Sebbene siamo sempre desiderosi di provare nuove avventure ludiche frenetiche e coinvolgenti, a volte è necessario calmare i nostri sensi con un qualcosa di più soft. I videogiochi detti “rilassanti”, come possono essere dei simulatori od avventure grafiche, hanno il coraggio di proporre comparti ludici atti a catalizzare un’atmosfera rilassante nelle nostre sessioni di gioco. Quello che possiamo definire spesso come “non gameplay”, talvolta, viene apprezzato proprio per il suo coraggio di coinvolgere il giocatore in azioni banali, o comunque non proprio entusiasmanti, e costruire intorno ad esse un’esperienza non eccellente, ma nemmeno pessima.
Quante volte un Euro Track Simulator ci risultava noioso ma al contempo interessante? Ed è esattamente ciò che trasmette Cloudpunk, il videogioco a tema cyberpunk di ION LANDS. Si tratta – per chi non si sia mai avvicinato comunicativamente al gioco – di un titolo dalla forte caratterizzazione futuristica, sviluppato con un comparto artistico voxelized e con un gameplay che ci immedesimerà nel corriere Rania, una giovane donna in cerca di una sistemazione economica nella città di Nivalis. Abbiamo giocato questa curiosa avventura esplorandone ogni suo angolo. Ve ne vogliamo parlare in questa recensione.
Cloudpunk, benvenuti a Nivalis!
Ci troviamo nella città sospesa sulle nuvole di Nivalis, una metropoli cyberpunk dove la notte è sovrana e le tipiche insegne al neon illuminano le strade mentre un infuso culturale ne detta le architetture. Noi siamo Rania, una donna in cerca di una stabilità economica che si getta nel mondo dei corrieri, la quale inizia a lavorare sugli incarichi più disparati per conto di un’azienda segreta ed alquanto losca: la Cloudpunk. La donna, nella sua prima notte di lavoro, sale a bordo del suo HOVA, una delle auto volanti che trafficano negli snodi stradali di Nivalis. Inizialmente la ragazza porterà a termine gli incarichi più semplici, dal consegnare alcuni pacchi fino allo svolgere il ruolo da tassista, mentre il supervisore denominato “Controllo” le comunicherà le nuove mansioni da svolgere. La nostra Rania, ormai abituata alle strade della città, non sarà da sola. A bordo con lei è presente l’intelligenza artificiale canina Camus, la quale oltre ad accompagnare la ragazza nel suo lavoro è alla ricerca di un nuovo corpo fisico.
Durante ogni incarico i due scambieranno diverse chiacchiere mentre dalla radio verranno assegnati nuovi compiti. Tuttavia, se c’è qualcosa che ci ha lasciati con un leggero amaro in bocca è la storia stessa, la quale pare non decollare mai. Certamente, il peso dell’ispirarsi a grandi opere cinematografiche come Blade Runner pretende una narrazione più sopra le righe, la quale viene ben nascosta nell’ambientazione. Dopotutto, Nivalis è uno specchio estetico della gerarchia sociale, rappresentando il potere economico nelle differenze che caratterizzano ciascuno dei quartieri della città. Infatti, potremo vedere come le categorie più vulnerabili siano relegate ai bassifondi mentre quelle più influenti vivono in cima alla piramide, con cambiamenti ovvi anche nell’aspetto estetico e nelle architetture degli edifici. È affascinante immergersi talvolta in un contesto che narra, attraverso la propria ambientazione, una situazione sociale fuori controllo, come la notte che la nostra Rania vivrà a causa della Cloudpunk.
Però, come dicevamo, la storia non trova mai un vero e proprio decollo, non riuscendo a coinvolgerci quanto basta per apprezzarne la narrazione. Indubbiamente, il world building costruito intorno alla trama che ci vede protagonisti risulta alquanto affascinante, soprattutto considerando che siamo dinanzi ad una produzione indipendente. Tuttavia ciò non è abbastanza per farci stregare dall’insolita notte vissuta da Raina. Questo perché, a conti fatti, nessuno dei personaggi risulta così riconoscibile da farsi apprezzare, causa di una caratterizzazione non proprio appetitosa. Tuttavia possiamo rassicurare come la piega degli eventi si farà sempre più intensa, dato che alcuni degli incarichi ricevuti della protagonista porteranno a delle mutazioni di Nivalis, scoperchiando un vaso di pandora che ne rivela uno spettro inquietante ed anche leggermente scontato, sottolineando infine una società ormai controllata e soggiogata dalle mega corporazioni.
Vivere Nivalis ad un quarto di consegna alla volta
Un aspetto di Cloudpunk che risalta, dopo l’apprezzabilissima direzione artistica, è indubbiamente il gameplay. Nei panni della corriera Raina abbiamo il compito di svolgere tutti gli incarichi assegnatici per conto della Cloudpunk, conducendoci in ogni angolo volante di Nivalis. L’impalcatura ludica si divide in due piani: l’HOVA, il nostro mezzo di fiducia, e a piedi. A bordo del nostro bolide, che potremo potenziare e migliorare con i soldi guadagnati da ciascun incarico, viviamo la metropoli che galleggia nel cielo da un punto di vista più soft, con un sistema di guida non proprio eccellente ma che comunque permette di vivere il volante con una nota di piacere. D’altronde passeremo quasi sempre il tempo a bordo dell’HOVA, riducendo le sezioni a piedi davvero al minimo. Questo perché il gioco consiste sostanzialmente nell’andare da un punto A ad un punto B, senza mai proporre una piccola deviazione dalla sua eccessiva linearità. Come se non bastasse, difficilmente il gioco riesce ad approfondire i suoi aspetti del gameplay, soprattutto l’appartamento di Raina che, nonostante la disponibilità della personalizzazione, non reca alcun interesse all’utente, il quale da lì a poco se ne dimenticherà in un batter d’occhio.
Nelle sezioni a piedi, dove la telecamera ci offrirà una visuale in terza persona, si ha modo di assaporare la vita di Nivalis. Alcune delle consegne, infatti, ci costringeranno a scendere dal nostro HOVA, che andrà necessariamente parcheggiato in uno dei pochi posti disseminati in città. In questi frangenti avremo l’occasione di scambiare due chiacchiere con gli NPC. Attraverso questi dialoghi, infatti, si ha modo di approfondire il contesto narrativo costruito da ION LANDS, sebbene le conversazioni non offriranno particolari diramazioni e risulteranno a senso unico, sprecando così sul nascere un interessante snodo per una maggiore profondità della storia. Esplorare la città è senza dubbio interessante, sebbene la quantità di interazioni non ci permettono di assaporarne tutte le potenzialità estetiche e ludiche, senza riuscire infine ad approfondire le varie diramazioni del suo stesso gameplay. Insomma, il titolo non riesce a spiccare per il suo gameplay, che giudichiamo senza alcuna fatica come rilassante, ma pecca di coraggio nelle sue meccaniche che, esplorate in maniera più approfondita, avrebbero potuto regalarci un’esperienza di gioco meno monotona.
Il fascino del cyberpunk
Durante la nostra prova abbiamo riscontrato alcuni problemi. Un bug ha minato la nostra esperienza iniziale, dove il gioco riproponeva ciclicamente le medesime missioni sovrapponendone le loro attivazioni, fino a sdoppiare più volte le stesse quest, rendendo in un primo momento impossibile proseguire nella storia. Aldilà di ciò, ad addolcire tale nota negativa ci pensa una direzione artistica interessante, punta di diamante della creatura di ION LANDS. In primo luogo lo stile grafico voxelized ci permette di apprezzare una corrente artistica non molto frequente nel panorama videoludico, la quale viene accentuata da un gioco di luci al neon e da una cura architettonica che delineano l’ispirazione cyberpunk. La città di Nivalis è una visione estetica affascinante, la quale purtroppo culmina in una scarsa variazione dei suoi edifici e quartieri. Dove il titolo compie un passo in avanti, ne compie altri due indietro, delineando forse una mancanza di coraggio dal team di sviluppo nel realizzare pienamente la sua visione artistica. A compensare tutto ciò ci pensa la colonna sonora, curata da Harry Critchley, che rende calzante la vita quotidiana in quel di Nivalis.
Il titolo, doppiato in inglese, propone anche una localizzazione italiana, rendendo più comprensibili gli svariati dialoghi che scandiranno l’avventura di Raina. Quanto al comparto tecnico, oltre al bug citato poc’anzi, non abbiamo riscontrato ulteriori pecche, soprattutto nelle performance, con un frame rate stabile sui trenta fotogrammi per secondo.