Sono passati più di cinque anni da quando SEGA presentò al mondo il primo titolo della serie Yakuza. Ora, dopo tre videogames ed addirittura un film, arriva nelle nostre mani il quarto capitolo della storia. Preparatevi, gli Yakuza sono di nuovo in città.
Shun Akiyama, Sky Finance
Yakuza 4, è per tradizione un action game con piccole influenze da picchiaduro ed RPG, tutti insieme appassionatamente agglomerati nel brand che da qualche tempo ottiene un meritato successo. Proseguono quindi le avventure di Kazuma, che questa volta non sarà il solo protagonista del gioco. In questo nuovo episodio infatti la trama sarà sviluppata in quattro diverse direzioni con altrettanti protagonisti principali, che incroceranno le loro strade solo alla fine della trama principale.
Il primo di questi che potremo guidare è Shun Akiyama, titolare della Sky Finance, un’agenzia di prestiti famosa per scegliere i propri clienti in maniera particolare. Si racconta in giro infatti, che la Sky Finance accetti solo clienti che sono nei guai a causa di “altri” prestiti precedenti, e che pratichi dei termini di contratto che prevedano la totale assenza di interessi ed una tempistica di restituzione quasi infinita.
Kazuma Kiryu è la nostra vecchia conoscenza, conosciuto anche come il Dragone di Dojima, dopo gli eventi narrati in Yakuza 3 si è stabilito ad Okinawa, dove insieme ad Haruka si occupa dell’orfanotrofio Sunshine. Ma un bel giorno, l’incontro con uno sconosciuto probabilmente legato al clan Tojo, lo spinge a cercare maggiori informazioni sui problemi che ultimamente affliggono Kamurocho.
Taiga Saejima, membro del clan Tojo, fu arrestato e condannato alla pena capitale nel 1985 dopo aver ucciso diciotto membri del clan Ueno. Dopo aver passato venticinque anni nel carcere di Tokyo però, fu trasferito ad Okinawa per la sua esecuzione, dove incontra Hamazaki ed il suo piano di evasione dal carcere.
Ultimo, ma per questo non meno importante, Masayoshi Tanimura, detective della pubblica sicurezza di Tokyo, è conosciuto anche come il “Parassita di Kamurocho” a causa della sua attività di “protezione” di alcune attività in cambio di tangenti. Attività che però usa per indagare sulla misteriosa morte del padre, assassinato venticinque anni prima.
Taiga Saejima, Tojo Clan
Impostato come i precedenti capitoli, Yakuza 4 sfoggia palesemente la sua impostazione cinematografica, facendo vivere al giocatore un’esperienza decisamente intensa. Come accennato prima, il titolo mixa abilmente tre generi, amalgamandoli praticamente alla perfezione. I vostri obiettivi, primari e secondari, vi vengono assegnati di volta in volta man mano che proseguirete nel gioco. Solitamente, nel compiere questi obiettivi, vi sarà data quasi la massima liberà di movimento nella zona interessata; stessa zona in cui ci sarà la possibilità di incontrare, oltre ai normali passanti, anche tipi poco raccomandabili che per una ragione o per l’altra attaccheranno briga cercando di farsi massacrare quanto più è possibile. Niente di meglio quindi che una sana scazzottata per farvi guadagnare punti esperienza che faranno salire il vostro livello e vi faranno acquisire punti anima (spendibili poi per sbloccare nuove mosse ed abilità). Come vedete, il giro non fa una grinza, e la trama decisamente accattivante non fa che ampliare l’interesse del giocatore. Confermata inoltre la presenza anche in questo capitolo della barra Heat, che una volta caricata consente di effettuare colpi particolari che interagendo anche con l’ambiente rendono l’azione molto più spettacolare.
Masayoshi Tanimura, Parasite of Kamurocho
Ma Yakuza 4 non è solo combattimenti e punti esperienza, e come potrete vedere andando in giro per le strade avrete la possibilità di interagire con svariati negozi. Quelli di tipo “ristorativo”, chiaramente vi forniranno oggetti per ripristinare l’energia persa nelle vostre scaramucce con i cattivoni di turno, ma sono sicuro che non saranno questi i vostri locali preferiti. Passando per sale giochi a vincere pupazzetti (qualcuno ha detto Shenmue?!), sono certo che la vostra occupazione principale saranno i locali “per adulti”. Ah brutti sporcaccioni, come vi conosco… U_U Ad ogni modo, in questi luoghi di perdizione avrete la possibilità di assistere a spettacolini vari e, oltre a far partire un minigioco con la ragazza di turno, potrete tentare “un approccio” con quella di loro che preferite, ma non fatevi strane idee in testa… Non vedrete nulla di quello che state immaginando in questo momento, posso capire che il titolo è stato classificato con PEGI 18, ma mica si può fare proprio tutto…
Kazuma Kiryu, Dragon of Dojima
Le sequenze in computer grafica, come avrete intuito, colpiscono quindi più per il loro contenuto che per quello che concerne la qualità. Del resto anche il titolo di per sé non mostra il meglio di sé nel comparto grafico, nonostante comunque sia di un livello di tutto rispetto. Inoltre, il dettaglio grafico sembra non discostarsi molto da quello visto nel precedente episodio, ovvero il terzo della serie, facendo pensare quindi ad un riutilizzo del motore grafico molto alto.
La localizzazione del titolo invece lascia molto a desiderare. Il titolo, almeno per quello che riguarda la versione che potremo gustare in Italia, di italiano non ha praticamente nulla. Tutto è localizzato in lingua inglese ad esclusione dei dialoghi che sono completamente in giapponese. Non è qualcosa che toglie il fascino al titolo, se si ama la serie Yakuza la si ama e basta, ma la mancanza della nostra lingua potrebbe comunque limitarne l’utenza e la fascia di targeting d’interesse. In compenso però, il comparto audio resta comunque abbastanza buono, e se vogliamo vederlo da un punto di vista “strano”, potrebbe anche essere istruttivo. Nonostante infatti sia completamente in una lingua non molto vicina alla nostra, nelle dovute situazioni potrebbe aiutarvi a comprendere spezzoni dell’idioma del Sol Levante. Personalmente infatti, facendo scopa con alcuni dialoghi del film Wasabi (capolavoro francese del 2001 con protagonista Jean Reno), credo di aver appreso l’equivalente nipponico della nostra risposta “Pronto?” al telefono. Poca cosa lo so, ma è pur sempre un passo in avanti gratuito se fatto da solo no?