Tornano i ragazzi di Koei per un altro avvincente capitolo della serie Musou, che questa volta viene dedicato alle vicende legate alla famosa guerra di Troia. Ricordate quindi di tenere alto lo scudo, impugnate bene la vostra spada, ed a colazione mangiate tanto, perché questa sera… ceneremo da Peppino o’troiano, e lì se magna poco e il conto è caro.
Cantami o diva del “piede di” Achille…
Direttamente dagli studios di Koei Canada, arriva finalmente sulle nostre console Warriors: Legends of Troy, che ci catapulterà al fianco di grandi guerrieri e di grandi uomini come furono Achille, Ulisse ed Ettore. Il titolo è chiaramente ispirato alla serie Musou, conosciuta qui da noi come Dynasty Warriors, che mentre leggete queste righe ha da poco sfornato il settimo capitolo del brand ufficiale. E’ difficile non conoscere questa saga, ma per chi non ha mai avuto l’occasione di provare uno di questi giochi, possiamo dire che in pratica stiamo parlando di un hack and slash abbastanza classico, dove un eroe si trova a dover fronteggiare centinaia e centinaia (e dico centinaia) di nemici. Warriors: Legends of Troy quindi, segue bene o male la scia dei suoi antenati, come tra l’altro fece anche il suo pseudo-predecessore dedicato invece al noto personaggio della serie Hokuto No Ken (Ken il Guerriero), ovvero Kenshiro Kasumi, protagonista di Hokuto Musou che è conosciuto in Europa con il titolo di Fist of the North Star: Ken’s Rage. Il vostro compito sarà quindi guidare vari personaggi nel mondo della guerra troiana, passando per entrambe le fazioni e cercando, almeno in qualche modo, di rivivere quelle tremende battaglie.
“Fratello… Agg fatt na puttaneta…”
La trama del titolo quindi è presto svelata. Elena fugge con Paride, e per i Re della Grecia questo significa guerra. Dopo il classico tutorial iniziale infatti, in cui guiderete il pelide Achille (ovvero Achille il figlio di Peleo), vi verrà mostrata la splendida introduzione che narrerà gli eventi che generarono ben dieci anni di guerra. Da qui apprenderete come con un astuto piano, Ulisse ottenne la mano di Penelope aiutando il fratello del padre di lei, ovvero il padre di Elena. Ulisse lo aiutò nel trovare una soluzione al problema legato al dover scegliere un marito per la figlia, e fu così che Elena venne data in sposa a Menelao, e che tutti gli altri pretendenti furono costretti da un giuramento a difendere questo matrimonio. Tutti sappiamo di quanta astuzia era dotato Ulisse, ma come sempre qualcuno deve per forza rompere le uova nel paniere alla gente, ed a causa del rapimento di Elena da parte di Paride (o del presunto tale), tutti i Re che avevano promesso di proteggere quel matrimonio furono chiamati ad ononorare la parola data. Non ci è dato sapere se Elena fu veramente rapita oppure partì di sua spontanea volontà, quello che sappiamo però, è che a causa di questo avvenimento, ci furono migliaia di vittime. E la maggior parte di queste vittime, state certi che perirà nuovamente sulla vostra spada.
“U meggh uagnone tue contr u meggh scagnozz mee”
Warriors: Legends of Troy non è soltanto andare avanti per i livelli del gioco tipo schiacciasassi a macinare vittime senza guardare e premendo bottoni a caso, anzi, vi accorgerete come premere i tasti corretti al tempo giusto faccia molto più danno che spararli a raffica. Occasionalmente poi, il vostro eroe sarà chiamato ad affrontare un altro personaggio di rilevante importanza nella storia, ed a quel momento, accerchiati da nemici e compagni, sarà una questione da risolvere uno contro uno in uno scontro quasi sempre all’ultimo sangue. Sfortunatamente però, nemmeno questo è nulla di innovativo, e del resto gli scontri uno contro uno con i boss di turno non sono quasi mai una novità. Detto questo, giustamente potreste pensare: ma se allora ci ritroviamo in pratica con un Dynasty Warriors ambientato nella guerra di Troia, ed il gioco non introduce particolari novità, che cosa c’è di diverso in questo? Cosa dovrebbe convincere ad arrivare fino in fondo? La risposta è semplice: la Storia. E per Storia intendo sia la storia intesa come trama del gioco, sia quella intesa come Storia della guerra troiana scritta con la S maiuscola; che alla fine se guardiamo bene sono cose che possono più o meno coincidere. Le parti narrate infatti, hanno un loro fascino del tutto particolare, finemente impreziosito da uno stile grafico “antico” che in un certo senso può ricordare quello che si può ammirare gurdando le decorazioni su delle vecchie anfore ed i vasi dell’antica Grecia.
“E ci lu uagnone mee vench?!”
Durante le varie missioni che vi verranno assegnate, ogni eroe guerriero avrà alcuni obiettivi secondari da portare a termine, e che, se completati, vi faranno guadagnare un bel po’ di “moneta” (qui chiamata Kleos) che potrete usare per acquistare oggetti ed equipaggiamenti vari. Inoltre, se riuscirete a fare delle combo abbastanza lunghe o se sarete in grado di abbondare con i colpi di grazia sui vostri nemici, riceverete sostanziosi bonus che andranno a rimpinguare le vostre casse. Chiaramente, più soldi avrete a disposizione e migliori saranno gli oggetti che potrete acquistare, anche se questi non saranno tutti disponibili fin da subito, ma saranno sbloccati proseguendo pian piano nel gioco. Ma non è sempre tutto oro quello che luccica, e come gli altri titoli legati alla saga Musou, anche Warriors: Legends of Troy pecca in alcuni punti.
Il dettaglio grafico in azione, giusto per cominciare dal punto più evidente, non è proprio a livelli altissimi, ed anche se la cosa è giustificabile in parte dal numero relativamente elevato di avversari in campo, non è sufficiente da essere considerata del tutto un alibi completo. Passando alle animazioni, i movimenti dei personaggi spesso risultano essere un po’ “legnosi” e danno un’impressione di carente fluidità, che unita ad una mediocre reattività dei comandi direzionali sia in combattimento che nella gestione della camera e del sistema di targeting, può creare alcuni episodi che possiamo definire da “lancio del pad”, ovvero quando la calma se ne va a farsi benedire. Il comparto audio risulta invece leggermente superiore al resto del complessivo, ovvero di buon livello e con un doppiaggio decisamente molto buono, peccato però per la mancata localizzazione in italiano delle voci, che ci costringe quindi ad accontentarci solo dei sottotitoli.