Dieci anni fa usciva il primo capitolo della saga Valkyria Chroncles, che ci ha portato in una Seconda Guerra Mondiale completamente rivista in un’ambientazione steampunk in chiave fantasy. Oltre all’innovativa ambientazione, la nuova IP targata SEGA è riuscita a portare una ventata d’aria fresca nel genere RPG, ma nonostante questo le vendite del brand non hanno mai raggiunto i risultati meritati e sperati. Questo genere non è mai riuscito ad avere un pubblico degno di nota, soprattutto qui da noi; per cercare di avere un successo maggiore SEGA ha deciso, in passato, di pubblicare Valkyria Revolution, un capitolo che cambiava le carte in tavola e proponeva uno strategico-action.ò Purtroppo, l’obiettivo non è stato centrato neanche in questa occasione ed anzi i fan chiesero un “ritorno alle origini”.
La casa giapponese ha deciso di ascoltare questa richiesta ed ha ora pubblicato Valkyria Chronicles 4, un RPG puro e che riesce a rimettere in gioco il brand in quanto degno erede del primo capitolo.
Questa volta, però, c’è anche un’altra novità. Valkyria Chronicles 4 non si può giocare solo su PlayStation 4, ma anche su Xbox One e Nintendo Switch; ovviamente in questa recensione vi parliamo dell’edizione masterizzata per la console Sony.
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La notra recensione di Valkyria Chronicles 4!
Lo stretto collegamento con il primo capitolo della saga è intuibile sin dall’inizio della trama. In Valkyria Chronicles 4 veniamo di nuovo catapultati nel 1935, ossia nello stesso periodo in cui è ambientato il titolo uscito nel 2008 su PlayStation 3. L’Impero sta avanzando contro l’Alleanza Atlantica invadendo il principato di Gallia. Visto che questo avanzare sembra ormai un’azione incontrollabile, l’Alleanza decide di tentare il tutto per tutto concentrandosi nell’Operazione Croce del Nord, una missione rischiosa il cui obiettivo è quello di penetrare nelle linee nemiche per conquistare la capitale dell’Impero, costringendolo alla resa.
Il protagonista è Claude Wallace, comandante della Squadra E dell’esercito, l’unità prescelta per l’Operazione Croce del Nord che è composta da un gruppo di ragazzi, amici sin dalla loro infanzia. Tutti insieme affronteranno questa missione, non priva di sorprese e difficoltà, che è possibile giocare anche se non avete mai messo mano sulle precedenti “puntate” di questa saga. Ovviamente è inutile dirlo, i fan della serie possono apprezzare maggiormente alcune sfumature della trama.
Il primo Valkyria Chronicles viene richiamato anche per altri fattori, ossia le tematiche trattate e l’ambientazione. Quest’ultima, infatti, propone un mondo abbastanza realistico in cui vengono immersi elementi fantasy, in cui si svolge una trama che è condita dai classici elementi che caratterizzano gli RPG giapponesi. I personaggi, ben caratterizzati, scambiano tra loro lunghi dialoghi accennando, a volte, qualche battuta umoristica che va ad alleviare i toni drammatici della situazione in cui si trovano i protagonisti.
Diversa attenzione è stata invece riposta nei temi trattati; questi, seppur interessanti e legati alla guerra, non vengono approfonditi adeguatamente. Affrontando alcune missioni secondarie, invece, è possibile approfondire il background dei personaggi non protagonisti della Squadra E, un’ottima trovata per dare importanza anche a quello che ruota intorno al protagonista..
Con Valkyria Chronicles 4 torna il BLiTZ System, struttura RPG già vista in passato ma che viene arricchita con alcune novità. Chi ha già giocato questa serie si sentirà “a casa”: è presente la mappa che permette di tenere sott’occhio e di posizionare le unità in modo strategico, per poi passare in tempo reale alla visuale in terza persona per muovere i soldati ed ingaggiare i nemici.
Oltre alle classi che già conosciamo, sono stati aggiunti i Granatieri, meno ingombranti dei carri armati ma lenti e limitati nei movimenti; sono in grado di lanciare potenti attacchi a distanza, in grando di oltrepassare le coperture dei nemici grazie alla traiettoria a parabola.
Tuttavia non sono più necessari due Punti Comando (CP) per utilizzare i carri armati, ma solamente uno: una scelta furba da parte del team di sviluppo, per far si che il giocatore sia invogliato ad utilizzarli più spesso piuttosto che a lasciarli indietro visto il loro costo elevato. Questa scelta permette anche un utilizzo più massiccio dell’artiglieria pesante, utile sia come offensiva che come copertura. Ad evidenziare l’importanza maggiore che è stata data ai carri armati per il gameplay c’è la presenza di un tank aggiuntivo, oltre all’Hafen di Claude, che è soprattutto utile per il trasporto di unità sul campo di battaglia.
SEGA ha deciso quindi di offrire al giocatore un combat system più malleabile, capace di offrire situazioni sempre diverse ed anche più equilibrate grazie al lavoro svolto per bilanciare le unità coinvolte nelle battaglie.
Visto quanto detto sin’ora è decisamente palese il ritorno al passato di questa serie sotto tanti punti di vista, ma la vecchia struttura è stata arricchita da una buona dose di novità. Non si tratta di stravolgimenti radicali, ma vista la solidità della base di partenza il team di sviluppo ha fatto la scelta giusta a non voler cambiare più di tanto la rotta. Forse l’unica caratteristica che andava migliorata di più è l’IA dei nemici, troppo sciocchi in certe occasioni e poco scaltri in altre. Nonostante questo, il livello di sfida è comunque man mano crescente.
Anche il comparto grafico di Valkyria Chronicles 4 riprende lo stile visto nelle precedenti produzioni. CANVAS, il motore grafico, è stato potenziato e lo stile ad acquerelli che ormai conosciamo per questa serie risulta più definito rispetto al passato. Nonostante questo si avverte una certa dose di “vecchiaia”, soprattutto se andiamo ad analizzare i modelli poligonali dei personaggi e le loro animazioni, appena sufficienti.
ortunatamente la direzione artistica ha svolto un ottimo lavoro, tanto da riuscire a nascondere in gran parte questi difetti; le ambientazioni e i personaggi sono stati caratterizzati ottimamente anche dal punto di vista grafico, complice anche l’uso dei colori e degli effetti applicati a schermo.
Ovviamente per accompagnare questo particolare stile è stata scelta una colonna sonora degna di nota, creata dal maestro Hitoshi Sakimoto (già famoso nel mondo dei JRPG). Poche le tracce disponibili, tanto che a volte si nota una certa ripetitività, ma la qualità sonora è eccelsa e riesce a trasmettere le giuste sensazioni, caratterizzando ancor più ogni battaglia. Di buona fattura il doppiaggio inglese, anche se quello in lingua originale, presente nel disco, è nettamente superiore.