Osare risulta essere sempre più difficile; i grandi dell’industria, con le loro produzioni dai numeri imponenti, percorrono il sentiero della sicurezza proponendo alla community titoli con elementi piuttosto gettonati: si parte con l’open world massiccio, passando per un gameplay la cui impostazione coinvolge il giocatore in un azione frenetica, dinamica, oppure si opta per un immersione in soggettiva con la prima persona, spesso lo si fa con arma da fuoco in mano. E cosa dire invece dell’aggiunta o, addirittura, natura multigiocatore di un titolo la cui ambizione è aprire la porta di quella stanza chiamata eSport? Una componente che fa gola ai giocatori più competitivi e sono soprattutto, eccezione fatta per alcuni casi, i titoli il cui supporto da parte del team di sviluppo è longevo, così come la giocabilità: l’ammontare delle ore può essere pressoché infinito, senza contare che l’esperienza di gioco può essere vissuta con più amici. Sono stati fatti passi da gigante col passare del tempo, e sempre meno team di sviluppo osano proporre al pubblico un prodotto diverso dal solito, qualcosa che riesca a colpire con qualche peculiarità chi impugna una periferica da gioco.
Mutazione Recensione: luci ed ombre nel tranquillo villaggio di Mutazione.
A chi tocca a questo punto, l’ingrato compito di esplorare nuovi orizzonti e rischiare, oppure, di offrire un prodotto diverso da quello a cui siamo abituati a giocare? Semplice, agli sviluppatori indipendenti. Sia chiaro, con questo non voglio affermare con assolutismo che il mercato indie sia l’unico che può permettersi di rischiare, un esempio molto attuale di grande azienda che rischia di metterci la faccia in queste ultime settimane è la stessa Sony, che con l’esclusiva Death Stranding sviluppata dal rinomato Game Designer Hideo Kojima, che sta cercando di proporre al grande pubblico un qualcosa di “innovativo”, seppure il responso da parte della community non è delle più auspicabili. Questo perché l’impostazione di gameplay, tralasciando i vari aspetti criptici del titolo, è tutto tranne che immediata, e l’ultima presentazione ha lasciato stizzite tantissime persone poiché l’azione giunge sulla scena dopo svariati minuti passati esplorando.
Al di la del risultato che ne conseguirà da questo rischio, oggi siamo qui per parlarvi di Mutazione, un titolo indipendente story driven di Die Gute Fabrik e Akupara Games. Cosa accomuna questa produzione al colossal Death Stranding? La capacità di saper rischiare, sapendo che è più facile fallire che avere successo, ed è forse questo l’aspetto che un appassionato apprezza di più in un videogioco; perfezione alcuna, coloro che sanno osare sono sempre i benvenuti. Prima di narrarvi la storia di questa avventura, dobbiamo tornare indietro di quarantaquattro anni, dove tutto ha avuto origine. In un anno non ancora ben specificato, seppur ci si riferisca ai giorni nostri, una calamità che prende il nome di “Drago lunare” ha sconvolto il mondo per come lo conosciamo, scuotendo dalle fondamenta la civiltà umana. Da questo spettacolare evento, alcune persone hanno subito delle mutazioni genetiche e, subito dopo, vennero denigrate in primo luogo come mutanti. Da questa discriminazione però, fortunatamente vi è stata una via d’uscita, sino a raggiungere quel giorno in cui uomo e mutante raggiunsero un punto di incontro, dando vita finalmente ad una convivenza pacifica. Con questo plot, nasce questo racconto che ci rende responsabili di Kai, una ragazza di colore dal fisico atletico, giovane e con un bel caratterino, il cui destino non le ha riservato bei momenti. Ha avuto un’infanzia difficile: la scomparsa del padre, una madre non sempre assente a causa del lavoro, un fratello al quanto strano e molto capriccioso ed ora, motivo per cui l’avventura ha inizio, suo nonno che sta per passare a miglior vita. Date le premesse ed una lettere che implora la ragazza di raggiungere suo nonno prima che sia troppo tardi, Kai parte per Mutazione, per supportare il suo parente nei suoi ultimi istanti di vita.
Giunta finalmente nel tranquillo villaggio, viene ospitata dagli abitanti del luogo dopo un bizzarro viaggio in barca col capitano Graug, un vecchio lupo di mare, ed ha subito modo di interfacciarsi con la gente di Mutazione. Al primo impatto, la ragazza viene circondata da un ambiente pacifico, i cui cittadini vivono la loro vita apparentemente spensierata, al punto che tutti la accolgono calorosamente. Non vi è molto tempo da perdere, il nonno è gravemente malato e lei non ha ancora avuto modo di conoscerlo: per forza, rispetto alla madre della ragazza, lui ha sempre vissuto lì. Il motivo è presto detto: il nonno era uno scienziato in giovane età e fu incaricato – e spedito – a Mutazione per studiare la flora del luogo, unica e variegata nel suo genere. La pianta, come simbolo, è ciò a cui ruota intorno al titolo: narrazione e gameplay infatti mettono al centro la crescita, cura e raccolta della pianta in sé, affiliando tale evento allo sviluppo e sblocco di alcune situazioni complesse che vedono coinvolti direttamente gli abitanti di Mutazione. Sebbene in un primo luogo possiamo interagire con dei personaggi molto solari, in realtà essi nascondono qualche segreto, tali da non dire mai a Kai la realtà dei fatti, ed è così anche per il nonno che si mostra molto criptico nel rispondere ai quesiti della nipote. Tutto questo per la protagonista non promette niente di buono.
Amicizia e giardinaggio
In qualità di story driven, Mutazione è fortemente improntato sulla narrazione, quasi da annullare la sua componente ludica, limitata all’esplorazione di Mutazione e al compimento di alcuni obiettivi – che vengono sempre segnati sul diario di Kai -, senza rinunciare ovviamente alla possibilità d’interazione con gli altri NPC. I dialoghi infatti invitano noi giocatori a scegliere sempre tra due risposte le quali, possono caratterizzare in qualche modo la protagonista: in alcuni frangenti possiamo avere un carattere estroverso, la quale cerca di approcciarsi in modo quanto più socievole possibile; altrimenti è possibile dare, sempre a seconda di ciò che andiamo a rispondere, un carattere incline ad esternare alcune perplessità. Tali risposte però non vanno ad influire concretamente qualche statistica o meno, ma è curioso come sempre vedere lo sviluppo degli eventi. La progressione viene data dal completamento di alcuni obiettivi che permettono al gioco di avanzare il tempo di una giornata, dall’alba fino alla tarda notte, dopodiché si ricomincia con un nuovo giorno e nuovi obiettivi da completare.
L’elemento fondamentale di Mutazione, da cui si sviluppano soprattutto gli eventi della storia, è il giardinaggio. Vi è un preciso motivo se Kai sarà dedita a tale attività e ciò verrà spiegato in un secondo momento, ma sappiate che questo hobby sarà il focus principale per il proseguimento della trama. In giro per il villaggio e dintorni avrete la possibilità di raccogliere una moltitudine di piante di qualsiasi genere che, in seguito, possono essere coltivate negli appositi giardini, che vengono costruiti man mano col proseguimento della storia. Ogni pianta ha una melodia ben specifica, la quale va ad identificare un tratto distinto di uno o più personaggi. Attraverso il suono di questa canzone le piante crescono fino alla maturazione, da cui è possibile raccoglierne i frutti e consegnarli a loro volta al diretto interessato. Nonostante si tratti di un’attività abbastanza banale, il significato che vi si nasconde è ben più profondo e il grande valore attribuitogli, soprattutto dai personaggi non giocanti, ne dimostra l’importanza.
Quest’avventura inoltre presenta un comparto grafico animato discretamente, seppur i disegni seguono uno stile artistico interessante (ad esempio, il volto della protagonista non è visibile ai nostri occhi). La colonna sonora invece, si annovera tra le più rilassanti da ascoltare, una vera e propria pace dei sensi.