Il nuovo videogioco basato sull’universo narrativo creato da Eiichirō Oda è attraccato nei negozi fisici e digitali di tutto il mondo. Annunciato il 2 Novembre 2017 con il nome in codice Dawn, venne il mese successivo, in occasione del Jump Fest 2018, confermato il titolo ufficiale, One Piece: World Seeker.
Pubblicato da Bandai Namco, il gioco ci mette nei panni di Monkey D. Rufy per affrontare un’avventura caratterizzata da un mondo aperto liberamente esplorabile, prima volta per un videogioco che sfrutta la licenza del manga.
Ripercorriamo la collaborazione tra Bandai Namco e Ganbarion
Dietro l’ambizioso progetto troviamo Ganbarion, società giapponese fondata il 13 agosto 1999 con sede a Fukuoka in Giappone, con l’intento di dedicarsi allo sviluppo di videogiochi. Tra i principali clienti citiamo Nintendo e la stessa Bandai Namco, i quali hanno commissionato giochi basati sul fenomeno manga e anime “One Piece”, tra cui i cross-over Jump Super Stars e Jump Ultimate Stars e l’ottimo action rpg Pandora’s Tower. Inoltre è riconosciuto il co-sviluppo di Wii Fit U con Nintendo EAD.
Dedichiamoci dunque, in concomitanza dell’uscita di One Piece: World Seeker, ai tie-in ad opera di Ganbarion che si sono avvicendati, dal 2001 ad oggi, con protagonista la ciurma di Cappello di Paglia.
La serie picchiaduro Grand Battle dalle 2.5 dimensioni…
Il primo progetto di Ganbarion sfrutta le peculiarità di Rufy, ciurma ed antagonisti per dar vita ad un picchiaduro in 2.5D. Personaggi tridimensionali in stile super deformed che interagiscono tra loro su un asse bidimensionale. Pubblicato da Bandai, One Piece: Grand Battle! è stato rilasciato in Giappone il 3 marzo 2001 e in Europa il 25 giugno 2003 sulla prima PlayStation. Questo primo capitolo della serie di picchiaduro che, ad oggi, conta diversi sequel, non è però il primo titolo dedicato allo shonen di Eiichirō Oda. Sembra, infatti, giusto annoverare One Piece: Become the Pirate King!, gioco strategico a turni sviluppato da Soft Machine per WonderSwan.
Grand Battle! vanta 16 personaggi selezionabili, sette dei quali in grado di ricorrere a comprimari di supporto che apparivano su schermo come semplici sprite bidimensionali, e 6 ambientazioni della serie ubicate sino all’arco narrativo Whiskey Peak. Due le modalità principali: la Grand Battle, la quale vede i giocatori partecipare a un classico percorso arcade contro la CPU, e la Event Battle, modalità che prevede di affrontare sei nemici in uno stage contestualizzato da un’interazione video canonica tra i due personaggi. Gli stage sono inoltre impreziositi da forzieri del tesoro distruttibili per ottenere items o lanciabili per danneggiare il nemico.
Il diretto seguito, One Piece: Grand Battle! 2, amplia il tutto con elementi presi dalla saga di Alabasta, portando il roster a 24 personaggi giocabili e raggiungendo i 12 stage. Rilasciato questa volta solo in Giappone, il 20 marzo 2002 su PS1, ha raggiunto, assieme al primo capitolo, oltre 600.000 unità vendute, ricevendo dunque un riconoscimento ai PlayStation Awards del 2002.
…alle 3 dimensioni.
I successivi due capitoli, One Piece: Grand Battle 3 e One Piece: Grand Battle! Rush! , sanciscono il passaggio alla successiva generazione di console. Rilasciati per PlayStation 2 e GameCube, i due titoli passarono ad ambienti completamente in tre dimensioni, rimanendo però quasi immutata la formula di gioco. Ritornano la Grand Battle e la Event Battle, con l’aggiunta del Grand Tour, un torneo ad eliminazione che coinvolge fino a 16 giocatori. Rush! ha poi introdotto la modalità Davy Back Fight, una serie di mini-giochi estratti in modo semi-casuale che reinterpreta la serie di sfide contro Foxy e la sua ciurma. Con il terzo capitolo il roster continua ad inglobare personaggi dei più recenti archi narrativi, il quale si spinge sino alla Sky Island Saga, mentre il quarto fino al Water 7 Arc. Inoltre, ora anche i personaggi di supporto sono dotati di modelli 3D.
Fu però solo con One Piece: Grand Adventure che la formula cominciò ad arricchirsi con meccaniche da gioco di ruolo. Una modalità principale lontana dalla semplice scalata, comunque presente, che in un titolo poco tecnico spalancava facilmente le porte alla noia. Con cinque avventure di difficoltà crescente, la nuova modalità si presenta con una serie di tappe, da raggiungere per affrontare scontri uno contro uno oppure uno dei numerosi mini-giochi presenti in questo capitolo, i quali variano da una modalità orda a gare sui Super Spot-Billed Ducks. Portato a termine lo scontro si sbloccano nuove diramazioni, le quali andranno a comporre reti di isole, oltre ad ottenere punti esperienza per il personaggio che si è utilizzato.
Ed è qui che si palesa la meccanica da gioco di ruolo, che vede i vari membri della ciurma crescere di livello aumentando statistiche come salute, attacco, difesa, super, supporto e item. Anche qui. particolari scontri canonici possono essere introdotti da filmati.
Presentato come una versione migliorata di Rush!, Grand Adventure non è approdato sul mercato nipponico ma, nel 2006, solo in America, Europa e Australia per PS2 e GameCube.
L’approdo della serie Unlimited coinvolge Rufy & Co. in nuove avventure
Per la Nintendo Wii, Ganbarion si dedicò, invece, a titoli action-adventure. Con un totale di otto ambientazioni, di cui sei esplorabili, una che fungeva da hub principale e un’ultima che fungeva da arena per la decisiva boss battle, One Piece: Unlimited Adventure venne pubblicato nel 2007 in Giappone e Nord America. L’avventura ha inizio con un banale incipit: mentre i nostri pirati stanno navigando, Rufy si accorge della mancanza cibo in seguito ad una gara di abbuffate insieme a Chopper. I nostri eroi sono dunque costretti a pescare qualcosa, mentre Usopp è alla ricerca di isole presso cui rifornirsi. Invece di prendere qualcosa di commestibile, Rufy pesca quello che sembra essere un globo blu. Proprio in quel momento, con il capitano intento ad esprimere un desiderio, un’isola si materializza sotto la nave, facendo sì che la Thousand Sunny e i membri dell’equipaggio si sparpaglino sul luogo misterioso.
La progressione delle varie zone vede l’alternarsi di fasi platform, puzzle e scontri corpo a corpo con le varie minacce. Ogni personaggio ha il suo set di abilità e, quindi, il suo stile unico. L’hub centrale presenta caratteristiche di crafting che permettono di edificare cucine, campi medici o officine, necessarie per migliorare reti da cattura e canne da pesca utilizzabili per collezionare creature. Particolari oggetti consumabili possono aumentare le statistiche dei nostri protagonisti. Come contorno, infine, è presente una modalità Versus che vede da una parte una Team Battle, in cui è possibile scegliere tra 40 personaggi tra cui anche i nemici base senza un vero nome, e dall’altra una modalità sopravvivenza.
Il successivo episodio di questa nuova serie vede l’uscita, a distanza di qualche mese, di due capitoli che narrano un’unica storia, One Piece Unlimited Cruise 1: The Treasure Beneath The Waves e One Piece Unlimited Cruise 2: Awakening of a Hero.
Con cinque ambientazioni esplorabili per episodio e l’utilizzo della nave come hub centrale, la storia condivisa vede l’introduzione di Gabri. Inizialmente simile ad un piccolo Oni, denti sporgenti, un cappello con due corna ed una spada, in seguito assume un aspetto molto più “angelico”, con abiti di colore azzurro, viso non è più mostruoso e un’aureola sopra la testa. La ciurma di Cappello di Paglia lo incontra mentre è alla ricerca di un tesoro. Gabri dimostra di poterli aiutare, trasformando oggetti in energia ed usandola per aprire la strada alla ciurma. Purtroppo, sulla loro strada, incontreranno il Guardiano del Destino.
I protagonisti indossano inediti abiti come per il precedente capitolo, con la differenza che ognuno sarà associato ad un animale. I due giochi vedono anche l’introduzione di Brook e il ritorno della modalità VS.
Successivamente i due titoli sono stati portati su Nintendo 3DS con il nome di One Piece Unlimited Cruise: SP. In esclusiva per quest’ultima edizione, è stata introdotta una modalità che ripercorre la saga di Marineford, con l’aggiunta di personaggi come Emporio Ivankov, Boa Hancock, Marco, Akainu, Jozu e Jinbe.
Dall’eredità della serie Stars…
One Piece: Gigant Battle! del 2010 per Nintendo DS, nasce sulla base dei riusciti Jump Super Stars e Jump Ultimate Stars. Titoli che vedevano Ganbarion realizzare un picchiaduro in 2D che racchiudesse più protagonisti delle pagine di Weekly Shonen Jump. Se siete interessati, potete approfondire in questo speciale sui cross-over Jump.
Con un focus sulla time-line che parte dall’arcipelago di Sabaody fino all’arco di Marineford, questo picchiaduro in 2D conta 20 personaggi, direttamente controllabili, e numerosi personaggi di supporto di cui se ne possono scegliere fino a tre per affiancare il pirata selezionato.
Un seguito intitolato One Piece: Gigant Battle! 2 New World è stato rilasciato solo in Giappone, l’anno successivo, per la medesima piattaforma. Con un roster di 45 personaggi giocabili e 97 di supporto, questo sequel accresceva di molto la varietà del precedente titolo, grazie anche a molteplici eroi selezionabili senza alterarne troppo la forma, come da tradizione anche della serie Grand Battle.
…alla fusione con lo stile dei Grand Battle.
L’idea di fondere il gameplay dei Gigant Battle con il ritorno dei personaggi super-deformed dei Grand Battle, porta poi alla nascita di One Piece: Super Grand Battle! X nel 2014. Rilasciato per Nintendo 3DS, per il solo mercato giapponese, l’utilizzo di modelli 3D differenzia graficamente questo titolo dai precedenti. Questa volta, però, il nostro team è costituito da 2 personaggi controllabili e 2 di supporto. I due main possono darsi il cambio durante le combo per creare sequenze di attacchi devastanti.
L’eterno e il mortale
Il più recente della serie Unlimited, One Piece: Unlimited World Red, è stato rilasciato inizialmente solo su Nintendo 3DS, per poi approdare su PS3, PS Vita e Wii U ed, infine, essere rilanciato in un’edizione Deluxe, con tutti i DLC rilasciati nel tempo, su PC, PS4 e Nintendo Switch. Il gioco riprende alcune caratteristiche dei prequel, come l’utilizzo della canna da pesca o del retino per insetti, e la presenza di un hub centrale, che questa volta è rappresentato dall’inedita città di Transtown.
Questa volta i Pirati di Cappello di Paglia sono in compagnia di Pato, una penna capace di creare qualsiasi tipo di oggetto o di persona, che può assumere la forma di un tanuki con pantaloni blu e un vestitino rosa con disegnate due foglie. Approdati a “Island of Promises”, i pirati si dividono in gruppi per rifornirsi. Durante l’esplorazione, il nostro capitano salva una donna da un gruppo di teppisti. La donna, Yadoya, è la proprietaria della locanda in città. Ma nel frattempo, i compagni di Rufy vengono però rapiti.
Le ambientazioni che ci troviamo di fronte non sono però inedite, infatti ci ritroviamo a ripercorrere luoghi ed affrontare boss ripresi dalle molteplici avventure dei Pirati di Cappello di Paglia. Patrick Redfield, soprannominato il conte rosso o Red il solitario, è l’antagonista principale del videogioco. Ex prigioniero del Livello 6 di Impel Down il quale, evaso con l’arrivo di Marshall D. Teach, ingerì il Frutto Vamp-Vamp Modello Vampiro.
Le edizioni successive a quella per 3DS hanno visto l’aggiunta di una Modalità Arena, la quale è essa stessa ispirata al torneo organizzato al colosseo di Dressrosa. Qui avremo l’opportunità di affinare le nostre abilità, affrontando orde di nemici semplici oppure una scalata di boss. In questa modalità, inoltre, il roster si compone di altri oltre nove membri della ciurma protagonista. Potremo infatti selezionare anche Hancock, Law, Ace ed altri personaggi. Anche se già dal loro move-set traspare che non tutti siano stati pensati come personaggi controllabili in fase di sviluppo. Basti vedere la lentezza e la poca varietà di combo di Akainu o Barbabianca, entrambi pensati come soli boss tank.
Vi ricordiamo che One Piece: World Seeker è disponibile dal 15 Marzo 2019 in tutto il mondo per PS4, Xbox One e PC. Qui potete recuperare il filmato di apertura.