The Elder Scrolls è una saga action-GDR ormai giunta al quinto capitolo, dopo una serie di episodi iniziati nel 1994 con The Elder Scrolls: Arena. Il primo capitolo uscito su next-gen è The Elder Scroll IV: Oblivion, che ha riscosso un ottimo successo sia tra i videogiocatori che dai pareri della critica. Dalla sua un mondo vastissimo da esplorare, con una varietà di personaggi e azioni inimmaginabile, a discapito di un comparto tecnico leggermente sottotono rispetto agli standard del momento, ma è un compromesso più che accettabile vista la mole di questo videogame sotto ogni punto di vista.
E’ quindi di nuovo l’ora di Bethesda Softworks, che l’11 novembre ci ha proposto un nuovo capitolo di questa saga: The Elder Scrolls V: Skryim. Venuto alla luce dopo cinque anni di sviluppo, avremo con questo titolo una conferma sulle capacità di questa software house che lancia sul mercato un Oblivion migliorato, più curato…più vasto!
Tutto ebbe inizio…
Duecento anni dopo le vicende narrate in Oblivion prende forma l’avventura di questo quinto capitolo, ambientato nella gelida Skyrim, regione a nord di Tamriel, continente dove viene narrata l’intera saga The Elder Scrolls. La guerra civile incombe dopo che il re è stato assassinato e l’Impero è ormai in crisi, tanto che tutte le regioni di Tamriel cercano di ottenere la sovranità attraverso ribellioni, contrastando le truppe imperiali comandate da generali che vengono inviate in ogni dove. Ma la guerra non è l’unico problema di queste terre. Il Dio Alduin, manifestato sotto forma di un possente drago, decide di fare visita in questo mondo per distruggerlo. E qui entriamo in gioco noi, ultimi discendenti dei Dovahkiin, i Sangue di Drago, e siamo chiamati a svolgere l’arduo compito di salvare Skyrim da questo enorme mostro.
Come tutti gli episodi di questa saga le nostre avventure inizieranno da una prigione, e man mano che andremo avanti con la storia scopriremo sempre più informazioni sul nostro conto, ed i colpi di scena saranno davvero molti. Tra avventure e combattimenti all’ultimo sangue, la main quest si districherà in un susseguirsi di missioni che ci terranno impegnati per circa 30 ore, ed avremo la possibilità di schierarci da parte dell’Impero o dei ribelli. Se invece vogliamo approfondire al meglio il titolo intraprendendo anche le missioni secondarie dovremo armarci di pazienza per affrontare circa 350 ore (!!!) di gioco ed esplorare del tutto i 41km quadrati del territorio di Skyrim.
Poche efficaci novità!
Come ogni titolo di questa saga anche The Elder Scrolls V: Skyrim inizia con una creazione del personaggio molto approfondita, che permette la personalizzazione di ogni minimo particolare ed infatti ci occuperà una buona fetta di tempo se vogliamo creare alla perfezione il nostro eroe. Si inizia infatti dalle caratteristiche estetiche quali razza e la definizione dei lineamenti del viso, per poi andare a personalizzare ciò che sono le caratteristiche che influiranno nel combattimento, come forza, intelletto ed altre 16 caratteristiche che andremo poi a modificare ad ogni passaggio di livello. Fatto ciò si nota la prima differenza rispetto ad Oblivion, ossia la scelta da parte di Bethesda di non far scegliere la classe del personaggio, ma di lasciare libero arbitrio al giocatore durante le avventure, che si specializzerà in base a ciò che deciderà di utilizzare man mano che andrà avanti con l’avventura.
Siamo quindi pronti per iniziare il nostro viaggio, con un equipaggiamento scarno che sarà però implementato man mano con un’infinità di pezzi tutti differenti l’uno dall’altro, ci sarà l’imbarazzo della scelta. Si nota sin da subito una struttura di gioco simile a quella di Oblivion, che ripropone le caratteristiche che contraddistinguono questa saga.
Ci vengono riproposte infatti le sessioni di dialogo con gli NPC molto articolate, la possibilità di modificare ogni arma e di acquistare immobili, utili per affrontare velocemente viaggi di notevole entità. Tutto è però stato reso migliore, con le correzioni che ci si aspettava per un sequel di questo calibro che deve tener testa ad una saga che sinora ha riscontrato il massimo del successo.
Si nota anche da parte di Bethesda la volontà di alleggerire un pò la struttura di gioco, ed infatti si vedono sin da subito variazioni che rendono il gameplay più lineare e più intuitivo. Oltre infatti all’assenza della scelta di una vera e propria classe di cui vi abbiamo parlato prima, anche il menu è stato notevolmente modificato. Non abbiamo più il menu gestito a pagine come in Oblivion ma è stata optato per un’interfaccia direttamente in gioco che velocizza tutte le azioni inerenti il nostro personaggio. Tutto diventa quindi più semplice da gestire, senza togliere nulla alla componente RPG che siamo abituati a vedere.
Con Skyrim siamo quindi ad un titolo della serie The Elder Scrolls dove sono state prese le caratteristiche peculiari dei precedenti capitoli e riadattate a dovere sotto alcuni punti di vista per rendere il titolo aperto ad una fetta maggiore di pubblico, ed infatti ora anche i meno esperti di questo genere troveranno più semplice la giocabilità.
Il compromesso
Passiamo ora al comparto tecnico di Skyrim, unico vero neo che da sempre si porta avanti questa serie. Come già si è imparato da questo generi di titoli nel mondo videoludico il tanto e bello non vanno troppo insieme. Il mondo vastissimo di questo titolo ha infatti, come in Oblivion, obbligato la software house a perdere qualcosa nel dettaglio grafico. I paesaggi sono mozzafiato, e si notano miglioramenti davvero rilevanti rispetto al capitolo precedente, ma non si può parlare ancora di perfezione. Avremo di fronte qualche ritardo nel caricare alcune texture, piccoli bug, e nelle fasi più concitate qualche incertezza da parte del frame-rate, ma tutto ciò non contribuirà a sminuire l’esperienza di gioco.
L’atmosfera resa dagli sviluppatori è quella che ci si aspetta da un ambiente freddo, spesso desolato e cupo. Ci pensano poi le condizioni metereologiche a rendere il tutto più vero, che si alternano come il giorno e la notte. Effetti di luce si alternano per dare al videogiocatore una visione fantastica del paesaggio, a volte quasi surreale.
Caratteristica inconfondibile di The Elder Scrolls è la possibilità di giocare in un mondo fantasy con la visuale in prima persona. Anche in Skyrim è stata lasciata questa opportunità al videogiocatore, e dobbiamo dire che per quanto riguarda i combattimenti è senza dubbio più comoda da gestire soprattutto per gli attacchi a distanza, mentre per esplorare la visuale in terza persona regala spettacoli decisamente più imponenti.
Finiamo come sempre con il comparto audio, che fa la sua grande figura ed enfatizza ancora di più la magia di Skyrim. Melodie d’accompagno degne del miglior mondo fantasy rendono l’avventura ancora più piacevole ed immergono il videogiocatore in questo mondo fatto di magia.
[…] non mettiamo minimamente in discussione quanto già detto in passato, ma vi invitiamo a leggere la nostra recensione visto che, a parte i DLC che espandono il gioco ma non lo alterano nel complesso, le novità […]
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