Final Fantasy XVI – Recensione

Final Fantasy 16 è un gran gioco. Un ottimo gioco. Molto probabilmente una delle migliori avventure che io abbia affrontato nell'ultimo periodo. Eppure, nonostante tutto il buono che riesce a mostrare, il titolo soffre soprattutto sul versante gameplay, andando a perdere la quasi totalità delle componenti GDR e molte delle caratteristiche che la saga di Final Fantasy ci ha insegnato ad amare. In ogni caso, Final Fantasy 16 riesce a narrare una storia Dark Fantasy in maniera coerente ed appassionata, facendoci innamorare di un mondo e di una schiera di personaggi che, sicuramente, rimarranno impressi nella memoria di molti.

Quando mi viene chiesto a quale serie videoludica io sia più affezionato, la risposta è sempre la stessa: “Final Fantasy”. E questo, come per tutte le cose che rendono la vita interessante, non ha motivazioni così profonde. C’è chi si innamora di un brand per il suo gameplay, chi per una trama avvincente e chi, come me, per i bellissimi ricordi che lo hanno accompagnato durante diverse fasi della propria vita.

Final Fantasy ha accompagnato la mia crescita videoludica e privata sin dall’infanzia, regalandomi con il passare del tempo ricordi inestimabili a cui tengo moltissimo. Inutile quindi sottolineare come io sia stato travolto dall’annuncio e dalla baraonda mediatica attorno a Final Fantasy 16. Un nuovo titolo della linea principale che doveva rilanciare il brand dopo i passi falsi del tredicesimo e quindicesimo capitolo, entrambi affossati da diversi problemi che, per chi è appassionato, sono ormai parte della storia videoludica moderna.

Con un hype sfrenato e con aspettative altissime mi sono quindi fiondato nell’ignoto di quest’ultima fantasia finale, estremamente affascinato dall’ispirazione dark fantasy simile a Game of Thrones. Il tripudio di emozioni che ha anticipato il lancio non si è fatto mancare durante l’intera avventura, riuscendo – in parte – a non farmi pesare gli evidenti problemi di cui il titolo soffre. Pronto a scendere finalmente nel dettaglio, ecco a voi la mia recensione di Final Fantasy 16. Buona proseguimento!

Final Fantasy 16 logo rece

Final Fantasy XVI, il tramonto di Valisthea

Per quanto ogni Final Fantasy sia effettivamente unico per quanto riguarda la narrazione, secondo me a gettare le basi di ogni capitolo deve essere presente un’ambientazione ispirata, una gruppo di protagonisti ben caratterizzato ed una trama coinvolgente. In questo, Final Fantasy 16 apprende dagli errori del passato andando a creare un contesto di gioco coerente e brutale, ma anche interessante e serrato.

Ispirato all’opera letteraria e televisiva Game of Thrones, questo sedicesimo capitolo ci porta in un mondo dark fantasy dalle fondamenta abbastanza realistiche. Valisthea è un continente completamente circondato dall’acqua, formato da due grandi aree collegate tra loro da una sottile linea di terra. Suddiviso in nazioni politicamente e materialmente in conflitto tra loro, ogni singolo individuo basa la propria quotidianità attorno all’utilizzo della Magia. Infatti, quasi ogni regno di Valisthea sorge a fianco di un immenso Cristallo Madre, tramite i cui frammenti e possibile incanalare l’etere nell’aria per eseguire incantesimi. Accendere un fuoco, distillare acqua e raffreddare gli alimenti sono solamente alcuni esempi di come la Magia renda più semplice la vita degli abitanti del continente.

O almeno ad una parte di essi, poiché una certa percentuale della popolazione ottiene i poteri sin dalla nascita. Non avendo bisogno dei cristalli per ricorrere alla magia, questi individui vengono riconosciuti e schiavizzati fin dalla giovane età, venendo strappati alle rispettive famiglie e marchiati in volto per essere riconosciuti. Chiamati Portatori, essi vengono considerati peccatori ed esseri inferiori, rendendo questa schiavitù accettata e condivisa in ogni nazione del continente.

Nonostante i Portatori vengano considerati in maniera leggermente diversa in base alla nazione in cui si trovano, tra di essi esistono alcuni individui estremamente temuti: i Dominanti. Questi individui, benedetti dagli dei, possono incanalare una quantità di etere smisurata, potendo addirittura assumere le sembianze di enormi bestie mitologiche chiamate Eikon. Come la stessa religione insegna, esistono solamente 8 Dominanti, uno per ogni elemento esistente.

Anche se molto spesso sono considerati alla stregua dei Portatori, i Dominanti sono un vero e proprio deterrente contro le guerre espansionistiche perpetrate sul continente. Le varie nazioni fanno ricorso ad essi solamente in situazioni di emergenza o per evitare il collasso stesso della nazione. In rarissimi casi, invece, i Dominanti vengono considerati come una benedizione, venendo addirittura eletti a leader della nazione come ad esempio nel regno di Rosaria.

Situato nell’area nord occidentale di Valisthea, il Regno di Rosaria è la casa del nostro protagonista: Clive. Primogenito del Duca Elwin, sovrano di Rosaria, Clive passa le proprie giornate allenandosi per diventare il migliore Scudo del regno. Tutto questo per essere in grado di proteggere suo fratello minore, Joshua, il quale ha ereditato l’Eikon della Fenice ed è destinato ad essere il nuovo erede al trono. Nonostante i rapporti familiari non siano perfetti, soprattutto con la madre, Clive riesce a crescere in un contesto nobiliare abbastanza sereno grazie a Jill, una ragazza che risiede a palazzo, e a Torgal, un cucciolo di lupo regalatogli dal padre.

Con l’arrivo di pessime notizie, nel giro di poco tempo la vita di Clive viene però brutalmente rasa al suolo e irrimediabilmente compromessa, portando agli eventi che caratterizzeranno la nostra avventura. Senza voler quindi scendere troppo nei dettagli, Clive avrà motivazioni più che solide per intraprendere il proprio viaggio, il quale porterà a risvolti e colpi di scena meravigliosamente realizzati.

Come accennato all’inizio del paragrafo, Final Fantasy 16 riesce ad introdurre un cast di personaggi principali e secondari di prim’ordine, creando un complesso sia recitativo che registico invidiabile. Raramente mi sono trovato dinanzi ad un tale lavoro in ambito videoludico, ovviamente considerandolo nel complesso di un gioco di ruolo e, soprattutto, in questa specifica serie. I personaggi, come Clive interpretato da Ben Starr, riescono a trasmettere emozione e trasporto, facendoci immergere in un racconto appassionante che riesce a tenere incollati allo schermo per l’intera durata dell’avventura.

Certo, Final Fantasy 16 non è il capolavoro perfetto che tutti avrebbero voluto, come vedremo meglio in seguito. Eppure, l’avventura di Clive è riuscita a fare breccia nel mio cuore, riportandomi a quelle emozioni che ho provato giocando a Final Fantasy 9 e 10 più di 20 anni fa. Una storia appagante, ricca di colpi di scena e con decine di ore di epicità unita a temi importanti ed attuali. Sinceramente non credo avrei potuto desiderare di più, portando il tutto a compimento con un finale da lacrime agli occhi. Ed è questo che, a mio modestissimo parere, rende quest’ultimo capitolo un Final Fantasy a tutti gli effetti. Le forti emozioni che riesce a suscitare nel giocatore.

La benedizione degli Eikon

Confermato che il versante narrativo e di world building sia di livello altissimo, è anche impossibile negare l’obiettivo di rendere Final Fantasy 16 un videogioco “per tutti”. Avendo giocato buona parte della serie, le fondamenta di Final Fantasy sono dichiaramente strutturate nel Gioco di Ruolo. Questa componente, purtroppo, viene a mancare quasi completamente, riducendo la gestione di personaggio ed equipaggiamento ai minimi termini. Anche la gestione del party è completamente assente, lasciando all’Intelligenza Artificiale il controllo di ogni altro membro del gruppo. L’unico alleato “fisso” è Torgal, ormai cresciuto e capace di rispondere ai nostri comandi in combattimento.

Final Fantasy 16 si discosta quindi dai precedenti capitoli abbracciando un gameplay completamente Action. Rimossi quindi gli status negativi, gli elementi magici e le altre caratteristiche GDR più ricorrenti, il combattimento si riduce ad un susseguirsi di attacchi con la spada, colpi magici dalla distanza e schivate da eseguire col giusto tempismo. Il tutto viene poi sviluppato man mano che si prosegue nell’avventura, portando l’estrema banalità iniziale ad un complesso concatenarsi di combo ed abilità estremamente varie.

Senza fare spoiler, Clive può utilizzare alcune abilità degli Eikon durante i combattimenti. Questo rende la personalizzazione dei combattimenti sempre più unica, dando possibilità al giocatore di scegliere quali utilizzare, in quale assetto e con quali tasti. Anche la “Trascendenza” verrà introdotta avanzando nell’avventura, la quale, senza entrare nei dettagli, potenzia Clive rendendolo più veloce e ripristinandone lentamente la vita. Ultima meccanica di gameplay impossibile da omettere è il “Vacillamento” dei nemici. Come accadeva in Final Fantasy 13, anche in questo capitolo ogni nemico abbastanza forte possiede una barra gialla che ne indica la stabilità. Dopo una determinata quantità di colpi, infatti, il nemico crollerà a terra stordito, subendo una quantità di danni sempre maggiore (che è possibile controllare dal moltiplicatore mostrato a schermo) fino al termine del conto alla rovescia.

Altra caratteristica che mi è piaciuta parecchio di questo Final Fantasy è l’enorme quantità di bossfight. Avanzare nella trama non è mai banale, con un susseguirsi di boss più o meno semplici a scandire con sequenze cinematiche e piccoli QTE ogni avanzamento nell’avventura di Clive. I pericoli si fan sempre più grandi e, nonostante qualche boss sia riciclato in più occasioni, il tutto riesce a trasmettere un ulteriore senso di epicità man mano che Clive prende consapevolezza di sé e della propria forza. Un singolo boss di trama mi ha deluso, ma solamente perché Final Fantasy 16 è talmente bravo ad alzare le aspettative che, giunto contro questo avversario, mi aspettavo molto di più.

Altro aspetto che allontana Final Fantasy 16 dai canoni del brand è la gestione degli intermezzi di trama, compresa l’esplorazione del mondo di gioco.
Nonostante il titolo sia suddiviso in macroaree liberamente esplorabili, nessuna di queste nasconde reali segreti a renderne effettivamente stimolante l’esplorazione. Al netto della magnifica estetica, ogni area appare quindi vuota se non per la presenza dei vari nemici che la popolano. I pochissimi forzieri che è possibile trovare contengono per lo più oggetti per il crafting, nulla che faccia effettivamente gioire il giocatore.

Anche gli extra non riescono completamente a soddisfare, mostrando chiaramente l’esperienza MMO del team di sviluppo. Le missioni secondarie, per quanto siano utili ad espandere il contesto narrativo spiegandone i meccanismi e la lore, risultano essere solamente fetch quest in cui raccogliere un oggetto e riportarlo indietro, oppure uccidere un determinato nemico per una ricompensa. Anche le varie cacce non riescono nemmeno lontanamente ad avvicinarsi a quanto provato nel dodicesimo capitolo, con nemici esteticamente fantastici ma senza una reale soddisfazione anche nelle sfide più complesse.

Per quanto riguarda il livello di difficoltà ci attestiamo su di una soglia relativamente bassa, anche non utilizzando i vari extra che il titolo offre per semplificare il gameplay. La sfida è settata appositamente verso il basso, rendendo l’impegno necessario per completare l’avventura veramente misero. In tutto ciò, è infatti possibile ricorrere a degli accessori che rendono il gameplay pressoché automatico, facendo attaccare e schivare il personaggio con la singola pressione di un tasto. Il tutto migliora in New Game +, il quale sblocca la modalità “Final Fantasy” caratterizzata da una migliore reattività nell’IA nemica, avversari posizionati in maniera diversa, un aumento del livello massimo e dell’equipaggiamento ottenibile.

Il Final Fantasy di nuova generazione

Giunti all’ultimo paragrafo di questa recensione, credo sia doveroso essere diretto: Final Fantasy 16 ha una grafica spaccamascella. Tutto, dal mondo di gioco al design dei nemici, dal character design alle cinematiche è fantastico. Una gioia per gli occhi, in una nona generazione videoludica che fatica a risplendere per innovazione estetica. Il lavoro svolto dai ragazzi di Square Enix è stato eccezionale.

Per quanto quindi il tutto appaia perfetto, l’Intelligenza Artificiale non sprigiona lo stesso estremo piacere corrisposto dalla grafica. Nonostante il tutto migliori nella modalità Final Fantasy del New Game +, durante la prima run i nemici saranno poco più che semplici distrazioni sul vostro percorso. Ciò accade anche negli scontri più complessi, sempre facilmente leggibili e riducendo alcuni boss a spugne da riempire di mazzate.

Purtroppo, Final Fantasy 16 non sfrutta particolarmente le caratteristiche del dualsense di PlayStation 5, se non per qualche semplice e sporadica interazione ambientale.

Volendo entrare nel dettaglio tecnico, il software appare stabile in quasi ogni situazione di gioco, non subendo alcun tipo di crash dell’applicazione. In entrambe le modalità di gioco, grafica e frame rate, il titolo non riesce a soddisfare per qualità complessiva, con un frame rate ballerino anche in situazioni di relativa calma. Mi aspetto che il team di sviluppo riesca ad ottimizzarne quanto meno la stabilità effettiva.

Final Fantasy 16 è completamente localizzato in italiano, sia per quanto riguarda lo scritto che per il doppiaggio audio. Nonostante io preferisca comunque il doppiaggio inglese, il titolo risulta quindi fruibile nella sua interezza senza particolari problemi.

GUIDE TROFEI

Mirco Neri
Mirco Neri
Nato già vecchio, Mirco entra nel mondo dei videogiochi fin dalla tenera età, passando le giornate a guardare il fratello giocare su computer. Non appena le mani divennero abbastanza grandi da impugnare un pad, nulla lo ha più allontanato dai videogiochi. Appassionato di quasi ogni genere videoludico, Mirco cerca di testare con mano ogni gioco che gli capita sotto tiro, dalle corse automobilistiche ai giochi di ruolo. Nonostante l'età avanzi inesorabile continua a pensare che il pad lo seguirà nella tomba.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci qui il tuo nome

Final Fantasy 16 è un gran gioco. Un ottimo gioco. Molto probabilmente una delle migliori avventure che io abbia affrontato nell'ultimo periodo. Eppure, nonostante tutto il buono che riesce a mostrare, il titolo soffre soprattutto sul versante gameplay, andando a perdere la quasi totalità delle componenti GDR e molte delle caratteristiche che la saga di Final Fantasy ci ha insegnato ad amare. In ogni caso, Final Fantasy 16 riesce a narrare una storia Dark Fantasy in maniera coerente ed appassionata, facendoci innamorare di un mondo e di una schiera di personaggi che, sicuramente, rimarranno impressi nella memoria di molti.Final Fantasy XVI - Recensione