Resident Evil e la componente multiplayer – Parte 2

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Settimana scorsa abbiamo approfittato dell’attenzione riposta su Resident Evil 3 e Resident Evil Resistance (ex Project Resistance), componente multigiocatore del nuovo remake e possibile titolo stand-alone, per parlare di come questa componente è stata amalgamata allo natura della serie Capcom. Palesatosi al Tokyo Game Show 2019 come un multiplayer asimmetrico 4 contro 1 con elementi gestionali, il progetto di NeoBards Entertainment si è palesato come pezzo di un puzzle ben più appetibile per i fan del franchise.

Le sfaccettature del multiplayer in Resident Evil

Come abbiamo visto nello speciale precedente, il multiplayer cooperativo sembra esser stato un’idea scartata ai tempi del primo capitolo targato 1996. Partendo poi dal primo accenno di coop online dei due Outbreak, in esclusiva PlayStation 2, siamo giunti alla cooperativa introdotta per la prima volta in un capitolo numerato. Parliamo nello specifico di Resident Evil 5, dove Sheva supporta attivamente (non dunque come Ashely con Leon) Chris per tutto lo svolgimento delle vicende narrate nel gioco. Ci siamo lasciati con una riflessione sulla modalità mercenari del quinto capitolo, la quale è stata trampolino di lancio di un primo accenno di multiplayer competitivo grazie ad un dlc.

Resident Evil e la componente multiplayer - Parte 2

Primo accenno di competitivo in Resident Evil

Versus è la variante, rilasciata come DLC a pagamento, del minigioco Mercenaries, il quale coinvolge fino a quattro giocatori. Il contenuto aggiuntivo prende personaggi e mappe del mini-gioco per imbastire un multiplayer competitivo su quattro differenti modalità. “Slayer” è un tutti contro tutti in cui l’equipaggiamento dei personaggi è ereditato dalla modalità principale. L’obiettivo è guadagnare punti uccidendo il maggior numero di Majini, collezionando combo. Se uccidere gli altri giocatori assegna comunque punti, la nostra morte invece ce ne sottrae. “Survivors“, invece, è una modalità tutti contro tutti in cui il punteggio scaturisce da quanto danno facciamo agli avversari e da quanto noi ne riceviamo. In questo caso ogni personaggio comincia la partita con un’unica arma. Ulteriori armamenti possono essere ritrovati nella mappa oppure uccidendo il mid-boss. Quando, però, si viene sconfitti, si perdono le armi raccolte. “Team Slayers” e “Team Survivors” rappresentano le varianti a coppie delle modalità prima citate.

Resident Evil Revelations e la Raid Mode

A seguito del test con The Mercenaries 3D, nel 2012 Capcom sfornò su Nintendo 3DS Resident Evil: Revelations, spin-off che riuniva Jill Valentine e Chris Redflied. Ambientato nel 2005, ci troviamo a vivere i primi anni di vita della B.S.A.A., il gruppo antiterrorismo fondato proprio dai due protagonisti del primo gioco. La campagna presenta una struttura particolare: dodici episodi, in cui si avvicendano differenti personaggi, con riassunto delle vicende precedenti, tra episodio ed episodio, che la rendono simile ad una serie TV. Tutto ciò adattava il titolo ad una fruizione più frammentata tipica delle console portatili. Un nuovo gruppo terroristico, la Veltro, vuole infettare le acque del mondo con un potente virus, il T-Abyss. Alla ricerca del disperso Chris Redfild, Jill e Parker saliranno a bordo della Queen Zenobia. In questo capitolo gli Ooze, esseri con le caratteristiche di uomini morti per annegamento, prendono il posto dei comuni zombi.

Resident Evil e la componente multiplayer - Parte 2

Raid Mode è la modalità secondaria orientata all’azione, ma con elementi da gioco di ruolo, introdotta in questo capitolo. Uno o due giocatori possono farsi strada attraverso una selezione di ambientazioni tratte dalla campagna per giocatore singolo. Prima di cominciare a giocare è necessario selezionare un personaggio, dotato di specifiche abilità passive, e preparare il suo equipaggiamento, con armi acquistabili al negozio e personalizzabili con vari accessori. Dopo aver completato un livello, il giocatore riceve un rango, il bottino recuperato, Battle Point (la valuta del negozio) ed EXP. Lo scanner Genesis non è presente, il comando dedicato è utilizzato per un sistema di frasi predefinite per comunicare. I nemici hanno barre di salute sopra le loro teste e la quantità di danno inflitto loro viene visualizzato tramite valore numerico. Alcuni nemici potenziati nella quantità di danno o velocità di movimento sono identificabili con specifiche icone accanto la barra della vita.

Operazione “Raccoon City”

Si ritorna a Raccoon City nel 2012 grazie a Resident Evil: Operation Raccoon City. Si tratta di uno sparatutto in terza persona sviluppato da Slant Six Games e pubblicato da Capcom che, nonostante riprenda personaggi e situazioni da Resident Evil 2 e Resident Evil 3: Nemesis, non è canonico. Questo perché il gioco, oltre a presentare interazioni tra personaggi non viste nei giochi precedenti, consentiva di prendere decisioni che hanno drastiche ripercussioni sul canone della serie. La vicenda si concentra su due differenti squadre delle forze speciali, Delta Team ed Echo Six. La prima è un’unità dei servizi segreti Umbrella col compito di distruggere le prove che incriminano la società farmaceutica. La seconda, che opera, invece, per conto del governo degli Stati Uniti, ha l’ordine di rintracciare quelle prove. La campagna degli Echo Six, non essendo contenuta nel gioco base, è acquistabile separatamente sotto forma di dlc.

Resident Evil e la componente multiplayer - Parte 2

Ogni campagna è costituita da sette capitoli, in cui i giocatori formano un team di quattro dei sei agenti selezionabili per fazione. Ognuno di essi rappresenta una canonica classe con abilità, attive e passive. Presente la cooperativa online per la campagna. Dopo aver completato uno scenario, i giocatori vengono ricompensati con punti XP da investire nell’acquisto di nuove armi o nel migliorare le abilità degli agenti. Introdotti due nuovi stati. Quando i giocatori vengono colpiti ripetutamente in un breve lasso di tempo, il personaggio avrà un’emorragia che attirerà inevitabilmente a sé tutti gli zombi vicini. È anche possibile venire infettati. In quel caso si perde lentamente salute fino a morire per poi rinascere come zombi. In questa circostanza si perde il controllo del proprio alter-ego, che attenterà alla vita dei propri compagni. Presente però nell’inventario uno slot per spray antivirali, coi quali liberarsi dall’infezione.

L’offerta multigiocatore di Operation Raccoon City

Oltre alle missioni che costituiscono la compagna, il gioco offre quattro modalità multiplayer competitive: Team Attack, Survivor, Biohazard e Heroes. La modalità Team Attack rappresenta il tradizionale deathmatch a squadre, le quali competono per il miglior punteggio. È possibile guadagnare punti uccidendo sia gli infetti che i giocatori nemici. La modalità Sopravvissuto è una modalità di gioco in cui due squadre combattono per i posti a disposizione sull’ultimo elicottero in fuga dalla città condannata. Uccidere gli avversari allunga il tempo di rigenerazione, offrendo ai giocatori più opportunità di raggiungere il mezzo. La modalità Biohazard è una variante di cattura la bandiera. Le due squadre competono per recuperare delle fiale viola contenenti virus da riportare alla propria base. Vince il team che restituisce per primo cinque fiale.

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La modalità Heroes permette di impersonare i personaggi storici separati in due squadre. Una vede tra le proprie fila Leon S. Kennedy, Claire Redfield, Carlos Oliveira e Jill Valentine. L’altra, invece, conta HUNK, Nicholai Zinoviev, Ada Wong e LONE WOLF, personaggio inedito, pilota della squadra di HUNK. Per vincere, i giocatori dovranno eliminare tutti gli eroi della squadra avversaria. Quando un eroe viene ucciso rinascerà come membro Delta Team o Echo Six ma con salute inferiore e armi meno efficaci, permettendo al giocatore sconfitto di continuare a contribuire alla partita. Esclusiva della versione per Xbox 360 è la modalità Nemesis, messa a disposizione come contenuto aggiuntivo a pagamento. In uno scontro 4 vs 4 è messa a disposizione delle due squadre una console attraverso cui schierare il temibile mostro dalla propria parte. Più tempo il mostro sarà dalla nostra parte più punti guadagneremo, fino ad arrivare alla soglia della vittoria.

Nuovi DLC, nuove modalità

La versione base di Resident Evil 6 conteneva la modalità Agent Hunt, nella quale i giocatori potevano invadere le partite altrui nei panni delle creature minori. Successivo al lancio, è un trittico di modalità competitive disponibili a pagamento. “Survivors”, giocabile nella variante tutti contro tutti o a squadre, vede i giocatori lottare per essere l’ultimo sopravvissuto. Quando però si viene uccisi si continua a giocare come zombi o J’avo. Per tornare come umani, invece, bisogna uccidere un altro personaggio umano. In “Predator“, 5 giocatori vengono messi a confronto con un sesto giocatore che controlla l’Ustanak. L’obiettivo dei personaggi è quello di eliminare il mostro o sopravvivere fino alla fine del round. Il boss è assistito dagli Oko, creature volanti generate dalla sua schiena che informano sulla posizione degli umani. Al termine di sei round, uno per ogni giocatore nei panni della minaccia, il giocatore con il punteggio più alto vince.

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Siege” vede sei giocatori divisi in due squadre: una costituita da personaggi umani, l’altra da armi biologiche. L’obiettivo degli umani è proteggere l’agente BSAA controllato dall’IA, quello dei nemici è attentare alla sua vita. I due team si danno poi il cambio di fazione nel secondo round. Giunge in un secondo momento, con l’uscita della versione PC, la modalità Onslaught. Si tratta di una simpatica competizione ad ondate, tra due giocatori, con una dinamica simile al tetris. Isolati in partite diverse, i giocatori possono accumulare un numero definito di combo, le quali indicano il numero di nemici che è possibile inviare nella mappa dell’avversario. Inviare nemici all’avversario permetterà anche di far crescere un indicatore, che si accumula fino al 300%, potenziando di conseguenza il nostro personaggio. L’obiettivo è dunque quello di sopravvivere più a lungo del nostro avversario.

Distribuzione ad episodi

A differenza del primo episodio, Resident Evil: Revelations 2 presenta la possibilità di controllare il personaggio di supporto, permettendo anche la modalità cooperativa. Il titolo recupera, quando si gioca da soli, lo switch da protagonista a protagonista di Resident Evil 0. La distribuzione è inedita per la serie. Parliamo infatti di quattro episodi, rilasciati settimanalmente nel periodo in cui è spopolato l’esperimento della defunta TellTale Games con il personale The Walking Dead. La trama si svolge su due linee temporali differenti, ognuna con protagonista una coppia di personaggi, Claire-Moira e Barry-Natalia. Ogni coppia, però, impone un ruolo per ogni protagonista. Claire e Barry sono responsabili delle armi da fuoco, mentre Moira e Natalia ricoprono il ruolo di supporto. Moira possiede una torcia in grado di fornire luce e accecare i nemici. Inoltre, in modo simile allo scanner Genesis di Revelations, può rivelare oggetti che Claire non è in grado di vedere.

Resident Evil e la componente multiplayer - Parte 2

Moira equipaggia anche un piede di porco che può usare per sbarazzarsi di assi che bloccano il passaggio e per colpire i nemici. Natalia, invece, è dotata della capacità di percepire i nemici e i corrispettivi punti deboli che Barry può utilizzare per liberarsi di loro più facilmente. Presenti anche determinati nemici invisibili a Barry ma percepibili dalla bambina. Natalia non può però difendersi tanto efficacemente come Moira. Ella può solo raccogliere dei mattoni da lanciare alle creature. Ritornano anche i due inventari separati per i due personaggi, anche se Claire e Barry hanno più slot a disposizione. Le armi di questi ultimi però non fanno parte dello slot equipaggiamento. Per la prima volta, i giocatori potranno accovacciarsi per consentire approcci furtivi o evitare i nemici. Presente anche un sistema di crafting che coinvolge erbe, molotov, bombe fumogene e disinfettanti.

Torna la modalità Raid

Ritorna anche la modalità Raid che, però, questa volta presenta una sorta di trama. Il giocatore assume il ruolo di una IA in grado di prendere le fattezze di diversi protagonisti della serie in un simulatore di combattimento. L’obiettivo è completare varie missioni per raccoglie registri audio che descrivono la vera natura della Regina Rossa. Un’area simile a una dimora funge da hub centrale da cui è possibile accedere alle missioni, al negozio e all’inventario. Oltre le sezioni introdotte in questo capitolo, i giocatori potranno visitare luoghi di altri giochi della serie, tra cui Tall Oaks e Edonia di Resident Evil 6, e combattere mostri di altri giochi, come Scagdead e Hunter.

Lo sparatutto tattico

Resident Evil: Umbrella Corps è il più recente capitolo della serie con funzionalità multigiocatore. È stato rilasciato il 21 giugno 2016 su Steam e PlayStation 4 in concomitanza del 20° anniversario del franchise. L’attenzione è spostata sul combattimento tattico come in Rainbow Six Siege. I giocatori possono, infatti, puntare le loro pistole mentre si trovano su scale, aprono porte e utilizzano lo scudo tattico. Quest’ultimo, il primo di diversi accessori di cui il giocatore sarà dotato, è un prolungamento corazzato del braccio che devia i proiettili. Inoltre una resina appiccicosa impedisce agli zombi di morderci quando ci afferrano. Il “Debrainer” è, invece, l’arma da mischia, un’ascia capace di recidere legame tra il cervello e il midollo spinale. Lo ” Zombie Jammer ” è un dispositivo che emette radiazioni elettromagnetiche progettate per disorientare gli infetti. Completano l’attrezzatura i “Terrain Spikes”, stivali dotati di spuntoni utili a schiacciare le teste degli zombi striscianti.

Resident Evil e la componente multiplayer - Parte 2

Il gioco riesuma aree di precedenti episodi della serie, da Villa Spencer di Resident Evil a Lanshiang di Resident Evil 6, ma non mancano mappe originali come i laboratori Tricell e Umbrella. Introduce alle meccaniche di gioco una modalità sfida per giocatore singolo, intitolata “L’esperimento“, in cui il giocatore deve affrontare ventiquattro prove, con numeri di nemici da uccidere o ondate a cui sopravvivere. Tra le modalità multiplayer troviamo “One Life Match“, in cui i giocatori combattono in un round di tre minuti senza possibilità di respawn. Un’altra modalità è “4 sopravvissuti” in cui quattro giocatori concorrono per rimanere in vita il più a lungo possibile mentre respingono i nemici, i quali possono anche essere gli altri giocatori nascosti nella mappa. “Multi-missione” vede invece variare l’obiettivo da conseguire per le due squadre di round in round.

Verso il prossimo futuro

L’insuccesso di Umbrella Corps ha dimostrato che, davanti ad un prodotto con molte criticità, non è bastata la potenza del brand Capcom. Fortunatamente, in parallelo, la software house era alle prese con il nuovo capitolo numerato, il quale era caratterizzato dall’azzardo della prima persona. Uscito nel 2017, Resident Evil 7 si è rivelato un successo, di critica e di pubblico, piazzandosi ai primi posti delle esperienze horror più d’impatto degli ultimi anni. Non poteva comunque mancare un Season Pass, attraverso cui monetizzare e catalizzare nel tempo l’attenzione su questo nuovo titolo single-player, ma da quel momento la serie è riuscita a risollevarsi in maniera eccelsa. Il nuovo remake dovrebbe dunque riuscire ad avviarci egregiamente verso la nuova generazione di console e di Resident Evil.

Carlo Garofalo
Appassionato di Videogiochi, ha approcciato al medium guardando giocare i genitori con la prima PlayStation. Con un draghetto viola da una parte che riusciva una volta su dieci a raggiungere le varie piattaforme, e dall'altra un povero neo-poliziotto incapace di coordinare i propri movimenti per sfuggire nella parte iniziale alle singolari creature, lo stanco ragazzino ha poi deciso di prendere in mano lui stesso il DualShock.

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