Non si è mai visto forse nella storia videoludica una console che abbia avuto una line-up di lancio come è successo con PlayStation Vita, che ha sfoggiato sin da subito una grande manciata di titoli. Tra tutti questi ce n’è uno in particolare che sicuramente ha attirato l’attenzione dei videogiocatori, e probabilmente ha spinto molti nell’acquisto di questo gingillo portatile al day-one. Si tratta di Uncharted: L’Abisso d’Oro, spin-off della famosa serie realizzato per mettere in mostra una buona parte delle potenzialità della nuova macchina Sony, che riprende il brand di grande successo e lo ripropone in veste tascabile. Questa volta però non è Naughty Dog a prendere le redini del progetto, bensì il team di Bend Studio che ha già avuto esperienza su titoli portatili per PSP con Resistance: Retribution ed altri ancora.
Saranno riusciti a render giustizia ad una saga di così tanto successo? Scopriamolo insieme.
Nuovi compagni, nuovi traditori
Cronologicamente parlando in Uncharted: L’Abisso d’Oro viene narrata una parte della trama antecedente al primo capitolo uscito per PS3, Uncharted, Drake’s Fortune. Drake è quindi più giovane di quanto lo abbiamo mai visto, ed iniziamo l’avventura in compagnia del vecchio amico Jason Dante con cui si avventura per scoprire le sorti di una spedizione spagnola avvenuta 400 anni prima. Il luogo dell’avventura è l’America Centrale, e Nate conoscerà agli inizi una ragazza, Marisa Chase, che subito dopo alcuni avvenimenti diventerà la sua “socia”. Questa ragazza è colei che innesca l’intera avventura di questo capitolo, e non mancheranno durante la narrazione i colpi di scena ed i doppi giochi che ormai la serie ci ha abituati a vivere.
Nonostante questo capitolo sia sviluppato da un’altra software house il carattere di Nathan è rimasto fortunatamente invariato, confermandosi il solito “bonaccione” ed ingenuo con la battuta sempre pronta anche nelle situazioni in cui si trova in serio pericolo.
Ovviamente non vogliamo svelarvi nulla di preciso riguardo la trama, che non è del tutto paragonabile a quelle vissute nei capitoli su PS3 ma risulta essere comunque profonda e ben strutturata, ed è quindi un piacere scoprire man mano cosa ci aspetta nei vari capitoli.
Purtroppo la modalità Storia è l’unica presente in questo capitolo portatile di Uncharted, e la mancanza di un multiplayer online si fa sentire. Sarebbe bestata una modalità cooperativa per aumentare ancor di più la longevità ed il divertimento del titolo, considerando che Nate è accompagnato quasi sempre da un personaggio gestito dalla CPU. Speriamo vivamente che terranno in considerazione questa opzione in caso decidessero di sviluppare un altro titolo di questa saga su PS Vita.
Quanti tesori!
Ogni Uncharted che sinora abbiamo potuto giocare ha nella sua trama un lato esplorativo, che dà la possibilità di collezionare alcuni tesori. Anche in L’Abisso d’Oro non è da meno, e ne offre in gran quantità, forse anche più di quanto visto su PS3 soprattutto dal punto di vista della variabilità della tipologia. Oltre infatti ai classici manufatti sparsi qua e la per le ambientazioni, questa volta Nate potrà scattare foto con la sua macchinetta fotografica, alcune delle quali (illustrate anticipatamente in un apposito menu che ci aiuterà a riconoscere le zone da fotografare in game) sveleranno alcuni particolari secondari della trama.
Oltre a questo troveremo degli oggetti antichi, che dovremo ripulire dalla sporcizia grazie ai dispositivi touch della console, oppure dovrà ricomporre alcune mappe o altri documenti cartacei attraverso un sistema strutturato a puzzle dove dovremo ruotare i pezzi ed incastrarli nella giusta posizione, sempre utilizzando il touchscreen.
Ad arricchire questa già completa collezione di trofei è stata aggiunta una modalità annunciata poco prima del lancio del titolo, ossia il Mercato Nero, che permette lo scambio di alcuni particolari trofei trovati durante l’avventura con gli altri amici del Sony Entertainment Network (SEN). Ci si aiuta così a vicenda per completare la nostra collezione di monete, di carte dei tarocchi, di gemme e tanto altro, e per far ciò entra in gioco l’applicazione Near di PlayStation Vita, grazie alla quale avviene lo scambio.
Non mancano poi una grande varietà di enigmi da risolvere durante la narrazione, forse anche più di quelli visti nei capitoli PS3 ed alcuni dei quali abbastanza ostici da risolvere.
Uncharted vs PS Vita
Essendo uno dei titoli della line-up di lancio di PlayStation Vita, anche Uncharted: L’Abisso d’Oro è stato designato per mostrare le potenzialità delle nuove feature della console stessa. Per quanto riguarda il gameplay del titolo potremo scegliere se utilizzare i classici tasti che conosciamo dai capitoli casalinghi di questa saga oppure sfruttare le nuove caratteristiche, fatta eccezione per alcuni casi dove è d’obbligo l’uso del sensore di movimento e del touchscreen.
Per affrontare le scalate, da sempre presenti in tutti gli Uncharted, potremo deciere se utilizzare le freccette direzionali in combinazione con i tasti X e Cerchio, oppure potremo “disegnare” con un dito il percorso su schermo, che Nate andrà ad eseguire automaticamente. Una volta appesi ad una corda potremo dondolarci muovendo la console, oppure lo stesso sensore di movimento dovrà essere utilizzato per tenere l’equilibrio su tronchi o travi appesi nel vuoto e che dobbiamo attraversare (questo è uno dei casi obbligati dove dobbiamo sfruttare questa feature).
Inoltre possiamo anche effettuare alcune scelte su come affrontare i combattimenti. Negli scontri corpo a corpo potremo picchiare i nemici con i comuni tasti oppure toccando l’icona di un pugno sul nemico, fatta eccezione per le mosse finali dove stenderemo il nemico a suon di touch! Per le sessioni a fuoco invece la gestione della mira può essere affidata alla levetta analogica destra (un pò più sensibile rispetto alla controparte PS3, bisogna farci l’abitudine) oppure muovendo la console stessa, caratteristica molto divertente soprattutto quando imbracciamo un fucile di precisione. Il lancio delle bombe a mano invece è legato solamente al touch-screen, e Nate lancerà il suo ordigno nel punto preciso in cui avete toccato lo schermo.
Questo di cui vi abbiamo parlato è solamente la parte che riguarda più da vicino il gameplay, ma le feature di PS Vita vengono utilizzate in molte altre caratteristiche del gioco che non vogliamo svelarvi.
Qualità portatile
Dal punto di vista tecnico Uncharted: L’Abisso d’Oro è sicuramente uno dei più performanti tra quelli presentati al lancio di PlayStation Vita. Partiamo dalle skin dei personaggi, dettagliate e definite tanto che sembra di giocare su PS3 al primo (se non addirittura al secondo) capitolo della serie. Guardandoci intorno noteremo poi delle ambientazioni mozzafiato; la maggior parte dell’azione si svolge in ambienti vegetativi ed a volte sembrano essere ripetitivi, ma si nota una quantità di dettagli da far invidia anche ad alcuni titoli delle console casalighe, come una miriade di piante, alberi, cascate, rocce e via dicendo.
Si fa sentire però uno stacco più netto a livello qualitativo se andiamo ad analizzare gli effetti grafici, dove il fuoco è ben realizzato ma non dà una sensazione troppo realistica, mentre l’acqua è decisamente più performante. Questo ovviamente è un aspetto più che sorvolabile, se ci ricordiamo che stiamo comunque giocando su una portatile.
Per quanto riguarda le animazioni sono abbastanza fluide, ed il motore fisico che muove gli oggetti a schermo fa il suo dovere.
Si nota qua e la qualche imperfezione grafica, ma non si poteva pretendere di più da un titolo che si presenta al lancio di una console, che riesce comunque a dare un’ottima impressione sulle sue potenzialità hardware.
Infine per quanto riguarda l’audio la colonna sonora è composta dagli stessi brani che siamo abituati ad ascoltare nella trilogia su PS3, così come anche gli effetti sonori ed i doppiatori sono stati fedelmente riproposti.