Da due anni a questa parte, la creatura multipiattaforma di Bungie ha passato diverse fasi. Alcune sono state buone, altre un po’ meno, ma l’unica costante è sempre stata quella di riuscire a dividere il pubblico. Indipendentemente dalle modifiche apportate al gioco durante il tempo, c’è sempre stato chi ne ha apprezzato le meccaniche ed il tipo di gioco, e chi, come il nostro buon Loris, che lo ha odiato svisceratamente fin dal primo istante.
Dubito che esista ancora qualche assiduo gamer che non conosca Destiny, ma per sicurezza ricordiamo che è uno sparatutto in prima persona con ambientazione fantascientifica, che integra al suo interno elementi comuni ai giochi di ruolo online caratterizzati da una controparte multiplayer massiva. E’ uno di quei titoli che rischia di trasformarsi in un’ossessione, se ti riesce a prendere, ma è anche uno di quei giochi che non si può giocare da soli, o almeno non lo si può fare per sempre. Prima o poi arriva la necessità di doversi aggregare ad amici, conoscenti o semplici sconosciuti, e lanciarsi all’interno dei Raid con la speranza di un loot migliore che ci possa portare al cap level di punti luce.
Chi ci ha passato più di qualche sera o qualche notte, sa però che il titolo richiede una costante dedizione, un impegno giornaliero/settimanale fisso, che porterà il giocatore a dover ripetere decine e decine di volte gli stessi livelli, gli stessi boss e le stesse missioni. Il problema di fondo di Destiny infatti è proprio questo meccanismo, che costringe i giocatori a dover grindare su delle attività che per quanto divertenti, a lungo andare possono diventare un vero incubo. I raid poi non sono da meno, ci sono stati giocatori che sono arrivati a creare tre personaggi della stessa classe, solo per poter fare il raid tre volte a settimana e cercare di droppare gear o armi migliori. Sono casi limite ovviamente, perché sappiamo che come esiste chi riesce a sopportare adeguatamente questo particolare stress psicologico, esiste anche chi invece cede un po’ prima defenestrando il titolo dopo un lasso di tempo nettamente inferiore, ma intanto, tra corrotti e tecnosimbionti, Destiny è finalmente entrato nell’Anno 3. E’ giunto finalmente il tempo de I Signori del Ferro.
L’ultima espansione, I Signori del Ferro, Rise of Iron in originale, aggiunge nuovi tasselli a tutti i settori del titolo, e riesce a fare un pochino di luce su alcuni personaggi che per alcuni versi erano rimasti avvolti in un alone di mistero. In particolare ci riferiamo chiaramente a Lord Saladin, che fino a poco tempo fa conoscevamo solo come riferimento per l’Iron Banner (lo Stendardo di Ferro), evento della durata di una settimana, che ciclicamente portava i giocatori a scontrarsi in determinate modalità multiplayer competitive. A livello di contenuti veri e propri, la nuova espansione aggiunge pochi nuovi livelli legati alla Storia, una nuova (più o meno) zona di Pattuglia, una zona social, aggiunge e modifica alcuni Assalti, ed oltre ad aggiungere mappe e modalità per il multiplayer competitivo, mette a disposizione una nuova Incursione (Raid), Furia Meccanica.
Ma le cose non sono proprio rosee come sembra… Passare attraverso i livelli facenti parte della trama infatti, specie se in compagnia di un fireteam navigato, non dovrebbe portarvi via troppo tempo, anzi, potremmo dire che sfortunatamente ve ne occuperà troppo poco. Tra cutscenes e dialoghi con il vostro spettro, apprenderete chi erano i Signori del Ferro, cosa ha segnato il loro destino, e cosa è rimasto ora del loro retaggio. Scoprirete che cos’è la SIVA, e come ha infettato tutto ciò che si è trovato sulla sua strada, ed avrete a che fare spesso con Lord Saladin e con Shiro-4, che di conseguenza saranno i riferimenti nell’area di Felwinter, coloro che vi spingeranno ad oltrepassare le difese dei tecnosimbionti, i nuovi nemici introdotti dal DLC, e ricreare le basi per una nuova rinascita dei Signori del Ferro.
Per quanto però la situazione sembri disperata, si deve ammettere che si fa un po’ di fatica a prendere sul serio l’imminente disastro annunciato da Saladin. Il livello della trama infatti non riesce a raggiungere quello della precedente espansione; ci prova, cerca di seguirlo ponendosi in maniera molto simile, ma stenta, risollevandosi giusto nel finale, momento in cui siamo riusciti a provare qualche barlume di emozione. Gli stimoli principali, più che dalla narrazione vengono fuori dalle armi che sono state riesumate dall’Anno 1, vedi il Gjallarhorn, la Thorn, o proprio il Khvostov, il primo fucile che abbiamo utilizzato nel gioco, ed a cui si potrà accedere attraverso le apposite imprese esotiche. Per alcune di queste quest magari sarà sufficiente agire in solitaria, per altre invece si dovrà per forza chiedere una mano ad un paio di amici. L’unica cosa che traspare forse è una leggera difficoltà generale in più rispetto alla media, ma niente di eclatante perciò non preoccupatevi più di tanto.
La mossa più astuta però che è stata fatta all’interno dell’update, è quella di “costringere” i giocatori a portare avanti attività che prima venivano, non dico snobbate, ma quasi. Con il DLC infatti, è salito anche il cap level di luce, a 385 prima, ed a 400 dopo l’attivazione della modalità eroica del nuovo raid, Furia Meccanica. Per riuscire a salire al livello massimo però di strada se ne dovrà fare un bel po’, e sarà densa di Assalti, Crogiolo, Pattuglie con annesse taglie e compagnia cantante, ed ovviamente Iron Banner all’occorrenza, Prove di Osiride e Raid, tanti Raid. Anche la Forgia dell’Arconte, versione 2.0 della Corte di Oryx, sarà una buona fonte di engrammi e ricompense, a patto però di trovare qualche anima pia di passaggio pronta a dare una mano.
A discolpa di tale subdolo stratagemma però, si deve dire che il raid questa volta è “uscito” veramente bene, e collaborare con i propri compagni per poter superare le varie fasi, è si a tratti snervante perché chiaramente non è una passeggiata, ma è anche divertente, vario e decisamente appagante una volta completato.
Una cosa apprezzabile però di questo cambiamento, è che almeno per far salire il livello di punti luce ci sono vari modi più semplici e tutti piuttosto validi. Uno di questi è aumentare la propria reputazione nelle varie fazioni per sbloccare pacchetti che sicuramente dropperanno armi e gear con qualche punticino in più rispetto alla vostra media. Anche rifare i nuovi assalti come Sepiks Perfezionato può esservi utile, ma solo fino ad un certo punto. Questo perché il meccanismo che regola drop e decrittazione degli engrammi è leggermente particolare, ma per lo meno assicura un incremento minimo ma costante. Fino a poco tempo fa infatti, gli engrammi rari (blu) droppati in giro, decrittavano al massimo a 340, 365 se venivano droppati direttamente come gear o armi pronti all’uso. I leggendari invece decrittavano al massimo a 365, droppando qualcosa in più se direttamente in gear o armi o se provenienti dai pacchetti fazioni. Ora, con l’attivazione del raid hard, le cose cambieranno un pochino, ed i drop arriveranno fino a raggiungere i 400 punti luce. Da parte nostra non possiamo che dirvi: grindate gente, grindate!
Novità principale della sezione multiplayer, è invece Supremazia, nuova modalità in cui quando un avversario viene ucciso lascia cadere una crest/emblema, che se raccolta conferma l’uccisione, e la nega se invece viene recuperata da un suo compagno di squadra. E’ praticamente la modalità chiamata Kill Confirmed vista in Call of Duty Modern Warfare 3, da cui poi si è diffusa prepotentemente su altri brand. Se la vostra domanda è quindi se è proprio una roba nuova, allora la risposta è no, ma se volete sapere se rende ed è divertente, allora vi risponderemo un grande e tonante si. Supremazia è infatti una ventata di aria fresca nel PvP di Destiny, e dopo aver esordito anche nel recente Stendardo di Ferro, possiamo tranquillamente affermare che è già la nostra modalità preferita.
Passando sul piano tecnico ci sono da distinguere ovviamente le due classiche sezioni, l’aspetto grafico ed il comparto sonoro. Il primo non ha avuto sbalzi particolari, anzi è rimasto sullo stesso livello, migliorando un minimo ma senza stupire nel bene o nel male, il secondo invece è stata una bellissima sorpresa. Non parliamo tanto dei dialoghi o del doppiaggio, quanto della colonna sonora, che è diventata decisamente più epica e monumentale. E l’essere epico e monumentale forse era quell’aspetto che gli sviluppatori hanno cercato di dare anche alle nuove locazioni, come per esempio il tempio di Felwinter con all’interno le statue dei Signori del Ferro. Qui, senza dubbio, dobbiamo ammettere che il risultato non ha per niente deluso. Perdonate quindi se l’attenzione all’estetica ed all’audio non è prettamente profondo e dettagliato, ma in questi campi come avete potuto vedere non ci sono grossissime e fondamentali novità, ed abbiamo preferito concentrarci su altri aspetti. Quello che manca ora, è solo una degna conclusione…
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