E3 2016, Santa Monica annuncia ufficialmente God of War, esattamente 8 anni dopo l’uscita del terzo capitolo in cui il protagonista Kratos metteva un “punto definitivo” ad una sua fase della vita.
Dopo sei capitoli ambientanti nell’antica Grecia, questa volta si decide di cambiare totalmente le carte in regola sia per quanto riguarda l’ambientazione, contornata da una nuova mitologia, che per il combat system, ora rinnovato. Si passa quindi alla mitologia norrena, bella quanto enigmatica poiché nel tempo è stata tramandata di generazione in generazione oralmente e pochi sono i testi su cui ci si può documentare realmente.
In questa nostra recensione, oltre a farvi capire perchè questo nuovo capitolo della serie deve esser visto sotto un altro punto di vista rispetto a quelli del passato, vi spieghiamo perchè Kratos si è perfettamente ambientato in questo suo “nuovo mondo”.
God of War – Recensione
La trama di God of War si presenta a tutti gli effetti come un vero e proprio diretto sequel del terzo capitolo. Kratos si rifugia nel lontanissimo regno del nord, a lui sconosciuto, in cerca di pace e per cercare di dimenticare il suo passato oscuro. Qui facciamo la conoscenza di Atreus, figlio di Kratos, nato dall’unione con una donna misteriosa e di cui si hanno pochissime informazioni.
Una volta fatte le dovute presentazioni e completato il prologo di gioco, che introduce al giocatore le nuove meccaniche del combat system e di esplorazione, siamo pronti per affrontare la nostra missione principale, chiamata semplicemente “Il Viaggio”. Lo scopo è quello di esaudire il desiderio della madre ormai defunta da tempo per cause sconosciute, ovvero spargere le sue ceneri dal picco più alto di tutti i regni…ma non per fare ciò troveranno una strada facile da percorrere.
Da questo input parte la trama di God of War, che ci scaraventa tra gli Dei norreni facendoci esplorare i diversi regni uccidendo chiunque si trovi davanti al nostro cammino, divinità e non.
Questo lungo viaggio, suddiviso in 17 missioni, è facilmente completabile in circa 20/25 ore di gioco. Una volta portato a termine possiamo poi dedicarci alle tantissime attività secondarie o possiamo esplorare nuovamente la mappa di gioco, per completare al 100% anche la raccolta dei collezionabili.
Dal nostro punto di vista, non possiamo che fare un grandissimo applauso al team di Santa Monica per la bellissima trama, ben scritta, che è riuscita più volta ad emozionarci grazie anche ad alcuni riferimenti al terzo capitolo della serie. Per arricchire la narrazione, gli sviluppatori si sono contrati molto anche nel difficile rapporto tra Kratos e Atreus, il classico conflitto padre/figlio che li porterà pian piano a fidarsi l’uno dell’altro. Un titolo così, difficilmente lo rivedremo sulle nostre console!
Passiamo ora al combat system, prima e vera novità in questo nuovo capitolo. Santa Monica Studios ha deciso di abbandonare quello che era il suo Hack and slash proponendo qui una formula da vero e proprio Action-RPG. Questa volta il nostro Kratos non utilizza le sue due Lame del Caos per combattere i nemici, ma si affida all’Ascia del Leviatano che, sulla falsa riga del martello di Thor, torna indietro se lo si lancia via.
Di base i pulsanti assegnati al combattimento sono davvero pochi: con R1 ed R2 si scagliano, rispettivamente, l’attacco leggero e pesante (quest’ultimo se caricato al massimo può infliggere molti danni) mentre con L1 possiamo bloccare e parare gli attacchi nemici.
Piccola parentesi riguardante il sistema di bloccaggio. Davvero ben gradita l’introduzione del “parry”, che già abbiamo avuto modo di conoscere in giochi tipo Dark Soul e che consente al giocatore di contrattaccare con il giusto tempismo dopo aver fermato il colpo del nemico.
Di questo nuovo combat system abbiamo apprezzato l’entrata in campo di Atreus. Il ragazzo può scagliare frecce ed infliggere non solo danni ai nemici, ma anche diversi malus a qualsiasi tipo di nemico.
A proposito di quest’ultimi, il titolo soffre di una grande ripetività in fatto di avversari ed infatti molti li ritroviamo, anche in forme diverse, durante il nostro viaggio e, una volta imparato il loro moveset, abbatterli non risulta per nulla ostico. Un vero peccato, ci sarebbe piaciuto vedere un gran numero di nemici diversi l’uno dall’altro.
Un altro degli aspetti più importanti in questo nuovo capitolo è invece il sistema di progressione del personaggio e della gestione di armi ed equipaggiamento. Il nostro Kratos può indossare l’armatura a busto, braccia e fianchi e gli oggetti sono divisi in base alla loro rarità ed efficacia, andando dal “comune” etichettato con il colore verde fino al livello epico etichettato con il colore “Oro”. Molti di questi equipaggiamenti li troviamo durante il corso della missione principale, ma possiamo crearli anche dal fabbro. In ognuno di questi equipaggiamenti è possibile incastonare 2 o 3 incantesimi, che vanno ad aumentare le statistiche generali di Kratos, come per esempio l’attacco del 25%, lo scatto e così via.
Per il piccolo Atreus, invece, possiamo equipaggaire solo un’armatura per il busto, ognuna distinta da abilità specifiche.
Ovviamente anche le armi hanno una loro schermata dedicata ,anche se molto risicata, da cui possiamo solamente applicare tre “boost” all’arma, ossia un attacco runico leggero, un attacco runico pesante e cambiare il pomo dell’ascia per aumentare le stats di Kratos.
L’attacco runico leggero, utilizzabile con la combinazione L1+R1, applica una serie di abilità davvero ottime, utili per aprire uno scontro con qualche vantaggio iniziale.
E’ invece possibile scagliare l’attacco runico pesante con la combinazione L1+R2, e grazie a questi attacchi è possibile infliggere possenti danni ai nemici.
Un’abilità che ci sentiamo di consigliare è senza ombra di dubbio “Benedizione del gelo”, che se portata al livello 3 ci da la possibilità di infliggere un quantitativo enorme di danni per 15 secondi.
Gli attacchi semplici, sia leggero e pesante, possono essere potenziati mediante i punti Exp guadagnati fino ad un massimo di livello 3.
Per Atreus, invece, abbiamo solo a disposizione l’arco che è possibile potenziare presso il fabbro. L’unica cosa applicabile sulla sua arma è una Evocazione Runica, che tenendo premuto il tasto “Quadrato” ci permette di evocare alcuni animali che infliggono danni extra ai nemici.
Ultimo aspetto da analizzare per quanto riguarda i menu per la progressione personaggi sono le abilità. Il titolo ci mette a disposizione più di 80 abilità per Kratos, mentre Atreus ne ha a disposizione solo 21. Tutte le abilità possono essere acquistate mediante i punti Exp accumulati.
Abbastanza variegato quindi il comparto che permette di personalizzare i nostri protagonisti e le armi in dotazione; purtroppo però questo nuovo capitolo offre un numero risicato di armi se confrontato con i vecchi capitoli, come ad esempio non possiamo comparare nessun arco differente per Atreus.
Anche in God of War, come in altri titoli che rientrano nel suo genere, è caratterizzato da una componente esplorativa. Se nei precedenti capitoli una volta finita la trama principale non si poteva andare in giro ad esplorare le diverse aree, Santa Monica in questo nuovo capitolo ha introdotto la possibilità di viaggiare tra i regni e di esplorare in qualsiasi momento tutte le aree di Midgard.
Tutta la zona è bagnata dal “Lago dei Nove”, che risulta essere l’aera più piacevole da attraversare in quanto è esplorabile tramite la navigazione di una semplice barca, ma soprattutto perché ogni zona che scopriamo si distingue dalle altre. In God of War, infatti, non si nota mai una ripetitività per il level design ed ogni zona ha delle proprie caratteristiche che la rendono unica.
Inoltre, per rendere più appagante ed accattivante l’esplorazione dei paesaggi, sono stati introdotti più di 300 collezionabili sparsi per tutto il mondo di gioco.
Come vi avevamo già detto prima, oltre a Mdigard è possibile girovagare anche altri regni raggiungibili tramite il Bifrost, che secondo la mitologia norrena è il ponte dell’arcobaleno che unisce la terra alla dimora degli dei.
Un grandissimo applauso finale va al team di Barlog, per l’estrema cura dei dettagli nei diversi regni, un level design pazzesco e mai ripetitivo che è possibile ammirare grazie ad esplorazioni appaganti e rilassanti in cui è possibile confrontarsi con tantissime attività secondarie che approfondiscono la mitologia norrena.
God of War arriva sulle console di attuale generazione con una risoluzione in 1080p e 30fps per l’ormai versione “base” di PlayStation 4; i possessori di PlayStation 4 Pro possono godere invece di una risoluzione in 4K upscalato mantenendo i 30 fps, oppure posso scendere alla risoluzione di 1080p godendo però dei 60fps.
Come vi abbiamo già anticipato prima, di altissimo livello è il level design, capace di lasciare a bocca aperta per l’estrema cura posta su di essa. Il discorso si ripete per il comparato grafico, una cura maniacale che regala una realizzazione poligonale di Atreus e Kratos davvero perfetta.
Sempre su ottimi livelli il doppiaggio sia in lingua italiana che in lingua inglese, ben integrato e sincronizzato con i sottotitoli. Per completare il quadro perfetto, il titolo è accompagnato da una colonna sonora che ottimamente si integra nel contesto e che se ascoltata con un ottimo headset vi regalerà forti emozioni.
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