Tra le saghe riprese in questa generazione non si può non menzionare quella di XCOM, nata e cresciuta su PC come strategico a turni e divenuto, di recente, un titolo sempre tattico ma rivolto ad un pubblico più ampio, come dimostrato dal recentissimo XCOM: Enemy Unknow. Con The Bureau, 2K Marin prova a spingere ulteriormente sul pedale dell’azione senza scordare cosa ha reso grande questa saga.
IL BUREAU
Come capita ormai spesso nei titolo di questa generazione verremo catapultati immediatamente nell’azione, senza aver ben chiaro cosa stiamo facendo e sopratutto il perchè. Noi vestiremo i panni di William Carter, agente pluridecorato al servizio degli U.S.A., incaricato di trasportare una valigetta dal contenuto TOP SECRET. Immediatamente veniamo attaccati da una spia aliena che cerca di sottrarci il prezioso contenuto, facendone detonare il contenuto. Una volta risvegliati ci ritroviamo illesi e dotati del potere di guarire noi stessi ed i nostri alleati. Collaboreremo con l’agenzia XCOM e dovremo affrontare un’invasione aliena su larga scala, come nei classici cliché del genere.
A risollevare una premessa tanto scontata ci pensano i 2K Marin, che hanno conferito al nostro protagonista una personalità ed un passato tutt’altro che belligerante, tormentato dai demoni dei suoi ricordi e poco aperto al lavoro di squadra. Anche il plot non brilla certo per l’originalità ma la possibilità di scelte multiple durante i dialoghi ed alcuni colpi di scena ben distribuiti ci hanno fatto più che apprezzare lo svolgimento del titolo.
SCI-FI ANNI 60
Partiamo dall’aspetto più emblematico del titolo, ossia quello tecnico/stilistico.
Ci troviamo a fare i conti con il solito Unreal Engine 3, rielaborato ed adattato per l’occasione da 2K Marin in modo più che dignitoso. Il titolo si presenta subito molto dettagliato e ben realizzato sia a livello meramente tecnico ma sopratutto stilistico, con personaggi ed ambienti ottimamente realizzati, pur prestando il fianco a più di qualche appunto. I difetti più eclatanti riguardano la presenza di un fastidioso Tearing, ma non durante il giocato, bensi nelle scene di intermezzo realizzate in computer grafica, il che è abbastanza bizzarro. Inoltre si notano, di tanto in tanto, texture a bassa risoluzione ed un aliasing abbastanza marcato sugli elementi di fondo ed un framerate che in alcuni casi perde qualche colpo, seppur senza inficiare il quadro complessivo, ottimo nonostante tutti questi piccoli dettagli e che, secondo noi, riesce ad elevarsi dalla media.
Discorso diverso per le animazioni, tutte ottimamente realizzate e ben amalgamate tra loro, sia per quanto concerne le movenze sia per le quelle facciali dei personaggi, molto dettagliate e realistiche.
Splendido invece l’aspetto stilistico, che amalgama in maniera perfetta l’atmosfera anni 60 con la tecnologia aliena e con la “fantatecnologia” umana derivante dagli esperimenti sulla stessa tecnologia. Il contrasto che si viene a creare dona una personalità unica al titolo, difficilmente replicabile.
Anche gli alieni sono dotati di un ottimo design, che si rifà ai classici del genere ed implementa nuove idee. I nemici più deboli ricordano i classici dei film anni settanta, con relativo testone ed occhioni neri, mentre i nemici più potenti hanno sembianze più umane, con corazze ed armamenti che ricordano il recente Enemy Unknow e Mass Effect. Insomma, il quadro generale è sopra la media in tutto e per tutto, grazie anche ai celeri caricamenti ed all’ottima varietà di ambientazioni. Infine sono da segnalare anche gli ottimi effetti di luce, dovuti alle armi ad energia ed alle esplosioni.
PRIMA SI RAGIONA E POI SI AGISCE
Parliamo ora dell’aspetto centrale del titolo, ossia il Gameplay.
Il titolo si presenta inizialmente come un semplice TPS dove controlleremo Will in solitaria, in una dinamica che ricorda per certi versi il classico sparatutto focalizzato sulle coperture, con l’unica eccezione derivante dalle abilità (o meglio dall’abilità singola) di cui saremo dotati. In breve però entreremo in contatto con altri personaggi che faranno parte della nostra squadra ed ai quali potremo dare diversi ordini. I nostri compagni potranno anche aumentare di livello come il nostro personaggio e sbloccare nuove e peculiari abilità, distinte a seconda della classe del personaggio; queste variano dal classico Ricognitore allo specialista in esplosivi, passando per il soldato d’assalto. La varietà non è delle più ampie ma la possibilità di costruire personaggi distinti e diversificati aumenta lo spessore tattico dei combattimenti, potendo sviluppare solo parte delle abilità a scapito di altre.
Molto tattico l’approccio che saremo costretti ad avere ad ogni scontro, valutando attentamente sia chi avremo contro, sia lo scenario. Buttarsi a capofitto in uno scontro ci causerà sempre e comunque una morte rapida, con il rischio di perdere permanentemente i nostri commilitoni in caso non vengano curati in tempi celeri. Questa severità e questa difficoltà ci costringe ad un approccio più cauto e tattico ed a pianificare a tavolino ogni scontro, decidendo dove far riparare i nostri compagni e che abilità dovranno utilizzare. Il tutto funziona egreggiamente ed è modificabile in tempo reale in qualunque momento grazie ad un comodo menù radiale che rallenta l’azione e ci permette, in pochi e semplici comandi, di creare catene di ordini.
Ma l’azione non sarà l’unica nostra preoccupazione. Saremo anche impegnati in dialoghi più o meno complessi, sempre a scelta multipla, che ci permetteranno di delineare ed approfondire maggiormente il nostro protagonista ed i comprimari.
Oltre alle missioni principali troveremo alcuni incarichi secondari più o meno remunerativi, che ci daranno modo di approfondire il contesto di gioco e di potenziare la nostra squadra. Un esempio lo si ha nelle prime battute di gioco, dove verremo dotati di un bracciale che ci permetterà di recuperare armi aliene per i laboratori della XCOM, permettendoci poi di utilizzare prototipi di armi altrimenti inacessibili.