Assassin’s Creed Valhalla: L’alba del Ragnarok – Recensione

Questa nuova espansione di Assassin's Creed Valhalla aggiunge una ventata di mitologia alla già immensa epopea narrata dal titolo principale. Nonostante le aggiunte di gameplay siano effettivamente rappresentative dell'esperienza, l'Alba del Ragnarok non è riuscita a convincermi completamente soprattutto a causa della trama priva di mordente. Una conclusione non perfetta di un titolo non perfetto, adatta soprattutto a chi adora la mitologia norrena piuttosto che ai vecchi appassionati del brand.

Ultima espansione programmata per Assassin’s Creed Valhalla, il DLC “l’Alba del Ragnarok” trasporta nuovamente il giocatore nei panni di Odino, alla ricerca del figlio Baldr rapito dai Muspel (i giganti di fuoco di Muspelheim).

Ennesima aggiunta alla già intricata saga creata da Ubisoft, non ho potuto che fiondarmi nell’avventura pieno di curiosità. Nonostante alcuni passi falsi delle opere passate, con questo ultimo DLC il team di sviluppo è riuscito a mantenere una parvente coerenza con quanto già introdotto nelle scorse iterazioni, aggiungendo diverse novità a condire il tutto.
Dopo aver completato al 100% tutto ciò che questa espansione avesse da offrire, mi sento finalmente pronto a parlarvene in questa recensione. Buona lettura!

Nel caso foste interessati, fate riferimento alla nostra guida ai trofei!

assassin's creed valhalla: l'alba del ragnarok img rece

Assassin’s Creed Valhalla: L’alba del Ragnarok, il ritorno dell’Havi

Nato dalla deriva fantasy che il brand di Assassin’s Creed sta assumendo in maniera sempre più consistente, il DLC “l’Alba del Ragnarok” ci porta a Svartalfheim, la terra dei nani. Ambientato in seguito alle vicende del titolo principale, dopo aver quindi imprigionato sia Loki che suo figlio Fenrir, Odino accorre nel regno dei nani per salvare suo figlio Baldr. Come anticipato nell’introduzione, i giganti di fuoco di Muspelheim guidati da Surtr hanno invaso Svartalfheim e rapito Baldr, alla ricerca di una preziosa reliquia dal potere ignoto.

La magnifica terra di Svartalfheim è stata devastata dall’invasione dei Muspel, i quali hanno massacrato il popolo nanico costretto ora a vivere in clandestinità all’interno di rifugi sotterranei. L’arrivo del nostro protagonista getta le basi per la resistenza, nonostante l’unico ed egoistico scopo di Odino consista nel salvare il figlio sfruttando le conoscenze e le abilità dei nani.

Ha così inizio il viaggio di Odino a Svartalfheim, in un’avventura che, nel complesso, non è riuscita a coinvolgermi particolarmente. La presenza di nuove e vecchie conoscenze, con forti richiami alla reale mitologia nordica, non fa che accentuare questa sensazione di già visto. L’incedere degli eventi prosegue infatti senza troppe sorprese con la consueta ripetizione di dinamiche già viste, le quali vanno ad affossare l’interessante incipit della storia. Nonostante il finale regali comunque qualche curioso spunto sull’inevitabile termine del viaggio di Odino, il modo in cui ci si arriva risulta piatto e privo di reale mordente.

Con una longevità attestata sulle 15 ore complessive, l’Alba del Ragnarok propone comunque diversi extra piacevoli per quanto ripetitivi. Riproposizione naturale dei vari misteri e collezionabili già visti nel gioco principale, molti di questi sono stati comunque adeguatamente modificati per rendere l’esperienza quantomeno differente e stimolante. Tra questi mi risulta impossibile non citare un extra a tema “Il Signore degli Anelli”, il quale è riuscito a strapparmi un sorriso nella sua comunque semplice realizzazione.

I poteri dell’Hugr

Caratterizzato dall’ovvia base di gameplay già proposta nel titolo principale, l’Alba del Ragnarok porta comunque con sé una buona dose di novità.
Partendo dall’aggiunta di una buona quantità di equipaggiamento, tra cui una nuova tipologia di armi chiamate “Atgeir”, la vera novità a caratterizzare l’ultima espansione di Assassin’s Creed Valhalla è l’introduzione del “Predatore di Hugr“. Artefatto nanico estremamente potente, il Predatore di Hugr permette ad Odino di assorbire l’Hugr (l’anima) dei nemici sconfitti per ottenerne le abilità. È possibile ottenere un totale di cinque abilità diverse, tra cui la possibilità di camminare sulla lava, utilizzare l’arco per teletrasportarsi e, forse la più interessante, trasformarsi in un corvo. Il Predatore di Hugr, infine, può essere potenziato sia nelle abilità che nel numero di poteri che si possono assorbire, oltre che nella durata dei loro effetti.

Non volendo citare ogni abilità, per lasciarvi almeno un leggero interesse nello scoprire le restanti, la trasformazione in corvo è decisamente l’introduzione più efficiente ed appagante del DLC. Oltre a permettere spostamenti decisamente più veloci e semplici, potenziando tale abilità potrete anche eseguire attacchi dall’alto in completa segretezza. Tutto ciò incrementa leggermente il lato stealth che il brand sta via via perdendo, aumentando seppur di poco le possibilità date al giocatore.

Raccogliendo le pergamene collezionabili sparse per Svartalfheim, viene infine introdotta l’unica altra aggiunta (completamente opzionale) che il DLC offre a livello di gameplay. Portando queste pergamene alla Valchiria di stanza nel regno nanico si avrà accesso ad una particolare arena, nella quale il dio nordico dovrà dimostrare nuovamente il proprio valore. In questa arena dovremo rivivere le gesta di Odino per rinfrescare la memoria della Valchiria, in battaglie a difficoltà crescente e con nemici di ogni tipo. Queste battaglie vengono quindi contraddistinte dalle millanterie, ossia esagerazioni di Odino che, un round dopo l’altro, vanno ad applicare malus al nostro personaggio per rendere sempre più difficoltoso lo scontro. Una nota sicuramente piacevole ad accompagnare questa esperienza altrimenti piuttosto scarna.

Una Svartalfheim non completamente dorata

Se c’è una cosa che non può essere recriminata a Ubisoft è la creazione dei mondi di gioco, tutti caratterizzati da un’estetica fuori dal comune. Anche l’Alba del Ragnarok non delude, proponendo una Svartalfheim colorata e piena di scorci interessanti. Eppure, ancora una volta permane una sensazione di vuoto difficile da colmare. Non che mi aspettassi che un DLC potesse rivoluzionare un problema del genere, ma la bellezza di questi scenari, simili a quadri in movimento, non riesce più a competere con quanto visto in altre opere contemporanee.
Per quanto riguarda i nemici, ci troviamo di fronte ad una ottima riproposizione degli stessi modelli usati nel gioco principale. Ovviamente, ognuno di essi è stato ricostruito per interpretare i guerrieri di fuoco di Muspelheim. Di conseguenza è possibile trovare diversi nemici identici alle proprie controparti anglosassoni se non per l’estetica, a differenza dei pochi boss decisamente meglio caratterizzati.

Considerando come Assassin’s Creed Valhalla sia uscito da quasi un anno e mezzo, mi risulta impossibile giustificare i diversi problemi tecnici che hanno ostacolato la mia esperienza. Oltre a dei leggeri freeze, capitati anche semplicemente scorrendo la mappa, sono stato costretto più volte a chiudere forzatamente il gioco a causa dei crash dell’applicazione. Inoltre, dopo aver concluso il DLC mi è stato impossibile riaccedere allo stesso, a causa di un bug che mi faceva cadere sotto alla mappa ogni qualvolta provassi a rientrarvi, costringendomi infine a caricare un salvataggio ancor precedente il termine del DLC.

Concludendo, l’Alba del Ragnarok si ripete nella completa localizzazione in italiano di testi e voci, accompagnando il tutto con le magnifiche OST già protagoniste dell’opera principale.

GUIDE TROFEI

Mirco Neri
Mirco Neri
Nato già vecchio, Mirco entra nel mondo dei videogiochi fin dalla tenera età, passando le giornate a guardare il fratello giocare su computer. Non appena le mani divennero abbastanza grandi da impugnare un pad, nulla lo ha più allontanato dai videogiochi. Appassionato di quasi ogni genere videoludico, Mirco cerca di testare con mano ogni gioco che gli capita sotto tiro, dalle corse automobilistiche ai giochi di ruolo. Nonostante l'età avanzi inesorabile continua a pensare che il pad lo seguirà nella tomba.

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Questa nuova espansione di Assassin's Creed Valhalla aggiunge una ventata di mitologia alla già immensa epopea narrata dal titolo principale. Nonostante le aggiunte di gameplay siano effettivamente rappresentative dell'esperienza, l'Alba del Ragnarok non è riuscita a convincermi completamente soprattutto a causa della trama priva di mordente. Una conclusione non perfetta di un titolo non perfetto, adatta soprattutto a chi adora la mitologia norrena piuttosto che ai vecchi appassionati del brand.Assassin's Creed Valhalla: L'alba del Ragnarok - Recensione