Dopo un anno di riflessione in più da parte di Ubisoft, è arrivato finalmente nei negozi il nuovo capitolo, il decimo, di una delle più famose saghe videoludiche di questi ultimi tempi: Assassin’s Creed Origins. Presentato durante l’E3 di quest’anno come il titolo che avrebbe narrato le origini della confraternita degli assassini, il team di sviluppo ha promesso ai giocatori un gameplay diverso rispetto a quanto visto fino al precedente capitolo, con un combat system totalmente rivisitato ed una componente ruolistica. L’Egitto è dove si ambienta la nuova avventura e nella nostra recensione vi spieghiamo com’è la vita dell’Assassino tra Faraoni e Piramidi.
Recensione di Assassin’s Creed Origins, decimo capitolo della saga
Assassin’s Creed Origins è ambientato durante il 49 A.C., più precisamente durante il Periodo Tolemaico, in cui avviene l’ascesa della nota faraona Cleopatra. Il nuovo assassino è Bayek e riveste il ruolo del Medjay, una sorta di aiutante della patria il cui scopo è quello di proteggere i deboli e gli innocenti dalla tirannia dei più potenti.
Per non sfociare in fastidiosi spoiler non vi vogliamo raccontare nulla sulla trama del titolo ma possiamo assicurarvi che il titolo riesce a riportare in auge la serie; viene proposta una fortissima componente narrativa che tratta temi maturi come la tirannia, l’oppressione, l’umiliazione e per ultima la vendetta, motivo principale che spingerà il nostro Bayek a compiere il suo cammino per l’Antico Egitto.
Il titolo è completabile in circa 30 ore di gioco, tempistica che varia in base al livello di difficoltà selezionato (che è possibile cambiare anche una volta iniziato il gioco) ed a quante delle tantissime missioni secondarie vi fermate a terminare durante la vostra prima run. La longevità aumenta anche se si decide di esplorare l’intero mondo di gioco che mette a disposizione alcune zone contrassegnate con un punto interrogativo, non fondamentali ai fini della trama, in pieno stile The Witcher 3.
Come vi abbiamo detto nell’introduzione di questo articolo, Ubisoft ha introdotto nella saga una componente ispirata ai giochi di ruolo dedicata all’equipaggiamento ed alla crescita del personaggio, che avviene mediante i tre alberi di abilità Cacciatore, Guerriero e Veggente. Inoltre, sempre in linea con i GDR, in Assassin’s Creed Origins è necessario raggiungere un determinato livello con Bayek per affrontare le missioni, obbligando il giocatore in maniera indiretta a completare alcune missioni secondarie per livellare il nostro personaggio.
La gestione dell’equipaggiamento è stata strutturata con un’interfaccia a slot, ognuno dedicato ad un determinato tipo di oggetto. Entrando nel menu Attrezzatura, troviamo vari “alloggi” in cui posizionare gli equipaggiamenti, tra cui la sezione A Distanza, dove possiamo inserire due archi, che a loro volta si suddividono in diverse categorie come Archi da Caccia, Archi da Guerra e così via. Anche le armi corpo a corpo vengono gestite allo stesso modo e troviamo poi una parte dedicata agli Abiti ed una alla Cavalcatura, in cui possiamo rispettivamente selezionare gli indumenti da indossare e scegliere quale tipologia di animale utilizzare per i nostri spostamenti, come ad esempio un cavallo o un cammello.
L’equipaggiamento viene poi arricchito da uno scudo e da oggetti secondari da sbloccare tramite le abilità. come ad esempio Bombe Incendiare e Dardi Avvelenati.
Infine, in questa interfaccia, troviamo una sezione chiamata Creazione in cui è possibile potenziare i nostri oggetti e per far ciò è necessario andare a caccia di animali per raccogliere un determinato numero di materiali.
Anche le armi, suddivise in base al livello di rarità, possono essere potenziate dai fabbri che troviamo nella mappa di gioco. Purtroppo però questa feature non è stata sviluppata a dovere: per tutta la durata dell’avventura non abbiamo mai sentito la necessità di effettuare dei potenziamenti in quanto una volta trovate le armi appartenenti al livello di rarità “Oro”, le più performanti e non potenziabili, il nostro equipaggiamento arriva al massimo della sua potenza.
Bayek si sviluppa secondo dinamiche GDR
Passiamo ora alle abilità che si dividono nei tre rami di cui vi abbiamo parlato poco sopra. Per sbloccarle dobbiamo ottenere i Punti Abilità, che ci vengono assegnati ogni volta che saliamo di livello con Bayek o completando sfide secondarie.
Durante il nostro provato siamo riusciti a sbloccare circa il 90% di tutte le abilità ma starà a voi decidere su quale ramo dedicarvi di più fino a raggiungere L’abilità Maestro, potenziabile fino all’infinito spendendo un Punto Abilità volta per volta.
Sono stati apportati cambiamenti notevoli anche per il combat system, che abbandona definitivamente le vecchie meccaniche ormai obsolete che proponevano un sistema basato prettamente sui contrattacchi.
La nuova proposta offre una formula del tutto innovativa per la saga e si basa sulle schivate e risposte immediate, alternando colpi leggeri e colpi pesanti. E’ presente anche una piccola barra posta sopra quella della salute che, una volta riempita, ci permette di sferrare un attacco potentissimo premendo “R1+R2”, attacco differente in base all’arma che si sta usando in quel momento.
Concludiamo le novità introdotte citando la presenza di Senu, aquila da compagnia di Bayek che è possibile muovere a nostro piacimento e che va a sostituire l’occhio dell’aquila, utile per evidenziare i nemici, i tesori, gli animali e tutto ciò che ci circonda.
Ubisoft in questo nuovo capitolo ha deciso di abbandonare definitivamente i collezionabili, proponendo però tantissime attività secondarie da fare e posti da scoprire; tra tutte, spiccano le sceniche Tombe dei Faraoni che ci portano in luoghi realmente esistenti, tra cui le più note di Cheope, Chefren e Micerino.
Assassin’s Creed Origins è in FullHD a 30fps se giocato sul primo modello di PlayStation 4, mentre sulla versione Pro la risoluzione varia dai 1350p a 1584p mantenendo sempre i 30fps. L’impatto grafico generale è senza ombra di dubbio valido, ma abbiamo riscontrato alcuni cali di frame ed improvvisi crash che speriamo vengano risolti il prima possibile con un’apposito patch.
Praticamente tutto è migliorato rispetto a Syndicate e l’Egitto è stato curato sotto ogni minimo dettaglio, tanto da sembrare vivo.
Ben riuscito anche il sonoro, caratterizzato da ottime tracce audio accompagnate da un doppiaggio ben sincronizzato e convincente.
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