Di titoli strani ne sono usciti a bizzeffe, proponendo formule innovative per appassionare o ammaliare il giocatore con la propria semplicità unita a geniali idee per sfondare quello che è il muro della monotonia che spesso attanaglia le possibilità di svariati giochi, confinandoli nello status quo. Questo per prevenire l’astio di eventuali acquirenti, insoddisfatti da eventuali picchi artistici da parte dei programmatori. Journey è un gioco che apre in un oceano desertico una semplice storia che, come dice il nome della produzione in sè, si svolge con un magico viaggio nell’ignoto.

BISOGNA AVERE LA STOFFA!
La storia di questo insolito nuovo arrivato non viene spiegata, parlata o resa avvincente da cutscenes di intermezzo per districare i fili di cui è composta. Fili è il termine più adatto alla situazione: il vostro personaggio sarà ricoperto da un mantello di seta dalla testa ai piedi, il suo volto solo l’ennesima coltre di mistero, sottolineata da due occhi luminosi e una minuscola tiara sulla fronte. Il vostro alterego ha un compito da portare a termine: in quella che sembra una civiltà devastata da catastrofi e intemperie, in mezzo a monumenti decaduti ed edifici sprofondati, il giocatore dovrà avventurarsi in un infinito deserto del quale non sembra vedersi la fine, guidato da un’apparizione al pari del divino che alla fine di ogni piccola tappa vi mostrerà una visione profetica, che si rivelerà essere il prossimo ostacolo che dovrete superare. La vostra terra promessa è un’altissima montagna con un varco di luce al suo interno, un’allettante meta per uno sperduto abitante di un luogo morto e dimenticato. A grandi linee questa è la trama del gioco. Delusi? Sotto l’apparenza di uno spoglio gioco di avventura, il connubio di elementi artistici contribuirà a rendere il vostro esodo un’esperienza indimenticabile. Non servono personaggi in più o in meno o scontri con nemici titanici da abbattere, niente colpi di scena per spalancarvi la bocca e farvi entrare le mosche. Ciò che conta siete voi stessi e la vostra volontà di sopravvivere a un inferno di sabbia che rischia di inghiottirvi semmai doveste esitare.

Il piccolo essere che controllerete vagherà per le dune desertiche di questo strano mondo solitario, armato solamente di una cosa: una sciarpa con strani simboli. Questo appariscente accessorio sarà un elemento di assoluta importanza nel vostro viaggio. Le uniche cose vive in questi luoghi sperduti sono dei misteriosi tessuti magici e fluttuanti, in grado di farvi letteralmente galleggiare in aria e volare, ricostruire passaggi distrutti dalle intemperie, o addirittura mostrarvi la via tramite dei simpatici avatar che ricordano vagamente esseri acquatici. Peraltro la vostra sciarpa ha la capacità di potenziarsi ulteriormente grazie a simboli rari e nascosti chissà dove, permettendovi salti più elevati e voli più lunghi, in modo da raggiungere vette prima inaccessibili.
I controlli sono piuttosto semplici e per niente complicati da tenere a mente: il tasto Cerchio vi permetterà di esprimervi nell’unico vago suono che il protagonista riuscirà ad esprimere, quest’azione ha importanza in quanto molti sigilli e tessuti saranno attivabili unicamente tramite la pressione svelta o prolungata del tasto in questione. Il tasto X invece ha il compito di farvi sollevare in aria grazie alle misteriose stoffe magiche o in solitaria grazie alla vostra sciarpa. Badate che il potere della sciarpa è limitato e si ricaricherà solo grazie al contatto con gli altri tessuti dello stesso materiale. Infine una piccola chicca fornita dal Sixaxis vi darà l’occasione di poter girare la visuale in maniera alternativa alla regolazione della levetta analogica, inclinando il joypad a destra e a sinistra.
L’attraversata nel deserto per quanto vasta non sarà difficile, ma quest’esperienza non va fatta in base alla difficoltà o alla smania di mettersi alla prova. Si tratta di seguire passo passo la travagliata esistenza di un piccolo essere, un puntino insignificante nell’oceano di desolazione che lotta con tutte le sue forze per cercare uno scopo e continuare a vivere. Fra scivolate, voli e la magia delle stoffe misteriose la vostra avventura si dispiegherà come ali nel vento impetuoso. Le sezioni si alterneranno fra scenari di diversa natura e di ulteriore mistero, sottoponendovi a prove da dover superare se vorrete arrivare a destinazione. Non si va nel dettaglio per evitare di rovinare un’epopea che è tutta da scoprire per quanto semplice nel suo piccolo.

E IL NAUFRAGAR M’E’ DOLCE IN QUESTO MAR DI SABBIA
Nonostante l’apparente povertà di contenuti che salta all’occhio del disattento, Journey rimarrà come segno indelebile nei ricordi dei giocatori per la ricchezza che grafica e sonoro forniscono. Lo sconfinato deserto è uno spettacolo per gli occhi, la sua vastità e resa grafica lo rendono del tutto verosimile. I salti e i movimenti del giocatore lo deformeranno, così come le piccole onde d’urto provocate dal suono della voce di quest’ultimo. La sensazione di avere a che fare con minuscoli granelli di sabbia è evidente e piacevolissima, dandovi l’impressione di poter prendere in mano un mucchietto e farlo scivolare lentamente fra le dita.
Le ambientazioni ricreano perfettamente ciò che il gioco vuole fornire: un feeling di solitudine per far posto all’ultima speranza a cui aggrapparsi. Il vostro obiettivo sarà quasi sempre in vista, in lontananza per poi essere sempre più vicino e finalmente tangibile. Le animazioni di personaggi e oggetti sono fluide, luci di varie tonalità a farle da sottofondo per diversificare il mondo in sfumature uniche. La semplicità dei modelli poligonali non deve trarre in inganno: questo gioco regala l’emozione di essere sperduti e avere la possibilità di ritrovare la strada grazie alla determinazione.
Per quanto riguarda il suono c’è un’altra sorpresa: le scene e i vari eventi, così come il culmine della trama e l’atmosfera generale, sono accompagnati da una colonna sonora degna di qualunque altra produzione. L’estasi di musiche epiche unita alla grafica particolare non falliranno nell’impressionare e rendere sempre più partecipi alle sorti del vostro personaggio.
Piccola pecca è rappresentata dalla longevità, circa 90 minuti sono più che sufficienti per portare a termine il gioco, ma questo non deve rappresentare un buco nell’acqua. Questo rende il prodotto rigiocabile e magari in compagnia di un amichetto per darvi man forte. A disposizione infatti c’è un sistema che consente di incontrare altri viaggiatori come voi, giocatori alle prese con l’attraversata, che potranno accompagnarvi e aiutarvi a sbloccare i numerosi trofei, per niente semplici da conquistare. A questo punto la durata è indifferente, l’esperienza acquisita può essere paragonata a un qualcosa di mistico da provare e vivere sulla propria pelle per sentirne l’intenso calore.

RASSEGNA PANORAMICA
Aspetto Tecnico
9.0
Gameplay
8.5
Trama
9.0
Intrattenimento
9.0
Antonio Loparco
Videogiocatore sin da piccolo, ho iniziato ad addentrarmi nel mondo videoludico con Amiga600. Pian piano ho provato varie piattaforme fino all'acquisto della prima PlayStation che è rimasta da sempre la mia console preferita.
journey-recensioneQuesto prodotto non è per tutti: chi sia alla ricerca dell'ennesimo gioco di qualche genere e voglia qualcosa di estremamente longevo può evitare Journey senza remore. Per chiunque altro voglia provare un'esperienza unica, una semplice storia di una persona che mira alla vita e alla speranza in un contrasto insolito fra epicità e solitudine, può dare indubbiamente una possibilità a questa piccola gemma nascosta nelle profondità di un deserto senza fine.

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