Manca sempre meno all’inizio del nuovo campionato NBA, solo pochi giorni ci separano dal campionato di basket più famoso al mondo che debutterà ufficialmente il 17 ottobre 2017. Nel frattempo però il mondo videoludico anticipa quello reale con il nuovo capitolo del franchise made in 2K, che negli anni si è sempre più affermato raggiungendo un livello qualitativo di tutto rispetto. Forte della sua solidissima base di partenza raggiunta nel precedente capitolo, NBA 2K18 è pronto per portarci nel mondo cestistico americano aggiungendo tante novità interessanti, che andremo ad analizzare in questa nostra recensione. Mettetevi comodi tra gli spalti e scoprite i motivi per cui Visual Concepts ha segnato di nuovo un bel tiro da tre punti.
Recensione di NBA 2K18, nuovo titolo dedicato al basket sviluppato da Visual Concepts
La carriera è come al solito la modalità con cui apriamo le nostre recensioni ed in questo caso si tratta anche di quella che probabilmente verrà più apprezzata dai giocatori. Il nostro alter-ego virtuale è DJ, un ragazzo che vuole intraprendere la carriera del basket e che diventerà, ovviamente, una leggenda. Non ci si aspettava nulla di più dal punto di vista della trama: un ragazzo che da DJ sogna la pallacanestro (un cambiamento radicale abbastanza improbabile nella vita reale) e che dal nulla riesce a diventare una star e a vincere ogni titolo disponibile. In sostanza, dal punto di vista narrativo, siamo di fronte alla classica carriera dei titolo NBA di 2K, un risultato finale godibile ma con l’assoluta assenza di originalità.
Dal punto di vista strutturale, invece, sono state introdotte nella Carriera due novità molto interessanti: il sistema di progressione e il Quartiere. Quest’ultimo, appunto un quartiere vero e proprio, rappresenta in soldoni un hub in cui è possibile muoversi tra le varie location per compiere diverse azioni. E’ possibile modificare la skin del personaggi andando dal barbiere o comprando nuovi vestiti, giocare partite casuali con altri utenti, allenarsi per diventare più esperti e tanto altro. Anche se si tratta di un qualcosa già visto in altri titoli, l’aggiunta di questa struttura all’interno di NBA 2K18 riesce a dare ancor più un senso di immedesimazione al giocatore che deve materialmente compiere azione per azione, al contrario di prima dove il tutto si riduceva ad una semplice gestione dai menu.
Il Quartiere valorizza ancor di più la modalità Carriera
Il sistema di progressione è stato cambiato rispetto al passato, in cui c’era una netta distinzione tra i giorni dedicati agli allenamenti e quelli alle partite. In quest’ultimo capitolo è possibile allenarsi quando si vuole raggiungendo la palestra, per poi decidere anche quando affrontare i veri e proprio match.
Queste azioni, una volta portate a termine, ci permettono di aumentare il numero dei nostri tifosi, così come i punti per sbloccare i cartellini e quelli per far crescere la soglia massima degli attributi. Ovviamente quest’ultimi sono quelli che più influenzano il gameplay e che permettono ad ogni giocatore di creare l’alter-ego che più si addice alle proprie esigenze.
Quelle che vi abbiamo elencato sinora sono tutte novità molto apprezzate e che riescono ad accrescere la qualità di un prodotto che già di base partiva bene. Ci rendiamo conto che è sempre più difficile personalizzare l’esperienza di gioco dei titoli sportivi, ma anche questa volta 2K ha continuato a dare il meglio di sé e speriamo che continuerà così anche in futuro.
Passiamo ora alla seconda modalità interessante: MyTeam. Il fantabasket di NBA 2K18 si basa sempre su aste, pacchetti di carte e campi personalizzabili, ma le sfide offerte sono decisamente aumentate. Troviamo “Dominio”, che ci permette di accumulare stelle ottenendo giocatori ed altre ricompense, “Pesi Supermassimi”, in cui è possibile giocare contro gli altri utenti in sfide sempre più ostiche, ed infine abbiamo “Pacchetti & Playoff” che è stata introdotta per quei giocatori che non dispongono di un roster competitivo, in quanto permette di creare un team provvisorio da utilizzare sul momento.
Nonostante gli sforzi da parte del team di sviluppo per rendere più ricca quest’esperienza, abbiamo riscontrato gli stessi problemi del passato tra cui, primo su tutti, un matchmaking gestito in modo grossolano che spesso ci fa scontrare con avversari decisamente troppo forti. La seconda problematica è invece molto più “materiale” e riguarda il costo dei pacchetti, decisamente troppo elevato.
Proprio per questi ultimi motivi elencati, MyTeam non riesce ad emergere del tutto rimanendo un’esperienza godibile ma sicuramente da migliorare.
MyTeam è un fantabasket ancora godibile ma che necessita di un cambiamento radicale sotto alcuni punti di vista.
Le modalità Gioca Ora, La mia Lega e MyGm concludono il cerchio dell’offerta, riproposte praticamente in modo identico rispetto al passato fatta eccezione per qualche piccolezza quasi impercettibile.
Pochi sono i cambiamenti sostanziali in termini di gameplay, anzi volendo essere più precisi soltanto uno è quello che più si nota in ogni partita. Il team di Visual Concepts ha deciso di rallentare il gioco, rendendo la velocità dei giocatori più simile alla realtà. Dimenticatevi quindi di veder sfrecciare un giocatore fino all’altra parte del campo, ora tutti corrono in modo più naturale e la cosa ci è piaciuta. Inoltre, si nota dopo qualche partita che i nostri cestisti risultano essere più precisi rispetto al passato, soprattutto nei tiri in cui sono totalmente smarcati, tanto da rendere ogni sfida più agguerrita, soprattutto a livelli di diffocoltà più elevati.
Tutto il resto viene gestito esattamente come negli altri NBA 2K: siamo di fronte ad un gameplay che riesce ad accontentare i neofiti del genere e ad esaltare chi invece è navigato in questo sport, con tantissime mosse da imparare e schemi da ricordare.
C‘è veramente poco da migliorare del comparto tecnico
Nulla da eccepire dal punto di vista tecnico. NBA 2K18, anche se non in modo drastico, è cambiato rispetto al suo predecessore e presenta qualche piccola miglioria che va a perfezionare ancor più il già eccellente lavoro fatto lo scorso anno. Fantastiche da vedere le presentazioni televisive, che mettono in risalto gli stadi riprodotti con fedeltà maniacale e che sono caratterizzate da un sonoro che avvolge.
Ottime anche le animazioni ma i modelli poligonali potevano essere migliorati un po’ di più; la fluidità è sempre stabile e non abbiamo mai riscontrato la presenza di bug grafici.
Abbiamo ritrovato un problema storico della serie, ossia i lunghi caricamenti che speriamo risolveranno al più presto con una patch.