Le esclusive videoludiche sono quei titoli che spingono il videogiocatore a decidere se acquistare una console piuttosto che un’altra. PlayStation 3 ne ha un discreto numero, e ce ne sono alcune che da sole bastano per decidere di avere in casa la console Sony, ed una di queste è la saga Uncharted. Siamo giunti al terzo capitolo, in uscita il 2 novembre in tutti i negozi del mondo, e finora non siamo mai stati delusi da questo titolo sviluppato da Naughty Dog. Il suo compito è comunque molto arduo, ma Uncharted 3 L’inganno di Drake si propone sul mercato riuscendo addirittura a superare i due precedenti capitoli, offrendo un’avventura unica sotto ogni punto di vista. Il motivo di questo giudizio che può sembrare affrettato lo potete leggere nelle prossime righe, grazie alla prova con mano che abbiamo potuto effettuare sul prodotto finito in questi ultimi giorni.
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Quando viene inserito il disco di Uncharted nella console si hanno determinate aspettative. Un titolo unico, che regala avventure degne del migliore Indiana Jones, con una trama avvincente ricca di colpi di scena. E’ di fatto la storia di Nathan Drake che ha fatto sognare i videogiocatori, ed anche in questo terzo capitolo non rimarranno delusi.
Il nostro avventurieri si rimette sulle tracce del suo antenato Sir. Francis Drake, alla ricerca della città perduta di Ubar, meglio conosciuta come Atlantide del Deserto. Sin da subito si stabiliscono i ruoli di questa nuova avventura, e a darci del filo da torcere sarà Katherine Marlowe, donna disposta a tutto pur di mettere le mani su quello che si nasconde nella suddetta città, accompagnata dal suo braccio destro Talbot. Molti personaggi presenti in Uncharted 3 sono già stati presentati nei precedenti capitoli, ma non mancheranno nuove comparse, soprattutto tra le fila nemiche.
Caratteristica che contraddistingue la trama di questo terzo capitolo è che spesso sarete coinvolgi in alcuni “ritorni al passato” di Nathan, e grazie a questo è possibile incastrare pezzi mancanti della storia di questo giovane esploratore per rendere più chiaro il quadro generale su alcune vicende. Viene soprattutto approfondito il rapporto con Victor Sullivan, compagno di avventure sin dagli inizi che continua imperterrito a seguire il giovane amico nonostante l’avanzare dell’età.
La narrazione è inoltre come sempre d’alta classe. Scene d’intermezzo posizionate a dovere che non rallentano il ritmo incalzante dell’avventura, inquadrature in stile cinematografico che fanno sentire il videogiocatore il vero protagonista di ogni azione, e la recitazione dei personaggi davvero ottima, complice anche una mimica facciale realizzata a puntino.
La longevità della trama è più o meno nella media rispetto agli altri titoli di questo genere, e ci vogliono infatti circa dieci ore per terminare il gioco a difficoltà media, cosa che aumenta grazie al comparto multiplayer o se si vuole terminare del tutto il titolo collezionando l’intera lista dei trofei.
Tanta roba!
La struttura di gioco di Uncharted 3 L’inganno di Drake prende come base quella dei predecenti capitoli, ampliandola e migliorandola a modo per ottenere un risultato finale che diverte ed esalta ogni scena.
Il genere di base è lo shooter in terza persona, dalle classiche meccaniche del punta e spara sfruttando anche a dovere il sistema di copertura dietro gli ostacoli. In questo terzo capitolo Naughty Dog ha voluto implementare questo genere dando la possibilità al videogiocatore di affrontare una buona quantità di nemici anche a mani nude; si intraprendono così spesso scazzottate in mischie abbastanza numerose, e oltre a normali pugni, schivate e contrattacchi sono state aggiunte mosse più sceniche, che spesso vediamo nei film. Nathan sfrutta anche l’ambiente circostante per stendere i nemici, utilizzando bastoni, bottiglie, vasi, pesci (pesci? ebbene si, in un mercato ha afferrato un pesce enorme dal bancone e l’ha sbattuto in faccia all’avversario NDR), muri dove scaraventa i volti dei nemici che a volte spinge giù da una finestra se ne ha una nelle vicinanze.
Troviamo poi nemici più o meno robusti, alcuni equipaggiati con protezioni più corpose che ci daranno del filo da torcere e ci costringeranno a scaricare molti caricatori. E’ proprio qui che spesso si tende ad avere un approccio corpo a corpo per sprecare meno colpi, anche se bisogna stare attenti a rimanere ben riparati in quanto l’incontro dura più a lungo del normale ed il resto dei nemici tenta comunque di tenerci sotto tiro, soprattutto i cecchini che con un colpo ben assestato possono metterci al tappeto.
Gli avversari sono infatti sempre in gran numero, e la loro IA è stata decisamente migliorata; si organizzano per accerchiamenti o per coprirsi l’un l’altro, e negli scontri corpo a corpo tentano l’agguato in gruppo, dove uno ci tiene fermo mentre un altro viene per farci assaggiare la sua mano…ma noi abbiamo le carte in regola per difenderci a dovere.
Ma Uncharted 3 non è solo scazzottate e sparatorie…c’è mistero, c’è enigma, c’è esplorazione. In questo capitolo è presente infatti una buona quantità di enigmi da risolvere, tutti caratterizzati da una giusta dose di difficoltà che non stanca il videogiocatore, ma anzi lo stimola. A darci una mano per risolvere queste frazioni di gioco è disponibile il libretto dove Nathan appunta gli indizi che man mano scopre, mentre per i giocatori meno esperti dopo una certa quantità di tempo è possibile attivare un aiuto che indica dove è situato l’indizio successivo.
Per quanto riguarda l’esplorazione è cambiato ben poco; si affrontano le solite scalate in pieno stile Prince of Persia e corse contro il tempo per scampare a inondazioni o ad altre situazioni che potrebbero protarci alla morte.
Ricche novità!
Da tempo se ne parla della modalità multiplayer di Uncharted 3, e già dalla beta uscita un pò di tempo fa su PSN è stato possibile vedere un upgrade notevole rispetto a quello che si aveva in Uncharted 2. La struttura di gioco è la stessa che abbiamo visto nella versione di prova, ma ovviamente nel titolo completo tutto è notevolmente aumentato.
Le modalità disponibili sono molte, come il deathmatch presente in quattro tipologie diverse; si parte dal classico tutti contro tutti per passare a quello a squadre, caratterizzato da alcuni bonus particolari che permettono al team in svantaggio di recuperare la situazione in partita. Effettuando azioni particolari durante il match il team con minor punteggio può attivare particolari aiuti, come ad esempio moltiplicatori di punteggio o la possibilità di vedere sulla mappa la posizione degli avversari, e grazie a questi la situazione di ogni singola partita si può ribaltare. E’ inoltre presente la modalità DeathMatch Estremo dove non avremo a disposione alcun tipo di bonus, ma la novità vera e propria è rappresentata dalla modalità che mette contro tre team composti da due giocatori, e per avere la meglio sugli altri serve un’organizzazione tattica studiata e ben precisa.
A tutto ciò viene aggiunta la modalità Arena Cooperativa, che vede impegnati dai due ai quattro giocatori ed è simile a quello che abbiamo visto con la modalità Zombie in Call of Duty. Avremo ondate di nemici da uccidere, ma Naughty Dog ha voluto inserire all’interno di questa modalità un sistema di obiettivi secondari, come quello di trasportare da un punto all’altro un manufatto o quello di mantenere una determinata posizione.
Una volta portata a termine una partita avremo incassato un determinato numero di punti esperienza e di denaro, grazie ai quali potremo acquistare nuove armi e ulteriori upgrade. E’ possibile anche personalizzare la skin del nostro personaggio, acquistando con il denaro nuovi capi d’abbigliamento, che vanno da semplici indumenti a cose molto più particolari e dettagliate. Ovviamente Naughty Dog si è già sbilanciata su questo aspetto, annunciando che sono in progetto molti DLC che sarà possibile acquistare dal PSN.
Stupore continuo
Che Naughty Dog abbia fatto studi ben approfonditi per la realizzazione tecnica di Uncharted 3 è noto, e sono stati rilasciati anche alcuni video in rete riguardanti questo aspetto, ma non immaginavamo che il risultato finale sarebbe stato così sorprendente! Questo terzo capitolo infatti è l’ulteriore miglioramente grafico di questa serie, e non si tratta di una semplice ritoccata, bensì di un vero e proprio cambiamento qualitativo.
Parliamo dall’ambientazione. Ogni scenario è realizzato con cura ed è ricco di dettagli, che si notano soprattutto nei momenti in cui ci troviamo in spazi chiusi e ristretti, dove nulla è lasciato al caso. Nonostante alcuni ambienti sono molto ricchi di particolari si nota sempre un certo “ordine” nell’immagine a schermo, complice anche l’elevata pulizia grafica. Un plauso particolare va alla realizzazione del fuoco e della sabbia, dove il team di sviluppo ha dedicato molto tempo e i risultati raggiunti si notano; sinora nessun titolo è riuscito a mostrare qualcosa del genere. Saremo impegnati in alcuni frangenti a dover “combattere” contro il fuoco, e la sensazione che viene trasmessa dall’effetto realizzato è proprio quella del calore. Quando invece vagheremo per il deserto si nota il realismo raggiunto nel comportamento della sabbia, sia sotto i passi di Nathan che in base alla direzione del vento.
Visibili anche miglioramenti sui modelli poligonali dei personaggi, a partire dallo stesso protagonista, sempre più dettagliato e ricco di particolari. Anche il resto del cast dei personaggi è sorprendentemente migliorato, senza fare eccezione per nessuno.
I movimenti e le animazioni sono molto fluidi, ed è stata curata anche l’interazione con l’ambiente circostante. Avvicinandosi ad esempio ad un muro mentre camminiamo vedremo Nate alzare la mano per appoggiarsi, reazione che avrebbe qualsiasi persona reale.
Passiamo infine al comparto audio, che presenta una colonna sonora con melodie sempre ben studiate e che non disturbano le fasi di gioco, mentre il doppiaggio è completamente in italiano ed è ben integrato nella maggior parte dei casi.