Dopo aver avuto la possibilità di provare il primo capitolo di Crysis in versione “Remastered”, siamo tornati ora – ad un anno di distanza – nelle vesti di Prophet per provare con mano le remastered di Crysis 2 e Crysis 3.
Usciti originalmente nel 2011 (il secondo) e nel 2013 (il terzo) per PlayStation 3 e Xbox 360, entrambi i capitoli della serie sono sempre stati dei punti riferimento per il genere. Questo grazie anche al loro motore grafico, il Cry Engine, capace di portare di volta in volta un prodotto di sempre altissimo livello, sia per quanto riguarda i dettagli ma anche per la qualità visiva generale. In questa loro versione rimasterizzata, sviluppata sempre da Crytek in collaborazione con Saber Interactive, i titoli possono ora spingersi fin al loro massimo potenziale, soprattutto nelle console di attuale generazione ovvero PlayStation 5 e Xbox Serie X.
Conclusa questa breve introduzione, non vi rimane che preparavi a dovere per sconfiggere nuovamente i Cef in questa nostra nuova recensione!
Bentornato sul campo di battaglia!
Ambientato nel 2023, esattamente tre anni dopo gli avvenimenti del primo capitolo, in Crysis 2 vestiremo i panni di “Alcatraz“, un semplice marine americano. Dopo esser stato salvato da “Prophet”, nome in codice del maggiore “Laurence Barnes” e capo della sua squadra nel primo capitolo, il marine riceverà in dono la nanotuta del maggiore. Prophet, condannato a morte dall’esposizione ad un virus alieno, chiederà al soldato di portare a termine ciò che lui ha iniziato, fermare l’invasione dei Cef.
Così ha inizio il nostro viaggio con Alcatraz, in una nuova storia che vanta la bellezza di ben 19 livelli. La longevità della singola storia varia sia in base al grado di difficoltà selezionato sia alle abilità del giocatore, nonostante il tutto possa essere portato a termine nel giro di 5/6 ore al massimo. Inoltre, ogni livello offre un level design sempre diverso e divertente da esplorare.
Passando al capitolo conclusivo, Crysis 3 è ambientato ben 24 anni dopo gli avvenimenti del secondo capitolo. New York è ormai completamente devastata ed invasa dai Cef, ritrovandoci quindi nei panni di Alcatraz per un ultima grande missione: fermare i Cef una volta per tutte.
L’ultima missione di Alcatraz porta con se ben 7 missioni principali, le quali sono strutturate in ambienti molto più ampi da esplorare, giocando con la libertà di movimento e discostandosi dalla linearità del secondo capitolo. Crysis 3 può essere completato anch’esso in circa 5/6 ore, nonostante anche qui la difficoltà potrebbe allungare quanto proposto da Crytek.
La vera potenza della Nanotuta!
Dal punto di vista del gameplay i due capitoli non si discostano molto dalle loro opere originali, proponendo ancora una volta un’esperienza di gioco ben consolidata, soprattutto attraverso l’utilizzo della “Nanotuta“.
In Crysis 2 troveremo ad accompagnarci la versione “2.0” di questo esoscheletro tecnologico. Anche se non ci sono molte differenze in ambito di gameplay, la tuta ha ora a disposizione tre funzioni: oltre alle classiche modalità “Occultamento” e “Corazza Massima”, troviamo anche “Energia“, la quale consentirà al giocatore di correre molto più velocemente e saltare più in alto.
Rimangono invece invariate “Occultamento“, ovvero la possibilità di rendersi invisibile per un breve lasso di tempo consumando l’energia della tuta, e “Corazza Massima“, la capacità di assorbire un certo numero di danni prima di iniziare a perdere vita. Quest’ultima veramente utile ed efficace in quasi ogni situazione di gioco, soprattutto nelle fasi più concitate.
La vera novità introdotta da Crysis 2 è la possibilità di potenziare direttamente la “Nanotuta”. Infatti, uccidendo gli alieni, è possibile raccogliere materiali utili al potenziamento, i quali potranno modificare alcuni parametri della tuta aumentandone l’efficacia.
Per quanto riguarda Crysis 3, invece, il titolo si presenta come un’esperienza migliore e ampliata in praticamente ogni meccanica, soprattutto grazie anche all’introduzione dell’Arco da Predatore, una delle armi preferite e più utilizzate dai giocatori.
Se in Crysis 2 abbiamo avuto un assaggio della versione “2.0” della nanotuta, in Crysis 3 gli anni di distacco dal secondo hanno portato la nanotuta ad un livello successivo. Oltre ad offrire sempre “Occultamento” e “Corazza Massima”, questa nuova versione permette di sprintare ed effettuare salti più alti senza consumare energia. Inoltre, le abilità potranno essere ulteriormente potenziate raccogliendo appositi kit sparsi per i livelli del gioco.
Oltre a ciò, è stata aggiunta la possibilità di hackerare diversi dispositivi come le Torrette, le quali offrono un gran vantaggio tattico soprattutto nelle zone con molti nemici. Infine, oltre ad utilizzare le classiche armi da fuoco, il nostro Prophet si potrà avvalere delle armi aliene, potenti armi davvero utili contro nemici più corazzati.
Torna anche la possibilità di modificare la propria arma in tempo reale, dando al giocatore la possibilità di aggiungere silenziatori, mirini e molto altro in qualunque momento. Questi accessori vengono sbloccati man mano che si raccolgono nuove armi, andando ad ampliare la scelta del giocatore.
Abbiamo trovato una IA nemica davvero ottima in entrambi i capitoli rimasterizzati. Durante il nostro provato abbiamo completato le avventure a difficoltà “Supersoldato” e, soprattutto nel secondo capitolo, abbiamo provato un buon senso di sfida. Nel terzo capitolo, nonostante la difficoltà massima, non ci siamo mai sentiti veramente alle strette, questo grazie anche all’Arco da Predatore che aiuta parecchio. In ogni caso, abbiamo trovato il tutto sempre molto godibile e mai frustrante.
Per concludere, Crysis 2 e Crysis 3 sono due remastered ben sviluppate, le quali offrono un’esperienza consolidata. Ciò viene amplificato giocando su PlayStation 5, poiché la nuova generazioni Sony è in grado di offrire una miglior esperienza complessiva, potendo rivivere nuovamente le gesta di Alcatraz, aka Prophet, al meglio.
Un tempo mi chiamavano Prophet, ricordatevi di me!
Crysis Remastered Trilogy arriva sulle console di attuale generazione con una risoluzione in 4K e 60fps.
Dal punto di vista tecnico, nonostante si tratti della versione PS4 in retrocompatibilità, il Cry Engine riesce a dare il meglio di sé su PlayStation 5, regalando una qualità grafica davvero ottima, sia nei confronti dei paesaggi che nella cura ai dettagli, spingendo la potenza tecnica del titolo ad alti livelli.
Rimangono invariati il doppiaggio in lingua nostrana, ben sincronizzato con i sottotitoli, e le OST che ci accompagneranno durante l’avventura.