il nostro mondo di gioco si modifica con lo scorrere del tempo e delle stagioni, rendendoci disponibili materiali che, in date stagioni ed in determinate fasce orarie della giornata, non sono altrimenti disponibili. Ciò ci spinge a rischiare, con moderazione, l’eplorazione del mondo sia durante la notte che durante le varie stagioni per poter assaporare tutte le possibilità di gioco. Inoltre, ogni tanto potrà succedere che dei nemici vi vengano a cercare, sia per aggiungere pepe al gioco, sia perché non vi siete comportati in modo educato verso la natura, e spesso queste visite si rivelano letali per il giocatore sopratutto durante la notte e l’inverno. Per complicarci/facilitarci la vita gli sviluppatori hanno aggiunto anche dei sistemi di viaggio rapido, rappresentati da dei vermi dentati, molto simili a quelli visti in Dune, che ci trasporteranno da un posto all’altro dell’enorme mappa di gioco in un batter d’occhio, andando però ad abbassare la nostra sanità mentale. Per facilitarci ulteriormente, in giro si troveranno anche pietre che ci permetteranno di risorgere in caso di prematura morte, ma saranno tutte monouso ed una volta utilizzate ci forniranno materiali altrimenti molto difficili da trovare. Insomma, le variabili e le possibilità non mancano, e noi siamo riusciti a scalfirne solo la superficie nonostante le nostre venti ore di gioco e la nostra sopravvivenza di trenta giorni con le impostazioni di base e senza modifiche.
Stile da vendere
Per quanto concerne la mera parte tecnico/visiva del titolo abbiamo ben poche cose da dire, se non che il titolo è tremendamente semplice e composto da texture bidimensionali, dove tutto ricorda molto un libro illustrato, con skin che sembrano di cartone che si elevano dal terreno di gioco. L’impatto complessivo è ottimo, grazie al peculiare stile grafico, molto simile a quello di un film di Tim Burton, sia come colori che come ambientazioni. Ottimo l’accompagnamento audio, con musichette simpatiche durante le fasi tranquille, che lasciano il posto ad ottimi rumori di sottofondo durante la notte o quando saremo in preda alle allucinazioni.
[…] passato abbiamo avuto modo di recensire Don’t Starve, un titolo che abbiamo deciso di premiare per il coraggio posto in essere dal team di sviluppo. Se […]