L’anno scorso ci eravamo lasciati con delle grandi speranze e aspettative per un eventuale seguito di Dragon Ball Xenoverse. Come prevedibile, questo seguito c’è stato ed è pronto per il nostro giudizio. Ecco a voi la recensione di Dragon Ball Xenoverse 2, rigorosamente in versione PlayStation 4. Buona lettura!
Un altro Dragon Ball… alternativo!
Dragon Ball Xenoverse 2, come prevedibile, segue la stessa logica narrativa del predecessore, andando quindi a farci rivivere la storia del celebre manga/anime sotto un punto di vista atipico.
Due anni dopo la sconfitta di Demigra, due nuovi nemici stanno tentando lo stesso piano, cercando quindi di modificare lo spazio-tempo e sconvolgere il mondo di Dragon Ball per come lo conosciamo. In quanto facenti noi parte della Pattuglia Temporale, sarà nostro compito rimettere tutto a posto e porre fine alla nuova minaccia.
Esattamente come nel primo capitolo di questa nuova saga, anche in questo sequel ci sarà dato modo di creare un personaggio da zero, scegliendo innanzitutto la razza tra umani, Saiyan, Freezer, Namecciani e Majin. È possibile anche modificarne poteri, aspetto estetico e statistiche varie, così da ottenere un risultato in linea coi nostri gusti e stile di combattimento.
Come prevedibile, anche in Xenoverse 2 la gestione del personaggio e la selezione delle missioni sono affidati a un hub centrale interattivo, che risponde stavolta al nome di Conton City. In questo luogo, Kaioh ci affiderà le varie missioni, ognuna delle quali ci porterà in luoghi conosciuti dai fan della saga, per sconfiggere uno o più nemici e sistemare man mano la linea temporale originale.
Xenoverse 2.0
Posto il fatto che la struttura di gioco non si discosta poi molto dal titolo precedente, in Dragon Ball Xenoverse 2 sono state fatte delle migliorie al fine di sistemare alcuni dei difetti riscontrati nel primo capitolo. Il sistema di combattimento è lo stesso ed è composto da colpi in corpo a corpo, mosse speciali e scatti, come da tradizione della serie. Gli scontri sono come al solito spettacolari e divertenti, complice un lavoro di miglioramento ben fatto sotto quasi ogni punto di vista.
Inutile parlare ulteriormente del combat system, visto che è praticamente identico a quello del primo capitolo. Le missioni principali e secondarie, se completate, ci donano punti esperienza, utili a potenziare il nostro personaggio, in pieno stile RPG. Se le missioni principali non risultano particolarmente originali, non possiamo dire lo stesso delle quest secondarie, alcune davvero degne di nota. Tra le varie, abbiamo apprezzato alcuni incarichi che ci hanno fatto rivivere alcuni eventi della serie originale, come ad esempio scalare i ranghi dell’esercito di Freezer, cercare cibo per Majin Buu e altre missioni fuori di testa.
Come nel primo Xenoverse, l’hub centrale di gioco è elemento fondamentale della struttura di gioco. Conton City è decisamente più grande di Tokitoki City, ma anche decisamente meglio strutturata. Oltre che accettare le varie missioni, nella città potremo organizzare scontri multiplayer online o cooperare per superare gli incarichi più ostici. Gli spostamenti in Conton City sono fortunatamente più immediati, grazie alla possibilità di spostarci con un hoverboard.
Riguardo ai difetti, ce n’è uno in particolare che non avremmo voluto vedere. La telecamera non riesce infatti a stare dietro agli spettacolari e veloci duelli. Non solo, anche il sistema di aggancio non funziona sempre a dovere, specialmente negli scontri contro avversari più grossi. Per quanto riguarda il discorso collisioni, pur non essendo ancora perfette, ci sono parse decisamente migliorate rispetto al precedessore. Visto che stiamo confrontando i due titoli per quanto riguarda i difetti riscontrati nel primo capitolo, ci ha fatto piacere vedere che vi è meno legnosità nei comandi, tanto che ci sono sembrati più reattivi.
Tecnicamente parlando
Dragon Ball Xenoverse 2 non offre purtroppo un quadro tecnico degno di nota a causa di un conteggio poligonale non sempre all’altezza. Come sempre, lo stile grafico in cel shading va in parte a mascherare la non complessità grafica, grazie anche a dei colori azzeccati e vivaci. Se i vari personaggi sono stati realizzati con una cura del dettaglio più che valida, le ambientazioni non hanno avuto lo stesso trattamento. Ambientazioni che risultano purtroppo ancora scarsamente distruttibili, come nel capitolo precedente.
Ottimi gli effetti di luce, che rendono gli scontri uno spettacolo e decisamente intoccabile la fluidità. Il motore grafico muove tutto a 60 granitici fotogrammi al secondo, contribuendo quindi alla spettacolarità dell’azione. Buono il doppiaggio in giapponese, così come la colonna sonora.
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