Dopo ben 7 anni passati al fianco delle console di ottava generazione, possiamo finalmente affermare di aver vissuto una vera esplosione di produzioni tripla A ed indie. Se tra i primi abbiamo trovato veri e propri blockbuster, la semplicità e l’inventiva proposte nelle piccole produzioni sono riuscite a mantenere fresco e stimolante il panorama videoludico. Sia per una trama particolare o per un gameplay fuori dall’ordinario, questi prodotti trasudano dell’amore riposto in essi dagli sviluppatori. Oggi ci troviamo qui per parlarvi di uno di loro.
Sviluppato dal team indipendente con sede in Ungheria The Wild Gentlemen, Chicken Police è un titolo investigativo noir con uno stile unico ed una storia carica di humour. Primo progetto portato avanti dallo studio, il titolo palesa sin dal principio la propria vicinanza ai film anni ’40 ed alle avventure grafiche del passato. Considerando il contesto della narrazione, infine, mi è stato impossibile non pensare a Blacksad: Under the Skin, poliziesco hardboiled che, in maniera altrettanto originale, cercava di immergere i giocatori nei panni di un detective animalesco.
Dopo aver portato a termine l’avventura con non poco entusiasmo, non posso che concludere questa breve introduzione augurandovi buona lettura. Iniziamo questa recensione!
Chicken Police, Paint it Red!
Prima di iniziare a trattare nello specifico della trama, ritengo sia necessario specificare il contesto in cui essa è collocata. Il titolo è ambientato in un mondo popolato da animali antropomorfi, i quali cercano di sopravvivere in una spietata rivisitazione della società del secolo scorso. Non ci troviamo quindi in una versione animale del nostro mondo, ma in una sorta di universo parallelo in cui l’intero ecosistema animale si è evoluto. È possibile apprendere moltissime informazioni sul contesto narrativo esaminando gli ambienti o, più semplicemente, conversando con gli altri personaggi. Il mondo costruito dal team non è assolutamente di poco conto, tirando in ballo anche argomenti meno comici come il razzismo e la discriminazione sociale.
Il titolo di The Wild Gentlemen ci introduce immediatamente al nostro protagonista ed alter ego, Sonny, ex detective della più famosa squadra anticrimine di Clawville, la Chicken Police. Purtroppo, dopo una separazione violenta e mal digerita da entrambe le parti, la coppia formata da Sonny Featherland e Marty MacChicken ha infine chiuso i battenti. Sonny è ormai un gallo sulla via della pensione che ha riversato i propri problemi sull’alcool, mentre Marty continua a svolgere il proprio lavoro alla centrale in preda alla rabbia e all’insofferenza. A seguito di un’improvvisa richiesta di aiuto, Sonny e Marty si trovano riuniti ancora una volta, tormentati dal passato ma decisi a risolvere un ultimo caso.
Tirando le somme su quanto giocato, Chicken Police non ha nulla da invidiare ad altri investigativi già disponibili sul mercato. Nonostante la trama vada a tirare alcune corde usurate del genere, il comparto narrativo riesce comunque a mantenere un certo velo di mistero per l’intera durata della storia, lasciando col dubbio il giocatore per la maggior parte del tempo. Ad incorniciare l’intreccio narrativo vorrei sottolineare un ottimo humour irriverente da commedia poliziesca, il quale mi ha riportato alla mente i bei tempi di Beverly Hills Cop con Eddie Murphy. Non posso negare di aver sorriso in più di un’occasione, in un continuo dialogo serioso intervallato da gag mai veramente forzate.
Chicken Police si attesta attorno alle 6-7 ore di gioco, le quali possono variare parecchio in base alla vostra curiosità nell’esplorazione del mondo di gioco. Il titolo propone, inoltre, diversi collezionabili ed extra, tutti legati al contesto narrativo di fondo – la cosiddetta lore – ed a simpatici siparietti tra i protagonisti. Il titolo non rientra tra quei generi facilmente rigiocabili una volta terminata la storia, nonostante la libertà degli interrogatori possa aprire vie alternative. Lo scarso livello di difficoltà, inoltre, non aiuta purtroppo a ripercorrere nuovamente il tutto.
Il crimine a Clawville
Chicken Police si presenta come un’avventura grafica punta e clicca, intervallata da diverse sezioni di interrogatorio ed alcuni mini-giochi ad enigmi. Il titolo fa del racconto la sua ragion d’essere, creando un complesso narrativo che accompagna il giocatore per l’intera durata della storia.
Le interazioni reali di gameplay si riducono, per la maggior parte, all’esplorazione delle varie aree di gioco ed ai dialoghi con i personaggi al loro interno. Le aree risultano uniche e ricolme di dettagli, riuscendo ad aumentare la curiosità del giocatore nei confronti della storia. Questa interazione ambientale non è da sottovalutare, soprattutto grazie ai potenziali indizi che potrebbero aiutare la Chicken Police a risolvere il caso.
È possibile esplorare diverse aree della città, suddivise tra aree obbligatorie per proseguire nella trama ed aree limitate. Queste ultime, disponibili solamente in determinati momenti della storia, possono essere esplorate prima di proseguire nel caso. Ognuna di esse contiene nuove informazioni sul mondo di gioco e personaggi extra completamente opzionali, i quali possono dare una preziosa spinta alle indagini fornendo informazioni e consigli da tenere ben a mente.
Chicken Police ci consente di interrogare testimoni e potenziali sospettati per ottenere informazioni. Nonostante tali sezioni siano obbligatorie di trama, rimane comunque a libera interpretazione del giocatore scegliere quali domande fare in base alla situazione. Detective non proprio di prima penna, il nostro Sonny ci espone la sua strategia man mano che l’interrogatorio va avanti, consigliandoci l’approccio da seguire per carpire le giuste informazioni al sospetto. Il risultato di queste sezioni è completamente lasciato nelle mani del giocatore, con la possibilità di non apprendere nulla di utile ed essere paragonati al mai dimenticato Frank Drebin di “Una pallottola spuntata”.
Proseguendo nella narrazione abbiamo la possibilità di analizzare gli indizi raccolti, per unire i puntini ed organizzare la prossima mossa. A differenza degli interrogatori, l’elaborazione degli indizi è strettamente limitata dal prosieguo della storia. Non è possibile, infatti, fare associazioni di idee stupide o completamente scollegate tra loro, relegando questa sezione abbastanza fine a sé stessa ad un semplice “trial and error”.
Tra un’indagine e l’altra è possibile incorrere in qualche mini-gioco, come la risoluzione di un enigma o la fuga da una sparatoria. Tranne per gli enigmi, che potrebbero risultare incomprensibili se non si presta attenzione alle aree esplorate, le sparatorie sono un semplice intermezzo tra una vicenda e la successiva, basandosi su un sistema di sparo e ricarica molto basilare.
Cluckin’ Hell
Al contrario di quanto il titolo potrebbe farvi pensare, Chicken Police ci è riuscito a convincere anche in quasi ogni aspetto tecnico della produzione.
L’intero comparto grafico, realizzato con fior fior di disegni a metà tra il 2D e il 3D, risulta unico ed ispirato. Ho apprezzato particolarmente la scelta di rendere il tutto in bianco e nero, con la sola colorazione di determinati elementi a rendere gli stessi ancora più vividi ed importanti all’occhio del giocatore.
Ogni personaggio presente nel titolo, sia esso principale o secondario, è stato caratterizzato in maniera eccellente, dotando ognuno di essi di una personalità ben riconoscibile e sempre diversa.
Il titolo di The Wild Gentlemen è interamente localizzato in inglese, senza alcuna opzione per la lingua italiana. Nonostante il linguaggio utilizzato non sia affatto alla portata di tutti, consiglio comunque di dare una possibilità al prodotto, soprattutto vista l’ottima interpretazione vocale dei doppiatori. Una colonna sonora jazz fa da contorno al nostro incedere nella narrazione, calzando a pennello con l’atmosfera ricreata.
Concludendo, Chicken Police risulta ripulito e stabile sotto ogni punto di vista. Per l’intera durata della prova non abbiamo avuto alcun problema di sorta. Anche i caricamenti, infatti, risultano brevi e mai troppo invasivi.