Dopo aver sbaragliato la concorrenza, con il magnifico Wolfenstein 2 uscito nel 2017, i ragazzi di MachineGames tornano alla ribalta con un prodotto tutto nuovo. Ovvero, Wolfenstein: Youngblood.
Con la partecipazione di Arkane Studios nello sviluppo, la software house cambia completamente le carte in tavola, proponendo un’esperienza completamente originale per la serie. Infatti, Wolfenstein: Youngblood è interamente giocabile in coop, sia con amici che con sconosciuti (matchmaking), e vede l’introduzione di numerosi elementi GDR, come la vita, il livello dei nemici ed i punti esperienza.
Uccidere i nazisti nei panni delle figlie di Anya e B.J. è veramente così sorprendente?
Mettetevi comodi, ricaricate il vostro fucile e venite a scoprire insieme a noi Wolfenstein: Youngblood!
Benvenuti a Neo-Parigi!
Youngblood prende atto esattamente vent’anni dopo gli avvenimenti narrati in Wolfenstein 2: The New Colossus, dopo aver liberato l’America e gran parte del mondo assieme a Blazkowicz. In questo distopico 1980 Blazkowicz scompare nel nulla senza lasciare traccia. Preoccupate, le sue due figlie (Jessica e Sophia) ed una loro amica scoprono una stanza segreta nell’attico di casa loro. Proprio qui vengono a sapere che il loro padre è avanzato in pieno territorio nazista fino a raggiungere Neo-Parigi, città in cui è ambientata la storia.
Con questo breve incipit ha inizio l’avventura di Jessica e Sophia. Tutto sommato abbiamo gradito la narrazione, nonostante non raggiunga l’epicità dei precedenti capitoli della saga.
Essendo Youngblood strutturato sul “livello” del personaggio, l’avventura richiede di potenziarsi per poter avanzare. La trama principale, di per sé, non è affatto lunga. Il nostro incedere nella storia è strettamente correlato alle missioni secondarie, vero strumento utile al potenziamento delle due eroine. Al netto quindi degli evidenti obblighi strutturali, abbiamo portato a termine Youngblood in circa 10 ore, anche se tale longevità può essere dilatata cercando di ottenere il 100% in-game o i trofei.
Tra armi e personalizzazioni
Come già accennato menzionando la cooperativa, Youngblood ci da la possibilità di poter scegliere tra le due sorelle, Jessica o Sophia. Tale scelta non influenza minimamente sulla storia. Il titolo risulta in ogni caso tranquillamente fruibile anche in solitaria, lasciando all’IA il comando di una delle due sorelle. Un’IA alleata davvero ottima, partner perfetto con cui ammazzare quanti più nazisti e boss possibile.
Abbiamo apprezzato una leggera differenza iniziale tra le due sorelle. Jessica è dotata di un “Sturmgewehr”, adatto a combattimenti sulla media/lunga distanza, mentre Sophia di un “Kugelgewehr”, un’arma specializzata nella corta/media distanza. In seguito, il titolo ci mette a disposizione un totale di 13 armi, che variano dai classici fucili a delle vere e proprie armi pesanti, come il “Laserhammer”.
Troviamo disponibili anche molti oggetti di personalizzazione, come le skin. Peccato che alcune di esse possano essere ottenute solamente attraverso le microtransazioni. In ogni caso, ci tengo a sottolineare che questo non intacca minimamente l’esperienza di gioco.
Concludendo, qualunque sia la vostra scelta tra Jessica o Sophia, MachineGames vi metterà a disposizione un totale di 44 abilità, suddivise in: Mente, Corpo e Potenza. Sbloccare le abilità è piuttosto semplice, salite di livello o completate le missioni secondarie.
Wolfenstein con meccaniche da GDR?
Younglood è un ottimo FPS frenetico con un gunplay a dir poco perfetto. A questo si aggiungono le già citate meccaniche GDR, come la vita del nemico ed il suo livello.
Alcuni nemici, come i corazzati ed i boss, hanno un ulteriore scudo a proteggerne la vita. Va inoltre sottolineato che, come in ogni altro titolo basato su queste meccaniche, la vostra abilità verrà limitata dall’esperienza. In pratica, se siete di livello basso non potrete uccidere i nemici più potenti di voi.
Altra particolare novità è l’aggiunta delle “Vite Condivise”, per un totale di tre. Qualora entrambe le sorelle finissero a terra, senza possibilità di rianimarsi, le due perderebbero una di queste vite. Perdendole tutte verrete obbligati ricominciare la missione da capo. In ogni caso, le vite possono essere recuperate con delle “scatole” situate nel mondo di gioco e nell’hub centrale.
Ebbene sì. In questo capitolo ritroviamo l’hub, anche se di dimensioni ridotte, nel quale poter accettare missioni secondarie e spostarsi verso le aree di missione.
L’unica nota negativa che ci sentiamo di sottolineare consiste nella ripetitività dei nemici. I nemici non variano mai, sia per tipologia che per posizionamento nella mappa. Un vero peccato, che porta alla monotonia lungo andare. È comunque chiaro che, al primo impatto, le strade di Neo-Parigi siano un fantastico terreno di massacro. Avrei solamente preferito una maggiore varietà.
Tra verticalità e viaggi in metropolitana
Ad opera dei ragazzi di Arkane Studios, Neo-Parigi è veramente stupenda. Costruita anche su più livelli, sviluppandosi in verticale, la città riesce a trasmettere la gioia dell’esplorazione. Le aree sono disseminate di segreti, stanza minuscole ed altro. L’aggiunta del doppio salto va ad amplificare ancora di più la sensazione di libertà che permea Neo-Parigi.
La città, infine, è suddivisa in diverse macro-aree nelle quali affrontare ogni tipo di missione. Lo spostamento tra quartieri avviene tramite la “Metropolitana”, punto di viaggio rapido da zona a zona.
Pimp my gun
Ad aggiungere altra carne al fuoco, il titolo di MachineGames vanta un’ottima personalizzazione delle armi. Il giocatore può personalizzare liberamente tutte le proprie bocche da fuoco in base alle esigenze del momento, come mirini, calcio dell’arma e canne.
La personalizzazione passa attraverso le “Monete d’argento“. Una valuta sparsa in quantità per Neo-Parigi e raccoglibile dai cadaveri nazisti.
Ogni arma è inoltre dotata di un livello di maestria, con un massimo di 10. Aumentare questo livello incrementa le statistiche dell’arma, potenziando la percentuale di danno inflitto ai nemici. Ad esempio, il fucile d’assalto di livello 10 infligge un 40% di danno aggiuntivo.
Uccidere nazisti con stile
Wolfenstein: Youngblood arriva su PlayStation 4 Pro con una risoluzione in 4K upscalato mantenendo i 60fps fissi, mentre i possessori di una PS4 base vedranno il titolo ad una risoluzione in 1080p e 60fps.
Dal punto di vista grafico, id Tech 6 fa un lavoro a dir poco perfetto, regalando una cura nei dettagli davvero encomiabile sia nella realizzazione delle armi che nella struttura di Neo-Parigi.
Di ottima fattura anche il doppiaggio italiano, assieme ad una OST che riesce ad immergere il giocatore impegnato nella lotta contro i nazisti.