La storia ci insegna che i titoli su licenza cinematografica o fumettistica spesso e volentieri si rivelano oltremodo mediocri, prodotti al solo scopo di attirare a se i fan sfegatati della serie o del personaggio oggetto della trasposizione video ludica. Negli ultimi anni però questa tendenza è andata progressivamente scemando (non in tutti i titoli ovviamente), permettendoci di gustare delle ottime trasposizioni basate su licenze famosissime, come Wolverine, Batman e Transformers (War of Cybertron e Fall of Cybertron). Gli sviluppatori di questi ultimi hanno avuto carta bianca per portare sui nostri schermi Deadpool, controverso antieroe Marvel; saranno riusciti a miscelare le caratteristiche salienti del personaggio e della saga ad un gameplay dignitoso?
Il Mercenario Chiaccherone
Per chi non conoscesse l’antieroe Marvel, Deadpool altro non è che un ex mercenario che, a seguito degli esperimenti per giungere all’arma X, venne utilizzato come cavia e come contenitore di diversi genomi mutanti allo scopo di creare il soldato perfetto. Al povero Wade Winston Wilson vengono conferite la facoltà di rigenerarsi e la capacità di teletrasportarsi (principalmente), ma l’effetto collaterale lo induce ad impazzire completamente. Capita spesso infatti che il personaggio parli con se stesso, o con uno dei se stessi, che qui nel gioco son rappresentati da due fumetti che appaiono al bordo destro e sinistro dello schermo; inoltre il nostro antieroe è ben conscio di far parte di un fumetto e di un videogioco, dando il la ad alcuni dialoghi completamente demenziali dove si rivolge anche agli sviluppatori del titolo.
Lironia ed il “non-sense” del personaggio si trasmette anche a tutto ciò che lo circonda, andando dapprima a distruggere il copione inviato da HighMoon Studios a Deadpool, per sfociare, nel proseguo del titolo, in piccoli spezzoni di gioco che ne cambiano radicalmente sia lo stile che il gameplay, con scuse spesso del tutto ridicole. Completano il quadro una serie infinita di citazioni a Film, Serie TV, altri Videogame e molto altro ancora, sempre fatti in tono completamente ironico e demenziale.
Tie-In…e si sente…
Tralasciando la trama, mero pretesto per metterci nelle condizioni di affrontare nemici su nemici, ci troviamo di fronte ad un titolo prettamente Action che fonde alcune, limitate, dinamiche da TPS. Inizialmente le nostre armi principali saranno due Katana e due pistole, che verranno presto affiancate da mitragliatori, fucili a pompa e fucili ad impulsi, contornando il tutto da ben 4 tipi di granate (tra le quali le trappole per orsi), oltre a due varianti delle armi da taglio, una più veloce ed una più incentrata sui danni (simile a dei martelli).
Il problema più grave del titolo deriva proprio dalla fusione di questi due gameplay; la mancanza di un lock on su un singolo nemico durante le combo rende i combattimenti più affollati veramente frustanti, visto che ci vedremo spesso interrompere da un nemico che esce dall’inquadratura o ci troveremo a colpire un avversario per poi finire a colpirne un secondo prima di aver eliminato il primo. La cosa nei primi livelli di gioco non infastidisce particolarmente, ma avanzando nel titolo ed al variare dei nemici che ci vengono gettati contro un ordine logico di eliminazione diventa spesso obbligatorio. In questo caso ci vengono incontro le armi da fuoco e le granate; nel momento in cui inizieremo a sparare apparirà a video un mirino e le dinamiche di gioco muteranno in quelle di un tps di stampo molto classico, presentando addirittura un tasto per lo zoom, che funge anche da temporaneo lock on. Durante le combo sarà possibile mescolare i due stili di lotta, previo l’acquisto dei potenziamenti necessari, per prolungare e variare quanto più possibile le combinazioni e far in modo di prolungarle a dismisura (ed ottenere anche punteggi sempre più alti).
Infine troviamo le classiche super mosse, che si caricano realizzando combo o mangiando Tacos (?!), che ci permettono di realizzare un gran quantitativo di danni anche a folti gruppi di nemici.
Marvel-ous? Purtroppo no…
Altro aspetto non propriamente esaltante della produzione è quello tecnico/stilistico. Ci troviamo davanti ad un titolo linearissimo, dove sarà sempre ben chiaro il percorso da intraprendere, il che di per se non è una cosa grave (visto che il 99% dei titoli moderni è confezionato in questo modo). I problemi nascono andando ad analizzare l’aspetto tecnico del titolo, che utilizza l’ormai sovrasfruttato Unreal Engine 3 nella sua ultima (credo) incarnazione. Purtroppo gli sviluppatori non sono stati in grado di rendere giustizia al motore, confezionando livelli semplici, farciti di barriere invisibili e con texture altalenanti, ma mai sbalorditive. Neanche il numero di avversari a schermo nè il loro dettaglio va a smuovere le fondamenta del videogioco, presentandosi sempre in piccoli gruppi e variando solo di pericolosità ed armamentario disponibile.
Discorso totalmente inverso per il protagonista, realizzato ed animaato alla perfezione, che persenta anche il simpatico effetto “distruzione del corpo” apprezzato in Wolverine (anche qui il fattore rigenerante di Deadpool ne rigenera i vestiti, anche perché credo che a nessuno interessi vedere il fondoschiena nudo del protagonista).
Buoni anche gli effetti speciali, presenti in quantità, e altrettanto buona la fluidità, che difficilmente perde colpi; ottime le scene di intermezzo realizzate con il motore di gioco, e che fanno da collante per quella specie di trama che ci ritroviamo a segure.
Ottimo anche il comparto sonoro, che presenta buoni effetti ed un doppiaggio spettacolare, purtroppo solo in inglese sottotitolato.
[…] differenze tecniche e contenutistiche rispetto al titolo originale, mentre vi rimandiamo all’analisi precedente per un’opinione più approfondita della versione PlayStation […]