Che Call od Duty: Black Ops 4 portasse con sè alcune novità non è sicuramente un mistero. La più eclatante, ormai si sa già da tempo, è che per la prima volta dopo 15 anni del franchise Activision ha deciso di abbandonare totalmente la Campagna in singolo; si tratta di decisioni discutibili o meno, ma sicuramente questa scelta è causata da un netto disinteresse da parte degli utenti per questa modalità. Quindi, giustamente, perchè “sprecare” risorse in quella direzioine?
Nonostante le lamentele di alcuni utenti per questa scelta, questo CoD ha comunque segnato il record del franchise per le vendite digitali al day one su PlayStation Store, e la conseguenza diretta di questo successo è stata anche un’esplosione vera e propria di interesse nei canali di streaming, mettendo al tappeto, in termini di views, colossi come Fortnite.
Da quanto appena detto, e si era già intuito da qualche anno, il mondo degli sparatutto si è prettamente rivolto verso il comparto multiplayer competitivo e sicuramente tutti gli altri capostipiti di questo genere dovranno per forza orientarsi verso questa direzione. Certo, non lo posso negare, nonostante la qualità non eccelsa delle ultime campagne di CoD (eccezion fatta per quella di WWII che ha fatto risalire l’asticella qualitativa) il senso di nostalgia un po’ si avverte quando, entrati nel menù, non troviamo nulla da poter giocare in solitaria, fatta eccezione per qualche tutorial proposto per prendere dimestichezza con i vari Specialisti.
Questo ovviamente non andrà ad influenzare il mio giudizio in questa recensione di Black Ops 4, anche perchè una volta che si decide di acquistarlo (a prezzo “standard”) si sa già cosa comprende il pacchetto di questa esperienza videoludica, perciò non ci si può lamentare.
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La nostra recensione di Call of Duty: Black Ops 4!
Call of Duty: Black Ops 4 ha tanto da offrire in termini di proposta ludica. Prima di tutto voglio parlarvi della modalità Blackout, che con il suo approccio più tattico del solito, all’interno di mappe decsisamente estese, risulta essere forse una delle esperienze più riuscite tra le varie battle royale ad oggi disponibili. Si tratta alla fine di shooter nudo e crudo, è necessario atterrare nel punto giusto, prendere il giusto equipaggiamento tra armi ed oggetti ed andare in missione con una buona dose di prudenza per cercare di non finire subito nel mirino del nemico. Certo, è una modalità che è possibile trovare in tante altre produzioni, ma quante riescono a far conciliare tutto come Call of Duty? Mappe perfettamente progettate, varietà d’azione, armi e veicoli curati nel dettaglio. Dove troviamo tutto questo? Probabilmente solo in Call of Duty.
Ad impressionare in Blackout è anche il quantitativo di giocatori connessi nella stessa partita, da 88 a 100, in mappe enormi ma che mai risultano essere troppo dispersive. Attimi di “pace” si alternano a sparatorie all’ultima pallottola e a momenti in cui la strategia fa da padrone, ma la parola d’ordine è sempre cautela, perchè il nemico può arrivare da ogni lato. PUBG e Fortnite hanno un concorrente che può farli tremare? Ebbene si!
Ad arricchire i contenuti ci pensa anche la modalità Zombi più riuscita dell’intera serie. Questa modalità co-op si svolge in tre mappe differenti e ci dà la possibilità di giocare in compagnia di amici online oppure anche da soli, offline, scegliendo tra più livelli di difficoltà. Due di queste mappe sono collegate da trama e personaggi presenti, mentre il terzo scenario viene ripreso dal precedente capitolo della serie, in cui era presente Blood of the Dead. Di particolare impatto le ambientazioni, che spaziano da una specie di arena dell’antica Roma fino ad arrivare al Titanic, dove dovremo affrontare, in un team composto da un massimo di quattro giocatori, ondate di zombi sempre più ostiche da mandare al tappeto. Poche sono le novità per quanto riguarda il gameplay di questa modalità, ma nonostante questo nuove armi speciali, puzzle e trappole da risolvere ed evitare, ma soprattutto due nuove classi di personaggi riescono a rendere questa esperienza meno monotona rispetto a quanto già giocato in passato.
Una volta avviata la prima partita in questa modalità, vi renderete subito conto che in Black Ops 4 gli zombi non sono poi così semplici da uccidere. Vi servirà qualche prova in più per padroneggiare ogni situazione, la difficoltà di questa modalità è di base molto alta, ma chi conosce questa serie non è dicerto uno sprovveduto!
Possiamo tranquillamente affermare che l’assenza della Campagna single player ha permesso a Treyarch di concentrarsi maggiormente sui suoi zombi, e si nota infatti una cura maggiore sia per gli scenari che per quanto riguarda la narrazione degli eventi. I membri della squadra si scambiano spesso battute e la qualità grafica è decisamente superiore rispetto a quanto troviamo nel vero e proprio multiplayer competitivo e, soprattutto, in Blackout.
E’ arrivato il momento di parlare del multiplayer classico di questa saga. Le mappe proposte sono ben 14, di cui 10 nuove e 4 già popolari tra gli appassionati della serie, in cui vengono combattute otto modalità.
Rispetto al precedente capitolo sviluppato da Treyarch, la novità principale è il ritorno “a terra” dei combattimenti: niente jetpack o doppi salti, ora le pallottole si sparano nuovamente nel modo tradizionale! I combattimenti sono stati resi più ostici con l’aumento della salute, la cura che ora non è più automatica e l’inserimento della “Fog of war”, che riduce notevolmente la visione della minimappa.
Il ritmo delle battaglie è frenetico, come tradizione per la serie, ma non manca una certa vena tattica che si manifesta con la scelta delle abilità offensive e difensive dedicate ai dieci Specialisti, ognuno dei quali è caratterizzato anche da un’arma o un oggetto specifico.
Tutto il pacchetto proposto si mescola alla perfezione raggiungendo ancora una volta un livello di divertimento decisamente alto, nonostante la formula proposta è più o meno sempre la stessa.
Ho giocato Call of Duty: Black Ops 4 su PlayStation 4 Pro, su cui è possibile anche attivare l’HDR, e nonostante la buona qualità grafica il framerate rimane granitico a 60fps.
Texture e antialiasing sono migliori rispetto alla PS4 standard, ma nonostante il buon impatto generale la qualità non si affianca ai best del momento. Il comparto tecnico è sicuramente il punto debole di questa produzione, ormai superato; lo si nota soprattutto nella modalità Blackout dove l’elevato numero di giocatori presenti in ogni match ha costretto Treyarch a scendere a grossi compromessi con la qualità video.