Borderlands 2 – Recensione

Gearbox ha confezionato il miglior seguito possibile di Borderlands, creando un titolo molto più ampio, articolato, pieno di cose da fare e compiti da svolgere, farcito di nemici ed armi e mettendo in campo quattro personaggi molto diversi tra loro per abilità ed attitudini. Purtroppo soffre di qualche piccolo difetto, come il bilanciamento non ottimale per i giocatori solitari ed il loot condiviso per le partite in coop, ma sono entrambi difetti risolvibili e che non inficiano in maniera significativa il prodotto finale. Siamo di fronte ad un More of The Same che sarà adorato dai fan del vecchio capitolo non ancora sazi di esplorare Pandora, anche se siamo di fronte ad un videogame che soffre della sindrome da seguito "identico ma più esteso". Se la vostra sete di loot, humor nero e demenza non è stata ancora sanata, fiondatevi in negozio e fate vostro Borderlands 2, se invece vi aspettate una rivoluzione della forumula rivolgete il vostro sguardo altrove.

Borderlads è stata la nuova IP più fortunata di Gearbox; dato per spacciato dagli analisti visto lo stile ed il periodo di uscita, è invece diventato un titolo milion seller con annesse ben quattro corpose espansioni che ha saputo ritagliarsi una grande fetta di appassionati. Gearbox si è messa quindi al lavoro sul seguito, che finalmente giunge nelle nostre mani per esser valutato. Andiamo ad analizzare cosa è cambiato in Borderlands 2.

Ritorno alle Westlands
Chi ha già giocato il capitolo precedente si troverà subito a casa sia per quanto riguarda l’aspetto visivo che i controlli di gioco. Il titolo inizia con il nostro protagonista su di un treno in compagnia degli altri tre “eroi” che successivamente potremo impersonare, mentre ci dirigiamo verso un agglomerato urbano per raccogliere informazioni su di una nuova cripta. Il titolo non risparmia i giocatori nel diffondere spoiler di qualsiasi tipo sul finale del capitolo precedente e sulle sue espansioni, ed è per questo motivo che consiglio a chi ancora lo deve finire o a chi l’ha recuperato solo di recente con il servizio “Playastation Plus” di non leggere questo paragrafo ma di passare direttamente a quello successivo (nonostante la trama del primo capitolo risulti essere abbastanza striminzita).
Possiamo invece illustrare l’incipit di Borderlands 2 a chi è già a conoscenza di cosa è accaduto nel primo capitolo della serie. Veniamo presto attaccati da Jack, responsabile delle operazioni della Hyperion, ditta che già dal precedente episodio era alla ricerca della tanto agognata cripta. Dopo essersi appropriato della scoperta liberando le Sirene e mettendo le mani sull’Eridium, un minerale che sembra amplificare i  poteri di queste creature, ha iniziato a cercare la seconda cripta che sembra essere allocata su Pandora, e che secondo alcune fonti potrebbe custodire segreti ancor più grandi, oltre che quantitativi di Eridium da permettere alla Hyperion di sovrastare tutte le altre corporazioni..
Verremo quindi chiamati ad interpretare uno dei quattro personaggi disponibili, diversi dal primo episodio sia per abilità che per forme e carattere. Le possibilità di scelta ricadono sul Soldato (già presente nel precedente episodio e qui pesantemente modificato), la Sirena (anche questa già presente ma modificata), il Gunslinger (una nuova classe che permette l’utilizzo simultaneo di due armi diverse) e Zero (che altro non è che un ninja con skill illusorie ed un melee potenziato rispetto ai compagni).
Dopo che il treno su cui viaggiamo deraglia, ci ritroviamo a seguire il solito Claptrap che ci introduce a tutte le dinamiche di gioco necessarie alla sopravvivenza. Arriveremo in breve tempo a Sanctuary, centro focale della prima parte del titolo e da li inizierà la nostra vera avventura, con diverse main quest da compiere ed un ottimo quantitativo di compiti secondari.

Un enorme deserto…o frose no…
Come dicevamo, l’aspetto visivo del titolo richiama in toto il suo predecessore, mettendo in campo un ottimo cell sharding, una buona mole poligonale ed un buon texturing, rimanendo però flagellato dall’aliasing negli ambienti ampi di cui il titolo è farcito e presentando un problema oramai noto dell’Unreal Engine 3…..il ritardo nel caricamento delle texture e la lentezza di certi caricamenti. Se per il primo problema basta attendere qualche secondo e non inficia il gameplay, per il secondo ci sono ben pochi rimedi.
La varietà di armi ed ambienti ha dell’incredibile e dell’imbarazzante; si passa da deserti post atomici, in sintonia con il primo episodio, a paesaggi innevati, a territori lussureggianti (per quanto possano esserlo su Pandora), fino ad arrivare a città decadenti e strutture artificiali. I modelli poligonari di nemici ed armi presentano una discreta varietà, differenziandosi in base alla potenza ed alla locazione nella quale si incontrano; al contrario delle armi, però, non è raro essere attaccati da un’ondata di avversari tutti guali tra loro.
L’arsenale invece è caratterizzato forse dalla scelta più varia, dettagliata e minuziona presente nel titolo; presenti in un numero mostruoso, con effetti ed animazioni diverse, con statistiche molto diversificate ed aerografie personalizzate, le armi faranno la gioia di ogni appassionato di farming selvaggio e difficilmente ne troverete due uguali nell’arco di una sola quest. Gli effetti sonori delle stesse sono un chiaro omaggio al precedente capitolo, presentando però ottimi campionamenti, differenti a seconda del calibro e del tipo di arma. Il doppiaggio, completamente in italiano, non si risparmia volgarità, cattiverie ed humor nero, ed è realizzato con maestria rendendo profondi e memorabili tutti i comprimari con cui si avrà a che fare, brillando per genialità sopratutto con i dialoghi di Claptrap e Jack.

Più grande, più grosso, più cattivo………….
Il titolo mette in campo un quantitativo imbarazzante di quest oltre che di armi; ci troviamo a dover svolgere decine di compiti più o meno vari, che spaziano dall’uccidere avversari specifici al ritrovare registrazioni ed item, passando per la sempre presente raccolta di determinati e specifici oggetti, come appunto il prima citato Eridium. Il tutto si svolge in un ambiente di gioco molto più esteso rispetto a quanto visto in passato, caratteristica che può essere considerata un pò il pregio/difetto maggiore della produzione. Questa notevole estensione ha permesso agli sviluppatori di generare main quest e sub quest lunghe ed articolate, che richiedono viaggi anche piuttosto lunghi per essere completate, costringendoci ad affrontare ondate enormi di nemici e a fare la spola con i negozi per vendere il loot, vista la limitatezza dell’inventario.
Sono quasi del tutto sparite le quest brevi che si acquisiscono e si risolvono nella medesima area, limitate a poche e rare occasioni.
Il numero di sfide da completare è aumentato esponenzialmente, e a differenza del precedente capitolo della serie ora c’è un motivo valido per completarle che non si traduce solo in una ricompensa in punti esperienza; ad ogni sfida completata guadagneremo un punto “Duro” con il quale potenziare in via definitiva dei parametri che spaziano dall’energia al rinculo, aspetti che rimangono permanenti e validi per ogni personaggio creato con il nostro profilo. Questo sistema invoglia a giocare approfonditamente il titolo anche dopo aver raggiunto il level cap prestabilito e ad iniziare il New Game + che, oltre a garantire un livello di sfida decisamente più elevato, incrementa in maniera considerevole il Loot di armi rare e molto più potenti di quelle ottenibili nella nostra prima tournè.
Come il suo prequel, Borderlands 2 è pensato per essere giocato anche in cooperativa, dove da il meglio di sè sia dal punto di vista del caos che viene a presentarsi a schermo sia per il divertimento che ne consegue. Questa predisposizione alla coop viene evidenziata giocando il titolo in solitaria, dove si nota una difficoltà spesso mal calibrata; nemici di livelo simile al nostro personaggio riescono spesso a metterci in seria difficoltà anche se in numero relativamente esiguo, soprattutto all’inizio della nostra avventura. Inoltre, in cooperativa, il loot è condiviso e, giocando con estranei, ci si trova spesso a litigarsi l’arma migliore droppata dall’ennesima chest o dall’ennesimo boss. Tutti problemi risolvibili con una patch che speriamo venga chiesta a gran voce dal pubblico.

GUIDE TROFEI

Loris "Asmodeus_Psycho" Mattiolo
Loris "Asmodeus_Psycho" Mattiolo
Da sempre appassionato di Videogames ed affini, ha iniziato a giocare sull'ormai lontano Commodore 64 con mangiacassetta, passando poi per le varie console SEGA e Nintendo, approdando infine sulle console più recenti. Ama il buon gaming, i titoli single player, gli shooter e gli RPG, ma non disdegna nemmeno gli altri generi, purchè sempre strutturati attorno a delle trame coinvolgenti e che sviluppino principalmente il Single Player. Poco avvezzo al multiplayer per natura, con le dovute esclusioni, ed ancora estremo sostenitore dello Split Screen e delle partite tra amici.

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Gearbox ha confezionato il miglior seguito possibile di Borderlands, creando un titolo molto più ampio, articolato, pieno di cose da fare e compiti da svolgere, farcito di nemici ed armi e mettendo in campo quattro personaggi molto diversi tra loro per abilità ed attitudini. Purtroppo soffre di qualche piccolo difetto, come il bilanciamento non ottimale per i giocatori solitari ed il loot condiviso per le partite in coop, ma sono entrambi difetti risolvibili e che non inficiano in maniera significativa il prodotto finale. Siamo di fronte ad un More of The Same che sarà adorato dai fan del vecchio capitolo non ancora sazi di esplorare Pandora, anche se siamo di fronte ad un videogame che soffre della sindrome da seguito "identico ma più esteso". Se la vostra sete di loot, humor nero e demenza non è stata ancora sanata, fiondatevi in negozio e fate vostro Borderlands 2, se invece vi aspettate una rivoluzione della forumula rivolgete il vostro sguardo altrove.Borderlands 2 - Recensione