Lo so, siamo usciti con questa recensione in tempi molto più lunghi rispetto alle altre redazioni. Ovviamente nulla è lasciato al caso, potevamo anche noi sbrigarci per cercare di fare le cose il più velocemente possibile, ma abbiamo voluto dedicare a Red Dead Redemption 2 una prova molto sostanziosa del previsto, per poter spulciare con calma e con attenzione ogni minimo particolare di questo nuovo titolo targato Rockstar Games. L’attesa è stata tanta, sin dal suo annuncio il pubblico videoludico, impregnato di hype, ha iniziato a scalpitare; voleva mettere le mani su questo prodotto il prima possibile, voleva immergersi in questa nuova avventura in salsa Western dalle aspettative altissime. Ovviamente, anche noi facevamo parte di questa massa e per scrivere questa recensione, vuoi o non vuoi, forse c’è lo zampino anche di quella “scimmia”.
Il Far West è di nuovo su console e noi ve lo raccontiamo nella recensione di Red Dead Redemption 2!
[amazon box=”B01M8MO87K” title=”Red Dead Redemption 2 (PS4)”]
Rockstar ha sempre saputo che Red Dead Redemption 2 è un titolo con una marcia in più rispetto a tutto ciò che sin’ora si è visto in quest’ultima generazione, soprattutto se parliamo di titoli open world. Ovviamente però, nonstante quello che si è visto fino al giorno del suo lancio, bisogna giocarci per poter dire se il risultato è stato centrato.
L’intento della software house di New York è quello di farci rivivere le situazioni e la psicologia di quel periodo storico in cui nel Far West circolavano fuorilegge e sceriffi. La libertà e la redenzione, in questo caso del protagonista Arthur Morgan, è lo scopo di questo secondo capitolo che gioca il ruolo di prequel del primo Red Dead Redemption, una storia che, ricca di inaspettate vicende, alla fine riesce a chiudere la matassa in un finale che, purtroppo, prima o poi arriva.
Nella famiglia/banda di Dutch ognuno ha un suo ruolo, che viene svolto facendo i conti con le forze e debolezze caratteriali di ogni personaggio. Tutte le vicende si intrecciano per arrivare sempre ad una conclusione mai lasciata al caso, un andamento che viene seguito da un’evoluzione dei personaggi che raramente si era vista prima in un titolo videoludico. La crescita caratteriale di ogni componente della banda è già prestabilito ma mai scontato e Arthur diventa per noi il tramite attraverso il quale conosciamo i rapporti tra i membri di questa famiglia. Ovviamente il tutto non ci viene fatto conoscere in una chiave generica, ma c’è anche qui lo zampino dei tratti caratteriali del nostro protagonista, che ha un rapporto di amore/odio nei confronti di ogni singolo componente del gruppo che viene accomunato da un solo fattore: il destino.
Tutto avviene in un’amalgama tra narrazione e gameplay praticamente perfetta, tanto da sembrare che le due parti non possano vivere l’una senza l’altra. Il gameplay non è frenetico, ma anzi ha un andamento che sembra fatto apposta: le lunghe traversate a cavallo tra le lande desolate sembrano spesso un collante appositamente studiato da Rockstar per scandire il giusto tempo nell’avventura e per dare la possibilità al giocatore di poter ammirare ogni minimo dettaglio dello scenario che circonda il protagonsita. Una sorta di evoluzione dell’open world che si arricchisce anche dei cambiamenti degli NPC, che modulano il loro atteggiamento nei nostri confronti in base a come ci presentiamo a loro sotto ogni punto di vista. Per convivere nel mondo di gioco sono infatti molti gli elementi che non dobbiamo trascurare: la nostra barba e i nostri capelli crescono man mano nel tempo, il cavallo è da pulire, se il cibo scarseggia si nota un certo dimagrimento sul volto del nostro protagonista, e tanto altro, tutti elementi che se trascurati possono far inclinare i rapporti sociali nel mondo di gioco. A completare il quadro, una miriade di personalizzazioni che spaziano dall’abbigliamento fino ad arrivare al modo in cui ricavare le risorse alimentari e mediche di cui avremo bisogno.
Queste appena descritte sono meccaniche in cui hanno provato ad addentrarsi tanti titoli videoludici, ma in quasi tutti i casi sono venute a galla problematiche non da poco conto. In Red Dead Redemption 2 ogni tanto si avverte quella sensazione di “rottura” dei ritmi, dovuta forse proprio all’andamento scandito di cui vi abbiamo parlato poco sopra, ma credetemi, basta girare un attimo lo sguardo e queste piccolezze passano subito in secondo piano.
Tutto in Red Dead Redemption 2 può essere considerato fondamentale. Potete pensare di mettere in secondo piano le attività secondarie, come la caccia, la pesca o altro, ma vi consiglio di non farlo. Non sono fondamentali ai fini del gioco (cosa che anzi il titolo fa credere) e possono essere tranquillamente tralasciate, ma ognuna di queste attività può farvi scoprire una piccola sfaccettatura della vita di Arthur, un uomo che vista l’epoca in cui vive deve affrontare gli uomini ma anche riuscire a distrarsi in attività per lui gradevoli. Far parte della banda è proprio una di queste soluzioni a tutti i problemi, e possiamo gestire il gruppo fermandoci negli accampamenti. In questi punti possiamo parlare con i membri della famiglia, gestire le finanze o aiutarli a risolveree alcune situazioni scomode; anche qui, tante sono le attività pensate da Rockstar, mai fuori luogo e sempre in grado di offrire la giusta dose di divertimento.
Occhio però, prima di iniziare qualche nuova attività o missione non dimenticatevi di scegliere il giusto equipaggiamento: tutto ciò che non è possibile portare rimane sul cavallo! E a proposito del cavallo, la sua gestione è di fondamentale importanza; anche se non per forza sempre lo stesso durante l’intera avventura, questo animale è per noi fondamentale e la sua cura viene ricompensata con un miglioramento crescente delle statistiche e con l’acquisizione di nuove abilità.
Oltre a queste attività è necessario anche procurarsi il denaro che rappresenza tra l’altro, soprattutto nelle prime fasi di gioco, il collante delle nostre missioni e la scappatoia per ottenere la libertà. Assalti a diligenze, treni in corsa o case abbandonate, piuttosto che rubare e rivendere oggetti, pelli o altro, sono solo alcuni dei modi in cui possiamo guadagnarci la pagnotta.
Come nella maggior parte degli open world, e soprattutto in quelli targati Rockstar Games, la storia è caratterizzata da missioni principali e secondaria. Tuttavia, niente e nessuno può obbligarci ad affrontare una o l’altra cosa: possiamo dedicarci ad ogni attività o temporeggiare a nostro piacimento. Anche le missioni non hanno per forza un solo modo per essere affrontate. Possiamo decidere se buttarci a capofitto verso il nostro obiettivo o se mandare qualcuno avanti, e possiamo anche decidere di ripetere le missioni per riuscire a sbloccare più obiettivi ed ottenere una medaglia d’oro, d’argento o di bronzo in base a quanto siamo stati abili. Tutto gioca anche sulla longevità, che supera ogni aspettativa.
In tante delle attività descritte, di fondamentale importanza sono le bocche da fuoco. Il parco armi è vasto e differenziato e tutto ciò che troviamo durante l’avventura sprizza Western da tutti i pori, soprattutto grazie al differente utilizzo che ne possiamo fare; dalle classiche sparatorie, si può passare a fasi stealth semplici ma soddisfacenti o ad inseguimenti a fuoco sul nostro destriero. C’è poi la chicca, il Dead Eye, che permette di rallentare il duello e di essere più precisi e letali con i nostri colpi. Al di la di quest’ultimo, si nota comunque una certa lentezza nel ritmo delle sparatorie dovuta soprattutto al tempo di ricarica delle armi. E’ ovviamente tutto voluto per ricreare la reale condizione dei duelli di quel periodo, e ciò ci costringe a stare attenti ad ogni singolo colpo che spariamo: dobbiamo essere assolutamente precisi! Anche le coperture giocano un ruolo fondamentale negli scontri a fuoco, da tenere in considerazione soprattutto vista la buona IA sviluppata da Rockstar per i nostri avversari (ma anche per i compagni di viaggio), che cercheranno di aggirarci, sempre con cautela. Anche qui vogliamo però attirare la vostra attenzione verso un altro fattore che punta al realismo: le armi vanno tenute con cura! Oltre a potenziarle bisogna stare attenti alla manutenzione per far si che funzionino sempre a dovere.
Oltre al gameplay, in un videogame anche l’ambientazione gioca un ruolo fondamentale per l’immersione. Direzione artistica, qualità tecnica e la mole di dettagli presente in ogni ambientazione sono una costante di qualità nell’intera produzione.
Partiamo dalla mappa, vasta ma non da annoiare durante le fasi esplorative a cavallo, è caratterizzata da una vegetazione varia e da un andamento del terreno diversificato, tanto che il nostro fido destriero può accusare più o meno stanchezza proprio in base a dove ci stiamo dirigendo.
L’effetto “vintage” della scene è stato dato applicando un filtro che rende tutto più opaco, nulla che però va a ridurre la brillantezza dei colori, che si nota soprattutto nelle fasi di alba e tramonto in cui il cielo regala colori spettacolari che si riflettono su tutto ciò che c’è a schermo.
Anche per le animazioni è stata riposta una cura quasi maniacale, tanto che ci è quasi sembrato di non vederne mai di uguali. Menzione particolare per quelle facciali, che si sposano alla perfezione con il doppiaggio in inglese che vanta una recitazione praticamente perfetta, forse una delle migliori di sempre in ambito videoludicos. La colonna sonora è infine la ciliegina sulla torta per l’immersione totale, composta da brani maestosi e che incalzano soprattutto nelle fasi più concitate. L’italiano lo troviamo invece solo nei sottotioli.
Rockstar continua ad essere una garanzia in termini tecnici e, anche se facendo attenzione si nota qualche dettaglio sottotono, il colpo d’occhio generale è a dir poco sbalorditivo, soprattutto se consideriamo che tutto questo gira su console ed è ancorato a 30fps (salvo qualche raro caso)!
Certo, questo titolo è caratterizzato dai classici bug di lancio tipici degli open world di queste dimensioni, ma qualche futura patch sicuramente risolverà queste piccole imperfezioni che già da ora risultano essere ridicole confronto a tutta la maestosità di questa produzione.