Death’s Door – Recensione

Death's Door ha solo un problema: prima o poi finisce. A partire dal level design, passando per la direzione artistica e senza tralasciare l'ottimo sistema di combattimento, il titolo di Acid Nerve riesce ad intrattenere senza stancare mai. Nonostante l'assenza della localizzazione italiana, mi sento di consigliare l'acquisto a tutti. Una perla da non lasciarsi sfuggire assolutamente.

A volte basta davvero poco per interessarsi ad un videogioco. Un artwork, un gameplay, una musica, senza considerare i consigli di amici e conoscenti. Death’s Door è riuscito a catalizzare la mia attenzione già dal primo annuncio, durante gli Xbox Indie Showcase, riuscendo ad intrigare il mio spirito da videogiocatore grazie all’estetica ed al gameplay.

Sviluppato da Acid Nerve, studio con sede a Manchester composto da solo due persone, e distribuito da Devolver Digital, Death’s Door stupisce per la semplicità con cui le sue meccaniche si sposano tra loro, confezionando un prodotto solido e completo. Ma il titolo degli stessi sviluppatori di Titan Souls si distingue anche per il non voler esagerare, curando ogni singolo aspetto di gameplay ed ambientazione senza aggiunte inconsistenti. Come si suol dire: “Less is More“.

È quindi con mio estremo piacere che mi trovo qui oggi a parlarvi di Death’s Door, perla del panorama indie attuale. Dopo aver completato il titolo al 100%, non mi resta che invitarvi a proseguire nella mia recensione di questo action 3D isometrico.

death's door intro

Death’s Door, il mietitore che non ti aspetti

Nonostante la semplicità con cui si viene introdotti alle vicende, Death’s Door ha molto da raccontare. Il nostro protagonista è un corvo, un novello “mietitore” che consegna anime alla commissione ultraterrena per cui lavora. Il ciclo della vita e della morte è al centro delle vicende del titolo, con alla base il concetto per cui senza la morte – ed il conseguente circolo di anime – nessuna nuova vita può nascere.

Al nostro protagonista viene dunque assegnata la raccolta di un’anima particolarmente potente, la quale ha oltrepassato da parecchio tempo il limite massimo che gli era concesso vivere. L’unico aspetto “negativo” di questo lavoro è il contratto in sé, secondo cui l’immortalità dei mietitori viene meno fino al completamento della missione. I mietitori, infatti, sono individui (corvi) immortali, i quali non invecchiano grazie alla loro permanenza in questo piano ultraterreno dell’esistenza. Sconfitto questo primo avversario, il nostro corvo viene attaccato alle spalle e derubato dell’anima, dando inizio ad una serie di vicende che porterà alla luce diversi retroscena sulla commissione e sul suo scopo.

Ciò che più sorprende della trama di Death’s Door è l’aspetto umoristico e scanzonato con cui viene narrata. Il racconto risulta interessante e coinvolgente, oltre che profondo e dai molti spunti di riflessione. La morte viene trattata apertamente lungo lo scorrere degli eventi, lasciando spazio ai più interessati di approfondirne le dinamiche. Anche gli NPC che incontreremo sul nostro percorso sono unici e ben caratterizzati, con un contesto narrativo che (in alcuni casi) li rende parte integrante del racconto. Alcuni personaggi mi resteranno sicuramente nel cuore, anche solamente per l’estetica.

Ed è proprio partendo da estetica e level design che è impossibile non riconoscere il lavoro svolto dai ragazzi di Acid Nerve, i quali hanno creato un mondo articolato, vario e dalle sempre nuove meccaniche. Gli sviluppatori hanno preso spunto dai Metroidvania per impostare la propria concezione del mondo di gioco, creando un intricato labirinto di passaggi segreti, extra e potenziamenti che faranno la gioia degli appassioni del genere. Ogni angolo della mappa nasconde qualcosa di utile per il giocatore, spingendo ad affrontare anche toste sfide opzionali per la soddisfazione di ottenerne la ricompensa. Le abilità ottenute avanzando nell’avventura – delle quali vi parlerò più avanti – sbloccano nuove opportunità nelle aree già esplorate, generando interesse nel backtracking (mai obbligatorio).

Personalmente ho impiegato un totale di 12 ore per portare a termine la mia prima avventura nel mondo di Death’s Door, nonostante il tutto possa essere completato in molto meno. Unico mio rammarico è proprio questo, la durata del titolo. Prima o poi finisce, purtroppo. Il titolo offre anche un inaspettato endgame articolato, con ulteriori enigmi ed extra che ne aumentano (anche se non di molto) la longevità.

Il mietitore non lascia scampo

Come anticipato nell’introduzione, Death’s Door fa della semplicità la propria ragion d’essere. Ciò passa ovviamente per il gameplay, sia per quanto riguarda l’esplorazione che per il combattimento.

Impossibilitato al salto, il movimento del nostro piccolo corvo è limitato alla corsa e alla schivata, una capriola utile sia in combattimento che per attraversare velocemente la mappa. Con il proseguimento della storia, il nostro personaggio otterrà nuove abilità che, nonostante sia completamente legate al combattimento, risultano utili anche negli spostamenti, permettendoci di esplorare nuove aree prima inaccessibili.

Per quanto riguarda il combattimento, ci troviamo di fronte ad una classica sequenza di attacchi: attacco semplice, caricato, in seguito alla schivata o in salto. Un minimo indispensabile che riesce comunque a garantire la giusta varietà ai combattimenti, concatenando tra loro i vari attacchi per infliggere più danno possibile ai nemici. Le sopra citate abilità possono essere di grande aiuto in combattimento, aumentandone ulteriormente il ritmo. Senza anticiparvi quali saranno, la prima accessibile è l’arco. L’utilizzo di queste abilità è consentito da dei blocchi di “mana“, mostrati a schermo sotto alla barra della vita. Per ricaricare il mana vi basterà colpire i nemici.

Esplorando il mondo di gioco potrete entrare in possesso di diverse armi corpo a corpo, differenti le une dalle altre per danno, portata e numero di combo. Potete modificare il vostro equipaggiamento in qualsiasi momento semplicemente aprendo il menù. Nell’hub di gioco, la dimensione ultraterrena della commissione, è inoltre possibile potenziare il nostro piccolo mietitore in cambio delle anime ottenuto sconfiggendo i nemici. Tra forza d’attacco, efficacia delle abilità, velocità di movimento e così via, potrete personalizzare la vostra esperienza di gioco come preferite.

Concludendo, anche la barra di vita è suddivisa in blocchi. Semplicemente, un colpo subito un blocco di vita perso. In caso di morte si riparte dall’ultima “Porta” sbloccata, ossia i passaggi con cui è possibile tornare alla commissione. Per ripristinare la barra della vita dovrete per prima cosa trovare speciali semi nascosti nel mondo di gioco. Questi semi vanno piantati in particolari vasi, dai quali potrete ripristinare la vostra vita una volta per respawn.

Death’s Door at its best

Come già accennato, Death’s Door è riuscito a stupirmi più volte. E ciò si rispecchia anche sul lato prettamente tecnico della produzione. Il tutto a cominciare dalla magnifica estetica e realizzazione grafica che sottolineo ancora una volta. Anche i nemici sono decisamente curati, con boss unici e profondamente caratterizzati.

Per l’intera durata dell’esperienza il titolo si è dimostrato solido e senza difetti evidenti. Ho riscontrato un singolo calo di frame rate in una sequenza particolarmente veloce di gioco, la quale si è comunque risolta in pochissimi secondi. Anche a livello di caricamenti non si può dire nulla sull’opera di Acid Nerve, con transizioni pressoché immediate.

Non posso che soffermarmi sulle splendide OST che ci accompagnano per l’intera durata dell’avventura. Un main theme orecchiabile ed interessante, che ancor ora canticchio.
Il titolo, infine, è completamente localizzato in inglese. Purtroppo non è stata introdotta una traduzione in italiano. In ogni caso, spero possiate godere di questa esperienza senza problemi.

GUIDE TROFEI

Mirco Neri
Mirco Neri
Nato già vecchio, Mirco entra nel mondo dei videogiochi fin dalla tenera età, passando le giornate a guardare il fratello giocare su computer. Non appena le mani divennero abbastanza grandi da impugnare un pad, nulla lo ha più allontanato dai videogiochi. Appassionato di quasi ogni genere videoludico, Mirco cerca di testare con mano ogni gioco che gli capita sotto tiro, dalle corse automobilistiche ai giochi di ruolo. Nonostante l'età avanzi inesorabile continua a pensare che il pad lo seguirà nella tomba.

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Death's Door ha solo un problema: prima o poi finisce. A partire dal level design, passando per la direzione artistica e senza tralasciare l'ottimo sistema di combattimento, il titolo di Acid Nerve riesce ad intrattenere senza stancare mai. Nonostante l'assenza della localizzazione italiana, mi sento di consigliare l'acquisto a tutti. Una perla da non lasciarsi sfuggire assolutamente.Death's Door - Recensione