Torna sulle nostre console la saga per eccellenza di Ubisoft che, quest’anno, coglie l’occasione per sdoppiarsi ed uscire sia su PS3 che su PS4 con due titoli molto diversi, pur rimanendo simili tra loro. Unity, il capitolo next-gen, decide di staccarsi dal percorso intrapreso dagli ultimi capitoli della serie, per riavvicinarsi agli albori della saga. Sarà stata una saggia e profiqua scelta?
Rivoluzione
Pochi titoli possono vantare la magia e il pathos generati dalla serie Assassin’s Creed, che ha sempre trattato personaggi ed epoce storiche piene di fascino e mistero, con eventi di grandissima importanza per la storia. Anche Unity non fa eccezione e ritorna a proporre un periodo storico interessante e con il quale si sposa perfettamente l’eterna lotta tra Templari ed Assassini, ossia la Rivoluzione Francese.
L’epoca storica trattata in quest’ultimo capitolo ha permesso agli sviluppatori di poter giocare allegramente con gli intrighi e le macchinazioni dei templari, introducendo molti nomi storici nella vicenda, che entreranno più o meno in contatto con il nostro nuovo protagonista, Arnò.
Inizialmente saremo nei panni di un Arnò bambino, portato alla reggia di Versaille dal padre, e dove apprenderemo i primi dettagli sui protagonisti e su tutte le vicende che ne seguiranno. Gli eventi si spostano poi avanti di 17 anni, con un giovane Arnò in fuga da un paio di giocatori d’azzardo con il quale il nostro eroe aveva perso un prezioso cimelio. Fuggito dai maleintenzionati, ci troveremo a casa, dove le vicende prenderanno il via con un pretesto piuttosto sempliciotto e banale, ma che porterà a risvolti narrativi ben più profondi di quanto non ci si aspetta.
La trama del titolo si rivela, invero, ben più sbrigativa di quanto non ci si potrebbe aspettare, nonostante l’ottimo incpit e l’ottimo contesto storico nella quale gli eventi si inseriscono. La grande quantità di personaggi storici inseriti fanno pensare che Ubisoft sia stata più interessata al dare risalto al periodo storico nel suo complesso che a confezionare una trama realmente appassionante e complessa come i primi titoli della saga, con un risultato che è funzionale al sistema di gioco, ma perde parte del fascino se rapportata alle vicende di Altair e di Ezio Auditore. Lo stesso Arnò manca di mordente, risultando un personaggio si ben definito, ma che fa un po’ troppo “il verso” al buon Ezio, ma senza il carisma del fiorentino. Inoltre, non si può non segnalare come la trama di Unity sia indissolubilmente legata a quella di Rougue, capitolo esclusivamente PS3 uscito nel medesimo giorno, anche se non è strettamente necessario averlo giocato per comprendere gli avvenimento di questo Unity.
Paese che vai, città che trovi
Inizialmente le vicende, come dicevamo, si rivelano interessanti perdendo di mordente man mano che si avanza, in favore dell’ambientazione del titolo. Parigi si rivela essere la vera ed indiscussa protagonista del titolo, sia sul versante meramente visivo, sia per le emozioni che riesce a suscitare nel giocatore mentre ci si perde tra le vie, i vicoli, i tetti e le fogne. La città è viva e pulsante, merito anche delle modifiche apportate al motore e dell’hardware che muove il tutto, e riesce a rapire ed a farsi esplorare anche dai giocatori più sbrigativi. Oltre all’immensità della città, che come estensione batte tranquillamente qualunque altra città vista in un Assassin’s Creed, fanno capolino i molti monumenti storici, spesso esplorabili, riprodotti con una dovizia di particolari che rasenta il maniacale e che, se rapportati alle foto della città francese, risultano essere praticamente identici.
Per rendere ancor più viva la città, gli sviluppatori hanno spinto moltissimo sulla mole di persone simultaneamente generate a video, arrivando a generare intere folle di personaggi davanti a monumenti più o meno celebri, intente a protestare, bruciare libri e bandiere, creando proprio l’atmosfera rivoluzionaria che si dovrebbe respirare nel periodo trattato. Anche gli eventi casuali all’interno della città sono migliorati rispetto al passato, con ladri e criminali che non compaiono dal nulla, ma spesso li si vede intenti a minacciare ignari passanti e, magari, ucciderli davanti ai nostri occhi. E’ ottima anche l’idea di diversificare i corpi di guardia che incontreremo, che si distinguono in soldati e patrioti e che, se provocati, si uccideranno a vicenda permettendoci, in molto casi, di approfittare della confusione per poterci dileguare.
Una città da esplorare
Una città renderizzata con tutti i crismi del caso e credibile non servirebbe a granchè se dovessimo solo esplorare e proseguire sul percorso tracciato dagli sviluppatori; infatti Ubisoft ha ben pensato di farcire egreggiamente la città, con una montagna di collezionabili, missioni secondarie di varia natura, proprietà acquistabili e ristrutturabili e una ventina di punti di osservazione. Le varie missioni secondarie si rivelano estremamente varie, anche se, nel bene e nel male, sono tutte risolvibili a suon di spada, ad esclusione di quelle dove non potremo assolutamente farci individuare. Le stesse spaziano da furti ad indagini su omicidi più o meno complessi, con tanto di raccolta di indizi ed accusa formale del colpevole, fino ad arrivare ai classici enigmi, che questa volta vanno a disturbare addirittura il buon Nostradamus.
Tecnologia al servizio dell’opera
L’aspetto in cui Ubisoft si è sempre distinta durante la scorsa generazione è sicuramente quello estetico di Assassin’s Creed, che è sempre riuscito a creare in maniera egregia città, foreste e persino oceani. Unity prosegue nel tentativo di sbalordire il giocatore, ma, questa volta, lo fa al servizio del titolo e non solo per colpire visivamente. Il titolo, che vanta un’ottima pulizia ed un‘ottima texturizzazione, mostra veramente i muscoli gestendo una mole poligonale veramente notevole, con una miriade di personaggi a video, con una varietà degli stessi spaventosa, in un ambiente di gioco che si estende sia orizzontalmente che verticalmente. Lo scotto da pagare, però, per tale ambizione e per tale mole di dati, si traduce in un framerate spesso claudicante e ballerino, bug grafici, glitch ed altro ancora, per fortuna senza risvolti negativi nella progressione e senza blocchi, almeno nella nostra prova. Oltre al framerate ballerino, il motore bara spudoratamente ed in maniera spesso visibile, scalando brutalmente la mole di dettagli anche a distanza ravvicinata, per cercare di mantenere la scena con una fluidità almeno tale da poter essere giocata, ma che va a stonare se rapportata all’enorme mole di dettagli di cui è dotato il nostro personaggio ed alcuni ambienti e comprimari.
Al solito si rivela ottimo il doppiaggio e l’aspetto sonoro del titolo, che però continua a deficitare del doppiaggio della popolazione che si incontra in giro, incoerenza che si nota ancora di più durante i furti o gli omicidi, dove un passante che prima parlava in francese ci ringrazia poi in italiano.
La formula si rinnova
Arriviamo, infine, a parlare del gameplay, parte centralissima e fondamentale di ogni prodotto che si rispetti. Assassin’s Creed ha sempre avuto un ottimo sistema di progressione ed esplorazione, ma la complessità di Parigi ha costretto Ubisoft ad effettuare modifiche sostanziali sia alla corsa acrobatica che al combattimento ed agli oggetti che potremo portare con noi.
Come al solito, avremo il classico grilletto destro adibito alla corsa, ma questa volta saremo dotati di due tasti dedicati alla corsa acrobatica, “X” per la corsa verso l’alto, “O” per la corsa verso il basso, ampliando le possibilità di azione e migliorando notevolmente il controllo del nostro protagonista durante le fughe e le peregrinazioni per la vasta mappa. Non è tutto oro ciò che luccica però, poichè tale scelta ha portato anche ad un calo dell’intuitività delle meccaniche, oltre che a complicanze esplorative dovute a limiti imposti dagli stessi sviluppatori, più per sviste che per altro. Non di rado, infatti, ci troveremo impossibilitati a scendere di pochi metri, malediremo molteplici volte le finestre nelle quali dovremo entrare, inveiremo contro gli sviluppatori perchè il nostro eroe non noterà un appiglio gigante poco sopra a lui perchè il sistema non prevede ci si possa aggrappare allo stesso, ed altre leggerezze che rallentano e minano un sistema che, sulla carta, è geniale.
Altra modifica sostaziosa riguarda l’inserimento di una modalità stealth, presa di peso da Splinter Cell, con tanto di sistema di coperture, omicidi dai ripari e quant’altro. Questa meccanica si rivela utile soprautto nelle missioni di infiltrazione e nelle missioni cooperative, dove il numero di nemici a video è spesso tremendamente soverchiante.
Infine troveremo una moltitudine di gadget, armature, armi ed accessori che potremo acquistare, permettendo di personalizzare il nostro personaggio in ogni singolo aspetto e creare il nostro assassino perfetto. Armi ed accessori soffrono, però, di qualche grosso problema di bilanciamento, con alcuni oggetti, come le bombe fumogene, che si rivelano fin troppo utili alla causa, permettendoci di sparire in modo rapidissimo e rendendo inutili gli sforzi degli sviluppatori per creare combattimenti più rapidi, coreografici e con nemici che non si mettono più in fila per attaccarci uno alla volta. Infatti, se non si usano gli oggetti consumabili in modo continuativo, si potrà notare come il combat system sia stato potenziato e rivisto, con nemici più vari e ben armati, che sanno mettere in crisi anche i giocatori meglio equipaggiati e che, grazie al numero, possono spesso rivelarsi ben più letali di quanto non ci si aspetterebbe.
Per concludere, ci soffermiamo brevemente sulla modalità cooperativa, parte integrante del gioco ai fini del divertimento, ma che non risulta minimamente obbligatoria ai fini dello sviluppo degli eventi e del personaggio. Gli eventi Coop, sparsi per la mappa, ci permettono di affrontare missioni particolari in compagnia di un massimo di altri tre assassini, con compiti che vanno dal liberare prigionieri, all’eliminare un certo numero di bersagli. Il sistema ed il netcode funzionano egreggiamente, e le missioni da noi testate si son rivelate divertenti e coinvolgenti, con tanto di mini briefing pre-missione.