I Digital Delivery del 2012 da recuperare

il

Dopo avervi consigliato nel precedente articolo cinque titoli retail PlayStation 3 del 2012 da recuperare, ve ne illustriamo ora altrettanti ma questa volta tratti dai titoli unicamente scaricabili da PlayStation Store. Anche in questo caso abbiamo cercato di evitare inutili ripetizioni, ciò significa che troverete soltanto titoli non trattati in altri speciali sul nostro sito. Buona lettura!

Un titolo che personalmente tenevo d’occhio prima della relativa uscita e che ho apprezzato è proprio Quantum Conundrum. Il suddetto gioco è stato sviluppato da Airtight Games e diretto da Kim Swift, ossia un ex-dipendente di Valve che contribuì allo sviluppo del rinomato Portal. È facile infatti accostare questo titolo alla perla Valve, vuoi per la struttura da puzzle game (con elementi platform) in soggettiva, vuoi anche per lo stile ironico e demenziale che accompagna i momenti di gioco.
Quantum Conundrum
ci mette nei panni di un dodicenne, nipote del prof. Quadwrangle, impegnato a liberare lo zio da una trappola spazio-temporale nel quale è finito. Il nostro unico strumento è un dispositivo in grado di manipolare lo stato fisico dei materiali, in particolare potremo (a comando e non, in base alle situazioni) passare ad una realtà con oggetti più leggeri o pesanti, oppure rallentare il tempo o far sollevare parte degli stessi. Si ottiene così un gioco che ha come unico vero difetto il fatto di essere troppo simile al titolo al quale si ispira, mantenendo però una propria personalità ed un buon tasso di sfida. Quantum Conundrum è sviluppato con il noto Unreal Engine 3 ma non fa della potenza grafica il proprio punto di forza, anche se artisticamente è molto valido. Indubbiamente da provare con le proprie mani!


Quello di cui stiamo per parlarvi è un titolo che ha avuto uno sviluppo molto lungo e travagliato, alla fine completato dai ragazzi di Ubisoft Shangai. Trattasi di un survival post-apocalittico in terza persona ambientato in una città americana devastata da un non chiaro evento che ha scosso l’intera nazione.
L’esplorazione è realizzata in modo molto buono e viene reso bene il senso di devastazione e disagio nei (pochi) personaggi che incontreremo strada facendo. Oggetti e munizioni sono letteralmente contati, rendendo I Am Alive un survival alla vecchia maniera, anche nel suo essere a tratti eccessivamente legnoso. Davvero lodevole il grado di realismo offerto dal titolo, sia a livello fisico che psicologico, nel quale gli istinti animali hanno la meglio sulla razionalità e la violenza è spesso l’unica strada da percorrere.
L’avventura è molto lineare dal punto di vista esplorativo, ma offre molteplici scelte  per affrontare o schivare gli scontri contro i vari nemici, scontri rapidi e anch’essi estremamente crudi e realistici. Il vero avversario è però la città che, tra edifici sui quali arrampicarsi e la letale polvere presente in varie ambientazioni, rende veramente serrati ed al cardiopalma i ritmi di gioco. Si tratta sicuramente di un titolo ridimensionato rispetto a come fu concepito anni fa, però è consigliatissimo agli amanti dei survival vecchio stile.


Warp è un’avventura ideata da Trapdoor Games che ci mette nei panni di un alieno che è riuscito a liberarsi dal suo stato di cavia da laboratorio. Essendo stato oggetto di questi esperimenti da parte degli umani, lo stesso alieno medita vendetta contro di loro con l’obiettivo di liberare i suoi simili, anch’essi prigionieri del suddetto laboratorio.
Il protagonista, Zero, è inquadrato con una visuale dall’alto, utile ad avere sott’occhio sempre la situazione, mentre il titolo in sé può essere affrontato sia in maniera stealth che a viso aperto, lasciando quindi al giocatore una buona libertà d’azione. Il nostro amato alieno è dotato di alcuni poteri, di cui il principale risulta essere il teletrasporto, inizialmente limitato ma potenziabile fino a poterci far impossessare dei malcapitati umani che ci ostacoleranno il cammino verso la libertà. Non mancano elementi puzzle e strategici visto che, pur avendo la possibilità di scegliere come proseguire, è sempre buona cosa valutare gli elementi delle varie stanze per non finire inevitabilmente uccisi in pochi secondi.
Il tutto non può che portare ad una struttura “Trial and error” che farà sicuramente felici i videogiocatori di vecchia data ma che potrebbe non piacere a tutti. Tecnicamente non ci troviamo di fronte ad un gioco esemplare, ma il tutto viene salvato da un buon design artistico e dalla caratterizzazione dei personaggi. Anche in questo caso consigliamo di dargli almeno una possibilità visto il suo enorme potenziale.


È da premettere che siamo ben consci del fatto che il titolo che ci accingiamo a consigliarvi è uscito in origine su PC nel 2009 e poi pubblicato su altre piattaforme prima di approdare su PSN. Detto questo, se non avete avuto modo di giocarci prima d’ora e siete in possesso di una PlayStation 3 è bene almeno provarlo almeno una volta. Sviluppato da Amanita Design, Machinarium è a tutti gli effetti un’avventura punta e clicca che farà senza dubbio felici gli amanti del genere, che conta ormai pochi esponenti.
La prima cosa che colpisce avviando il gioco è sicuramente il suo meraviglioso stile grafico con fondali disegnati a mano, condito da musiche ed animazioni a dir poco eccellenti. Personaggi ed ambientazioni sono principalmente formati da robot e macchinari, aspetto che influenza in modo evidente anche la stessa giocabilità. L’attività principale è la risoluzione di enigmi, spesso veramente complessi ma che sanno dare grande soddisfazione una volta risolti. Per i più pigri non manca ovviamente un sistema d’aiuto ad indizi per facilitare la risoluzione degli stessi rompicapo, consigliato solo in caso di estrema frustrazione. Il bello è che tutto ciò funziona a meraviglia senza avere nemmeno una riga di dialogo al suo interno, fatta eccezione per il breve tutorial iniziale atto a spiegare i comandi di base dell’avventura.
Consigliato ad occhi chiusi ai nostalgici delle avventure di inizio anni ’90, ne stiano alla larga soltanto i giocatori poco pazienti.


Anche il quinto ed ultimo titolo di questo speciale è dedicato ai nostalgici, in questo caso amanti però dei picchiaduro bidimensionali, genere molto in voga negli anni ’90 e riesumato soltanto negli ultimi anni. Il sistema di combattimento del suddetto gioco è basato sull’utilizzo dello Skull Heart, manufatto in grado di trasformare chi lo possiede in una creatura malvagia e di donare grandi poteri ed abilità.
Il roster del titolo creato da Revenge Labs  è composto da otto ragazze, tutte ben caratterizzate sia a livello artistico che nelle movenze e peculiarità. Effettivamente il numero di personaggi giocabili è basso se raffrontato con i titoli della concorrenza, ma sono talmente ben diversificati e realizzati da non considerarlo un aspetto preponderante. Ciò che rende Skullgirls atipico rispetto alle produzioni maggiori è senz’altro proprio il design delle combattenti, capaci di trasformarsi da adorabili ed inermi fanciulle a macchine sanguinarie e senza scrupoli nel giro di pochi istanti. Altra caratteristica di spicco di questo picchiaduro 2D è indubbiamente la sua tecnicità, trattandosi infatti del classico titolo facile da imparare ma difficile da padroneggiare al meglio.
Chiudiamo questo breve parere esaltando la sua unicità e lo stile che trasuda giocandoci, oltre che al suo delizioso comparto grafico ed animazioni. Un titolo, insomma, bello da vedere e da giocare, a patto di essere ovviamente amanti del genere.

Antonio Loparco
Antonio Loparcohttps://www.playstationzone.it
Videogiocatore sin da piccolo, ho iniziato ad addentrarmi nel mondo videoludico con Amiga600. Pian piano ho provato varie piattaforme fino all'acquisto della prima PlayStation che è rimasta da sempre la mia console preferita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci qui il tuo nome

RECENSIONI

GUIDE TROFEI