Anche quest’anno siamo pronti ad accogliere il nuovo capitolo di Call of Duty, famosa saga FPS di Activision che sempre puntuale si affaccia sul mercato in questo periodo dell’anno. Negli anni ne abbiamo visti di cambiamenti in questa serie, alcuni apprezzati altri meno, fino ad arrivare ad avere di fronte dei titoli che si ambientano in età sempre più moderne, con tecnologie all’avanguardia. In Call of Duty: Infinite Warfare siamo addirittura nello spazio e verremo trasportati in un’avventura che si spinge nel sistema solare. Alcuni potrebbero pensare che questa estremizzazione potrebbe non essere troppo azzeccata, altri potrebbero invece apprezzarla, si tratta ovviamente di gusti. Ma bisogna vedere nel complesso “come gira” il titolo, quanto ci diverte. Bene, tuffatevi nella nostra recensione e scopritelo.
Un salto nello spazio
Il plot narrativo di base è di quelli che già abbiamo visto su altri lidi, tra libri, lungometraggi e videogames. Siamo nel futuro, dove la crescita della popolazione e l’assenza di risorse spinge l’umanità ad espandersi e a stabilire colonie su altri pianeti. Da che si ricordi, la possibilità di espansione vuol dire nuovo potere e i potenti, in questi casi, vogliono sempre metterci le mani sopra per poter avere il controllo sulle nuove risorse a disposizione.
In questa avventura impersoneremo il capitano Nick Reyes che affronterà l’esercitto della SDF, intento a conquistare il monopolio dell’Alleanza Spazione delle Nazioni Unite (UNSA). La prima missione che dovremo affrontare, su un pianeta sconosciuto, non andrà un buon fine e le circostanze ci porteranno ad incontrare per la prima volta il capo dell’SDF, impersonato da Kit Harington (Jon Snow di Game of Thrones…per chi non lo sapesse), che si rivela sin da subito un comandante assetato di successo.
Avremo poi la possibilità utilizzare una nave d’appoggio in cui, oltre a poter gestire i nostri collezionabili, potremo scegliere sulla plancia di comando il pianeta su cui atterrare così da poter iniziare la missione successiva. Il tutto si svolge con un ritmo che non incalza facilmente, ma che anzi si perde spesso in futili momenti che non catturano l’attenzione, tanto da invogliare il giocatore a voler saltare il più velocemente possibile le scene di intermezzo per catapultarsi nuovamente tra gli scontri a fuoco.
La componente gameplay non si discosta da quanto già conosciamo di questa serie: un Call of Duty che si rispetti è frenetico, scenico e propone scontri all’ultima schivata. Tutto questo è presente anche in Infinite Warfare ma, nonostante la nuova ambientazione che poteva dare nuovi spunti creativi, non riesce a dare quel qualcosa in più in quanto sin da subito i veterani di questa saga avranno un senso accentuato di déjà-vu nelle situazioni che ci vengono proposte durante l’azione. Insomma nulla a che vedere con la qualità di Modern Warfare (di cui potete leggere la nostra recensione della versione remastered qui), che vanta una campagna single player senza eguali e che fu il giro di boa di questa serie; se avete acquistato la Legacy Edition di Intinite Warfare potrete godere di questo capolavoro in versione rimasterizzata.
Tra Deathmatch e Zombie
Un Call of Duty che si rispetti ha dalla sua parte un comparto multiplayer che cerca di essere il più completo e divertente del momento. Il successo di questa modalità ha infatti portato tantissimi giocatori sui lidi di questa serie grazie, anche qui, alla frenesia dei combattimenti ed alle sempre più ampie possibilità di personalizzazioni proposte.
Tra le varie modalità troviamo le più classiche già conoscite e, tra queste, sono presenti anche le nuove Difensore, dove dovremo ottenere dei punti catturando e difendendo un drone, e Rinforzo, che prende la base della modalità Dominio ma ci mette a disposizione meno possibilità di poter rientrare in partita.
Anche in Infinite Warfare bastano pochi colpi per andare al tappeto ed infatti la precisione sarà fondamentale per avere la meglio sul nemico che abbiamo di fronte, che spesso cercherà di prenderci alla sprovvista.
Per quanto riguarda le personalizzazioni dei nostri alter-ego il precedente capitolo, Advanced Warfare, fa da struttura di base su cui vengono aggiunte alcune novità. Avremo a disposizione sei kit da battaglia con tre equipaggiamenti distinti e tre specialità, ognuna con le proprie caratteristiche. I Kit si suddividono in Guerrigliero, il più equilibrato che permette attacchi a medio raggio e con una discreta velocità di movimento, Mercenario, con armi pesanti e più corazzato, e Iperluce, il più veloce tra tutti e sicuramente il più adatto per chi preferisce il massimo della frenesia. Una volta studiate tutte le variabili spetterà poi al giocatore combinarle a suo piacimento dando sfogo alla sua fantasia, fino a creare le classi che più si addicono al suo stile di gioco.
Durante le battaglie è possibile cambiare momentaneamente la modalità di gioco grazie ad alcune armi che vengono sbloccate nel corso delle partite ed inoltre è possibile ottenere risorse per costruire prototipi di nuove armi, per chi non si accontenta del già vasto roster proposto da Infinite Warfare.
Se volete “deviare” un pò dalla classica esperienza proposta da CoD non manca anche qui la tanto apprezzata modalità Zombi, questa volta intitolata Zombies in Spaceland ed in pieno stile anni ’80, che ci mette alle prese con i nonmorti in un parco divertimenti abbandonato. In questa modalità è fondamentale la cooperazione tra i quattro giocatori protagonisti che avranno a disposizione man mano sempre più soldi per poter sbloccare nuove armi e nuove zone.
Uno spazio da rivedere
Il motore grafico per realizzare Infinite Warfare è lo stesso utilizzato nel precedente capitolo e, su questa base, Infinity Ward ha provato a migliorare il comparto tecnico precedentemente realizzato. I risultati si vedono sopratutto nel motore fisico, quando si ha a che fare con le sessioni a Zero-G, ma per quanto riguarda la grafica in sè non noterete molti cambiamenti, anzi farete caso sicuramente ad alcune texture di bassissima definizione ed una qualità dei volti non proprio al passo coi tempi. Ben apprezzato l’effetto film utilizzato, dai colori freddi e con effetto grana abbastanza accentuato che rende i paesaggi esterni più suggestivi.
Per quanto riguarda il comparto audio, la colonna sonora ci regala ottime musiche che risaltano i momenti epici della campagna singleplayer e in Zombies in Spaceland propone brani con le classiche sonorità degli anni ’80.
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