Annunciato durante lo showcase di EA Play dell’E3 2017 è finalmente uscito Anthem, la nuova IP di Bioware, gli stessi autori di Mass Effect e Dragon Age, distribuita da Electronic Arts.
Anthem si discosta completamente da quelli che erano gli standard delle loro precedenti saghe, proponendo ai giocatori un TPS online incentrato sulla cooperazione con i propri compagni di squadra e su meccaniche da Action RPG.
Purtroppo, l’accoglienza non è stata delle migliori. Il titolo, in queste settimane, ha ricevuto moltissime recensioni rasenti la sufficienza, le quali evidenziavano fortemente moltissimi problemi tecnici (e non) presenti nel gioco. Dobbiamo ammettere che molto di quanto è stato detto è vero, ma il titolo possiede comunque molto potenziale inespresso.
Fatta questa breve premessa, mettetevi comodi, scegliete il vostro strale, e preparatevi a volare insieme a noi in questa nuova recensione.
Ci teniamo a precisare che la versione da noi recensita è la 1.05.
Anthem – Recensione
Anche se la trama di Anthem non brilla per l’originalità, Bioware ci catapulta a Bastion, terra di frontiera di un altro pianeta, in cui l’umanità ha mantenuto un altissimo livello di cultura, cercando di sopravvivere sfruttando tecnologie sempre più avanzate come gli “Strale”, armature volanti in netto stile Iron Man.
Durante la nostra avventura sentiamo molto spesso nominare “I Creatori”. Questi Creatori erano antichissime entità esistenti i quali, grazie a dei manufatti dall’utilizzo misterioso, erano in grado di controllare la “creazione” sia per modificare l’ambiente che per creare o modificare la vita stessa. Senza scendere troppo nei dettagli, spetta a noi “Specialisti” fermare i manufatti dei Creatori, in modo che nessuno possa utilizzarli per scopi malvagi.
Proprio per questo la narrazione ci riporta sempre a Fort Tarsis, un vero e proprio hub di gioco, in cui è possibile interagire con altri NPC, accettare missioni e modificare il proprio strale.
Come già detto in precedenza, non abbiamo trovato la trama di Anthem molto originale, nonostante molti dettagli lascino sperare in future espansioni, anche significative. Vi basteranno poco meno di 15 ore per completare l’intera storia principale, ma il tutto viene ampliato da missioni secondarie, contratti e Roccaforti in grado aumentarne la longevità.
Come evidenziato durante l’introduzione, Anthem si presenta ai giocatori come un TPS con meccaniche Action RPG, incentrato quasi esclusivamente sulla cooperazione.
Fortunatamente Bioware, nella creazione di Anthem, ha introdotto un sistema di matchmaking attivo per qualsiasi tipo di attività all’interno del gioco. In questo modo possiamo sempre collaborare con altri 3 giocatori per portare a termine l’incarico. È comunque possibile giocare con vostri amici o, volendo, da soli ma, in quest’ultimo caso, il titolo perderebbe moltissimo, sia in termini di divertimento che di gameplay.
L’aspetto principale in ambito gameplay è, senza dubbio, il volo. Volare all’interno di Bastion è sempre un piacere, vi troverete dinnanzi a moltissimi scorci davvero niente male. Il volo viene utilizzato anche come principale mezzo di spostamento tra di un obiettivo ed il successivo.
Una delle cose che mi ha fatto storcere il naso, sin dalle prime ore di gioco, è la scarsa varietà dei nemici presenti nel mondo, davvero vasto e curato, creato da Bioware. Questa ripetitività degli scontri porta inevitabilmente il giocatore alla noia, soprattutto nell’endgame in cui si devono completare contratti o roccaforti sempre contro gli stessi nemici.
Il sistema di shooting di Anthem si presenta molto basilare, è possibile utilizzare diverse tipologie di armi come fucili di assalto, mitragliatrici leggere e molto altro.
Sia le armi che le abilità sono divise per potenza, partendo dal più debole “Comune” (colore bianco) arrivando alla potenza massima con i “Mitico” (arancione) e “Leggendario” (giallo). Ovviamente è possibile trovare questi ultimi solamente molto avanti nel gioco, arrivati al livello pilota 30.
Poter volare in qualunque momento aumenta considerevolmente la verticalità nelle fasi di shooting, dando un enorme vantaggio al giocatore. Peccato che questa verticalità sia esclusiva del giocatore, infatti i nemici, tranne qualche sporadico caso, sono tutti inesorabilmente incollati al terreno.
Anthem mette a disposizione quattro classi di strale: Guardiano, Colosso, Intercettore e Tempesta. Spetta al giocatore scegliere su quale strale focalizzarsi e potenziare al massimo. Ogni strale è ovviamente diverso dall’altro, soprattutto nelle abilità che è possibile utilizzare in fase di shooting, rendendo così ogni partita diversa dalla precedente e potendo creare un proprio “dream team” con i propri amici. L’abilità definitiva degli Strale è in grado di infliggere altissimi danni a uno o più nemici, cambiando intensità ed effetto in base all’armatura utilizzata.
Concludendo con l’argomento, una delle cose che più mi ha infastidito dell’intera esperienza è il sistema di loot, il quale va a colpire indirettamente sia le armi che l’equipaggiamento. Fortunatamente il sistema è stato in gran parte sistemato con l’ultima patch uscita. Gli oggetti bianchi e verdi sono stati rimossi per chi ha raggiunto al livello 30 ma rimane comunque relativamente bassa la percentuale di drop per oggetti di alto valore. Per questo motivo, infatti, le “Roccaforti” si sono facilmente svuotate dato il poco “guadagno”, in termini di loot, che i giocatori hanno ricevuto.
Purtroppo, allo stato attuale, Anthem non ha di certo il miglior endgame possibile. L’unica attività che ci viene assegnata dopo aver completato il gioco si chiama “Via del Coraggio”, nella quale siamo chiamati a compiere sempre le stesse cose come eventi globali, contratti e così via.
Se siete dei puristi del 100% dovrete arrivare con tutte le fazioni (Sentinelle, Specialisti e Arcanisti) alla lealtà massima. Ovvero fare loro contratti, molto simili tra loro, fino a raggiungerla.
Al momento, quindi, la varietà che il titolo offre è piuttosto risicata. Bioware, però, ha prontamente promesso il rilascio di contenuti a cadenza mensile totalmente gratuiti e non possiamo fare altro che apprezzare l’impegno della Software House.
Impossibile, infine, non evidenziare i numerosi problemi tecnici che affliggono Anthem. A partire dai numerosi crash del gioco, i quali hanno portato moltissimi giocatori addirittura ad un arresto forzato della console, passando da continui crash dei server, con conseguenti perdita di loot, e caricamenti davvero lunghi.
Anthem vola sulle console di attuale generazione con una risoluzione di 1080p e 30fps per l’ormai versione “base” di PlayStation 4, mentre i possessori di PS4 Pro potranno godere di una risoluzione in 4K upscalato sempre a 30fps stabili.
Ottimo anche il motore grafico di Bioware, che regala fantastici scorci ed una Bastion davvero niente male.
Di ottima fattura la OST che immerge ancora di più il giocatore nell’ambientazione della nuova avventura di Bioware. Stesso discorso per la qualità del doppiaggio completamente in italiano, veramente ben sincronizzato.