Il personaggio di Ezio Auditore è stato eletto di prepotenza dai fan di Assassin’s Creed come il più iconico e rappresentativo della celebre saga Ubisoft. Il publisher francese ha quindi pensato che, in mancanza dell’appuntamento annuale con la saga, a molti avrebbe fatto piacere rivivere la trilogia dedicata all’immaginario assassino di Firenze. Ecco a voi la nostra recensione di Assassin’s Creed: The Ezio Collection, che comprendente le versioni rimasterizzate di Assassin’s Creed 2, Assassin’s Creed: Brotherhood e Assassin’s Creed: Revelations. Per ovvi motivi, non andremo ad analizzare nuovamente i titoli citati, ma ci concentreremo perlopiù sui miglioramenti apportati rispetto agli originali.
Ezio, mon amour
Come appena detto, Ezio è considerato dai fan alla pari di un idolo in campo videoludico, anche grazie alla trama che fa da sfondo ai tre giochi contenuti in questa raccolta. Trama che, per chi segue teorie alternative alla storia raccontata dai libri, potrà sapere di già visto, ma che riesce ancora oggi a stupire in modo positivo.
La storia che inizia dal secondo capitolo e che ripercorre tutta la vita di Ezio, non parla solo del suddetto personaggio e del suo contributo alla causa degli Assassini contro i Templari, ma anche di altro. Dalle religioni, ai complotti, alle teorie sulla fine del mondo, al controllo da parte dei potenti, la trilogia dedicata a Ezio fa ancora oggi riflettere, proponendoci una storia che per tanti può essere considerata improbabile, ma che per altri verrà vista come verosimile, inserita in un certo contesto.
La sola narrazione è stata in grado di tenerci incollati per un numero incalcolabile di ore, considerata la natura open world dei titoli, senza contare le numerose attività collaterali presenti, come le odiate piume del secondo capitolo. I tre titoli comprendono naturalmente anche tutti i DLC pubblicati alle rispettive uscite, per un offerta tutto sommato parecchio sostanziosa a livello contenutistico.
Ezio… arrugginito!
Essendo una serie ormai conosciuta da tutti, non vogliamo dilungarci troppo sugli elementi cardine del gameplay. Pur essendo ancora dei giochi piuttosto godibili dobbiamo purtroppo far notare come siano invecchiati piuttosto male, tanto che alcuni titoli in 2 dimensioni di 30 anni fa ci paiono stagionati molto meglio.
I tre titoli (specialmente il secondo) ci sono sembrati ancora più legnosi di quanto li avevamo giocati all’epoca, complici un sistema di controllo non sempre perfetto e le arrampicate che sembrano cambiate in peggio, forse a causa di un lavoro di conversione imperfetto.
Tutto ciò, unito ai difetti già presenti all’uscita, ossia l’IA carente, la ripetitività e i combattimenti semplificati rispetto ad altri esponenti del genere, rendono la trilogia di Ezio Auditore un qualcosa che andava lasciato lì dov’era. Nei ricordi, insomma.
Ebbene sì, considerando il secondo capitolo uno dei più bei titoli per PlayStation 3, spiace proprio doverlo “bastonare” in questo modo, così come spiace farlo con i due seguiti.
Una stanca conversione
Sì, ci tocca penalizzare questa trilogia rimasterizzata anche nell’aspetto in cui avrebbe dovuto eccellere, ossia quello tecnico. L’opera di conversione pare essere derivata dalle versioni PC degli originali con settaggi alti e aumento della mera risoluzione.
Gli unici miglioramenti riguardano il sistema di illuminazione e una distanza visiva migliorata, oltre che una frame rate più stabile. Frame rate che purtroppo non va oltre i 30 fps, con grande dispiacere dei giocatori provenienti proprio dal mondo PC.
A livello poligonale i giochi sono tali e quali a come ce li ricordavamo, quindi si sente il peso degli anni ancora più di allora. Sono inoltre presenti parecchi bug non riscontrabili negli originali, oltre che glitch e animazioni imperfette e peggiorate rispetto ad allora.
Colonna sonora e doppiaggio in italiano sono ancora lodevoli, grazie all’ottimo lavoro fatto da Ubisoft sugli originali.