Grazie ad una copia destinata alla stampa, abbiamo avuto l’occasione ed il piacere di provare Immortal: Unchained, nuovo titolo Souls like sviluppato da Toadman Interactive, una piccola software house svedese.
Ammettiamo che, sin dal suo annuncio, siamo stati sempre molto curiosi di provare il titolo in questione, ma quando ci siamo ritrovati tra le mani un lavoro completamente grezzo e mal gestito, partendo dalla IA che gestisce i vari scontri, ci siamo resi conto di aver a che fare con il classico titolo che tenta di attirare attenzione, proponendo una formula già conosciuta per destare più interesse.
Questa non è sicuramente un’introduzione che fa invogliare alla lettura, ma anche i titoli meno promettenti vanno analizzati e commentati, anche per far capire a chi li sviluppa cosa, secondo noi, è stato sbagliato in corso d’opera. Bene, lo scopo della nostra recensione è infatti farvi capire cosa non ci è piaciuto anche se, come si dice, non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace.
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Abbiamo analizzato Immortal: Unchained nella nostra recensione!
La trama di Immortal: Unchained inizia con il risveglio del nostro protagonista, un cavaliere immortale che ha il compito di salvare il mondo da un imminente catastrofe, che potrebbe portare alla totale distruzione del pianeta.
Con questo piccolo pretesto, che ovviamente non sprizza di originalità, inizia la nostra avventura; per prima cosa ci viene chiesto di creare il nostro personaggio, permettendoci di personalizzare alcune (poche) caratteristiche, come il sesso, il nome e la classe di appartenenza, selezionandone una tra le sei disponibili.
Quasi sempre accade che la possibilità di scegliere la classe del personaggi riesce a dare una certa variabile al gioco, permettendo quindi di poter rigiocare l’avventura con diversi stili per avere un approccio diverso ai combattimenti. Questo, con Immortal: Unchained, non accade: nonostante la presenza di una determinata classe che si basa molto sull’utilizzo di fucili da cecchini o fucili a pompa, il gioco rimane sempre lo stesso, frustrante, a causa di una gestione sbagliata delle zone, dei nemici e di tanto altro, che andremo presto ad analizzare.
Il gameplay di Immortal non propone nessuna novità in campo, se non che abbiamo la possibilità di usare le armi da fuoco; al posto dei classici falò con cui siamo stati abituati in Dark Souls, qui troviamo degli “Obelischi” che hanno le stesse identiche funzioni, ovvero aumentare i parametri del personaggio, e potenziare le nostre armi.
Per poter livellare il nostro personaggio dobbiamo accumulare i Bit, valuta che otteniamo uccidendo i nemici e sconfiggendo boss.
Il gioco non è diviso a zone ma a livelli, ognuno dei quali è caratterizzato da un’ambientazione diversa.
Il titolo ci dà la possibilità di tenere con noi 4 tipi di armi, tipologie che scopriamo man mano andando avanti nella trama; per utilizzarle, oltre ad analizzare la scheda tecnica di ognuna di esse, è necessario possedere determinati punti attributo. Tra le tipologie di armi troviamo pistole, fucili d’assalto, mitragliette, fucili di precisione e molto altro, insieme anche ad alcune armi da corpo a corpo che però si rivelano totalmente inutili vista la natura del gioco. Anche nella prima zona di gioco abbiamo dovuto affrontare alcuni scontri fisici con i nemici, utilizzando appunto alcune di queste armi, ma il risultato è stata una morte rapida in quanto il danno causato è davvero ridicolo rispetto a quello subìto.
Purtroppo, quando iniziamo a trovare più armi di nostro interesse non possiamo portarle tutte con noi (come accade nei titoli di questo genere) per poterle cambiare a nostro piacimento ed in qualsiasi momento; per poter utilizzare un’altra arma, infatti, è necessario tornare ad uno degli obelischi di cui vi abbiamo parlato prima.
Molte volte ci siamo ritrovati anche nella prima zona ad usare un arma corpo a corpo, ma con scarsi risultati, anche il nemico più debole, prenderà pochissimo danno e noi prenderemo solo tante botte morendo subito.
Ricapitolando, Immortal: Unchained non propone nessuna novità per quanto riguarda il gameplay di questo genere, a parte l’utilizzo delle armi da fuoco, ma anzi in alcuni frangenti sembra addirittura fare qualche passo indietro.
Una volta superata la prima zona del gioco, che ci inizia alle meccaniche di gioco, siamo pronti ad immergerci nell’avventura vera e proprio, ed è già da qui che è possibile notare i primi problemi di questo titolo.
Iniziamo dalla IA dei nemici che rasenta la stupidità, ma il vero problema è che già al primo livello i nemici dispongono di armi esageratamente forti. Certo, da un Souls Like non ci si aspetta di certo una passeggiata spensierata, ma da scontri complessi a quasi impossibili da affrontare c’è un bel divario!
A peggiorare la situazione ci si mette il quantativo di nemici presenti in ogni zona; è capitato spesso di essere in uno spazio aperto e di avere 5/6 nemici a schermo, che ci buttano giù in meno di 10 secondi. Abbiamo anche provato a farmare durante il primo livello per potenziare un po’ il nostro personaggio, ma il risultato finale è stato praticamente lo stesso: due colpi ben assestati e si va ko. Frustrante.
Per renderci la strada più semplice, il team ha deciso di posizionare un punto debole sulla schiena dei nemici, ma è praticamente impossibile raggiungerlo; l’unica soluzione, a questo punto, è mirare alla testa e schivare il più possibile i colpi in arrivo per evitare una morte certa.
Abbiamo parlato prima della scarsa IA degli avversari, ma anche quella dei boss non si salva purtroppo. Qui, però, troviamo un risultato quasi opposto: abbattere i boss è di una facilità disarmante, tanto da non regalare nemmeno un briciolo di sfida. Attacchi troppo prevedibili, e una volta aggirati possiamo batterli in un attimo colpendo il loro punto debole.
Immortal: Unchained approda sulle console di attuale generazione riuscendo ad avere un comparto grafico che gode di una risoluzione a 1080p ed un framerate a 60fps, discorso che vale sia per la versione base che per la Pro di PlayStation 4.
Il motore grafico non è tra i migliori in circolazione. Molte volte ci è capitato un ritardo nel caricamento di alcune texture, generando non pochi problemi grafici in termini di bellezza visiva. Fortunatamente la realizzazione poligonale dei personaggi è molto curata e le ambientazioni dei vari livelli disponibili è molto varia e mai capita di avere una sensazione di “già visto prima”.
Passando al comparto audio, il doppiaggio è ben sincronizzato con i sottotitoli, discorso che vale anche per la nostra localizzazione, e la colonna sonora è composta da tracce audio che immergono il giocatore nell’avventura.