Dopo essere approdato su molteplici piattaforme, UnEpic è finalmente disponibile anche sulle console Sony. Grazie ad un codice inviatoci direttamente dallo sviluppatore siamo stati in grado di testare la versione PlayStation 4 del titolo. Che dire se non di godervi il nostro parere su UnEpic!
Una tranquilla serata tra nerd!
Sviluppato in origine da un’unica persona, UnEpic inizia da una delle tante serate passate tra amici in compagnia di un classico gioco di ruolo da tavolo. Durante una partita il protagonista Daniel ha necessità di andare in bagno, solo che, una volta accesa la luce, si ritrova in un buio e polveroso castello. Rendendosi conto di essere finito in una delle storie affrontate durante le quotidiane partite al Dungeons & Dragons di turno, Daniel si dovrà far strada per uscirne vivo in compagnia di un poco amichevole spettro.
Pur non potendo dire che la trama sia degna di nota, abbiamo apprezzato il rapporto che si sviluppa tra il protagonista e lo spettro sopracitato, oltre che l’ironia dei dialoghi e le numerose citazioni a videogiochi o altre cose che solo i veri nerd riusciranno a cogliere.
L’avventura ci ha tenuti impegnati per una quindicina di ore in difficoltà normale, valore destinato a salire qualora decidiate di affrontare il gioco in modalità difficile o superiore. Senza contare che il castello è pieno di segreti in grado di aumentare in modo ancor più esponenziale la durata del titolo.
L’ennesimo Metroidvania?
Sappiamo che questo termine risulta un po’ troppo abusato nell’ambito videoludico, ma se dovessimo definire di che genere faccia parte UnEpic, la prima parola a venirci in mente sarebbe “Metroidvania”. La struttura è proprio quella tipica delle due famose serie nate su NES, ossia un’avventura bidimensionale con elementi RPG e platform, condita da un’immancabile buona dose di backtracking. Questo ultimo aspetto è forse eccessivamente marcato, ma è inevitabile in un contesto simile, nel quale una volta trovata l’ennesima chiave è necessario tornare sui nostri passi per sbloccare un passaggio precedentemente chiuso, e via dicendo.
Il gameplay, come in quasi tutti i giochi simili, è tanto facile da apprendere quanto complesso da padroneggiare al meglio, vuoi per la mancanza di alcune facilitazioni date dalla tastiera su PC, vuoi per la marcata legnosità dovuta al genere di appartenenza. Ci muoveremo infatti in un mondo bidimensionale e ci troveremo a combattere contro mostri, maghi e via dicendo, usando armi corpo a corpo e dalla distanza usando archi ed incantesimi. Oltre ai combattimenti, un altro elemento importante nell’esplorazione è l’utilizzo dell’accendino, utile sia ad illuminare in modo diretto l’ambiente, che per accendere torce, candele e via di questo passo.
Come giusto che sia, ci sarà possibile raccogliere ed equipaggiare armi e vestiario tramite un pratico inventario, oltre che tener d’occhio in tempo reale la situazione grazie all’interfaccia sempre presente a video. Quest’ultima ci servirà a monitorare il nostro livello attuale, i tasti di scelta rapida per le armi e gli oggetti, le ultime azioni compiute, le quest attive ed eventuali effetti di stato. L’interfaccia e l’inventario ci sono parsi un po’ troppo piccoli, fortunatamente nulla di così grave da minare l’esperienza.
L’esplorazione dell’enorme mondo di gioco avviene nel tipico sistema a quadri, infatti i livelli son suddivisi in rettangoli, come visibile dalla mappa di gioco richiamabile in ogni momento con il tasto triangolo. A proposito della mappa, ci è dispiaciuto constatare che siano state perse alcune caratteristiche proprie della versione PC, ossia la possibilità di prendere appunti sui quadranti della stessa o alcune comodità date dal “paddone” di WiiU, che rendevano l’esperienza più piacevole in tal senso.
Nonostante i difetti e le mancanze descritte non possiamo affatto lamentarci dell’esperienza nella sua totalità, grazie ad un livello di difficoltà scalabile ed alla qualità complessiva degli elementi facenti parte del gameplay di UnEpic.
Nostalgia, portami via!
La natura old-school di UnEpic è naturalmente visibile anche nell’aspetto tecnico del titolo. La (seppur piacevole) grafica bidimensionale pixelosa, unita ad una risoluzione nativa non eccezionale, non pongono il gioco sui livelli di eccellenza di altri indie, ma fanno il loro lavoro in modo più che dignitoso. Nonostante la non complessità grafica, dobbiamo elogiare la buona qualità degli effetti di luce, in grado di donare quel tocco magico utile a migliorare sensibilmente il quadro complessivo. Nulla da dire invece sul sonoro che, pur non eccellendo, si posiziona ben al di sopra della media dei titoli simili.
Se dal lato audiovisivo abbiamo chiuso un occhio su alcune piccole lacune presenti, dobbiamo soffermarci su alcune problematiche riscontrate nella localizzazione in italiano. Abbiamo infatti notato delle imperfezioni, tra le quali banali errori di traduzione e righe di testo non tradotte e che quindi risultano essere in inglese o spagnolo.